Indicazioni alla chirurgia estetica dei genitali femminili
L'American College of Obstetrics and Gynecology (ACOG) ha sottolineato che le procedure di chirurgia estetica dei genitali femminili FGCS (female genital cosmetic surgery) ha indicazioni ben precise, quali, lesioni cicatriziali vulvo-vaginali, incontinenza urinaria o fecale, malformazioni congenite. Questa precisazione nasce da una tendenza che sta diffondendosi che la FGCS abbia una indicazione analoga a quelle di altre procedure di chirurgia plastica a fini estetici.
Nella letteratura internazionale in lingua inglese, tra le prime segnalazioni di FGCS vi è la riduzione labiale descritta da Radman nel 1976. Anche le immagini della vulva disponibili in Internet e nei giornali e la video pornografia hanno contribuito a modellare la percezione sociale di ciò che si intende per genitali "normali". Per questo motivo la tendenza è quella di considerare come "standard normale" una rima vulvare sottile e regolare, con piccole e grandi labbra giustapposte sulla linea mediana e un corpo perineale ben modellato.
Molte giovani donne prenderebbero in considerazione un intervento di FGCS se il costo non fosse un problema (15% contro 8%). Questa procedura è esattamente l'opposto delle mutilazioni genitali femminili (FGC, female genital cutting) realizzata per tenere a freno e non per "potenziare" la sessualità femminile.
Le indicazioni cliniche, quindi, non controverse per la FGCS sono la riparazione di mutilazioni genitali femminili (FGC) e una significativa asimmetria o ipertrofia labiali da malformazioni congenite o eccesso di stimolazione androgenica. Sulla base di motivazioni estetiche e funzionali, non quindi di tipo strettamente clinico, sono state proposte anche indicazioni elettive non terapeutiche come ad esempio: per desiderio soggettivo di modificare, nella forma e nel volume, una vulva normale; per aumentare l'eccitazione o ridurre le "interferenze" durante i rapporti sessuali; per eliminare sensazioni di fastidio o dolore da indumenti o esercizio fisico.
E' chiaro che la chirurgia estetica dei genitali femminili (vulva) solleva problematiche peculiari che sconfinano nel campo dell'etica e dei diritti umani.