
Testosterone e cervello: nuove evidenze sul ruolo dell’ormone maschile nella funzione cognitiva

Negli ultimi decenni il ruolo del testosterone è stato ampiamente studiato non solo per quanto riguarda la salute sessuale e metabolica, ma anche nei suoi aspetti cognitivi. Un recente studio pubblicato su Andrology [1] ha esaminato questa associazione utilizzando pazienti con sindrome di Klinefelter (KS, 47 XXY), un disturbo genetico che colpisce 1-2 neonati maschi ogni 1000 nascite, caratterizzato da ipogonadismo e difetti neuropsicologici.
In effetti, i ricercatori hanno notato che i livelli di testosterone erano più alti nei pazienti con funzioni cognitive migliorate, aprendo la strada a un'ulteriore razionalizzazione dell'uso della terapia con testosterone (TRT) non solo per la carenza ormonale, ma anche per migliorare le potenziali funzioni cognitive nei soggetti con questa carenza.
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Lo studio: metodologia e risultati chiave
Questo studio ha incluso 30 maschi di età compresa tra 21 e 47 anni senza comorbilità neurologiche diagnosticate con sindrome di Klinefelter.
Sono stati analizzati i seguenti parametri ormonali chiave:
- Testosterone totale e libero
- Estradiolo
- SHBG (globulina legante gli ormoni sessuali)
- Ormone follicolo-stimolante (FSH) e ormone luteinizzante (LH)
Allo stesso tempo, i soggetti hanno ricevuto una valutazione neuropsicologica completa, che ha riguardto:
- Memoria verbale e visiva
- Flessibilità cognitiva
- Intelligenza generale e funzioni esecutive
Questi sono stati i principali risultati:
- I livelli di testosterone libero sono collegati a miglioramenti nella memoria, nella velocità di elaborazione e nelle capacità verbali.
- Funzioni cognitive superiori associate al rapporto testosterone libero/estradiolo.
- Il testosterone può influenzare le prestazioni cognitive tramite l'azione su recettori androgeni cerebrali.
L'importanza del testosterone nel cervello
Il testosterone ha anche un ruolo neuroprotettivo, facilitando la plasticità sinaptica e la neurogenesi. Bassi livelli di questo ormone possono aumentare il rischio di declino cognitivo e malattie neurodegenerative.
Questi risultati, a sostegno dell'idea che la terapia con testosterone sia stata in grado di migliorare i processi di pensiero di ordine superiore nel nostro gruppo di pazienti ipogonadici, forniscono una base su cui indagare i percorsi attraverso cui il testosterone modula la funzione cognitiva.
I risultati suggeriscono che il testosterone è molto più di un ormone sessuale, svolgendo un ruolo cruciale nel mantenimento della funzione cerebrale. Tale scoperta potrebbe aprire nuove strade di terapia per i pazienti affetti da carenza di androgeni, ripristinando non solo la loro salute fisica ma anche la loro forma mentale.