Terapia alzheimer.

Una terapia per Alzheimer e demenze attraverso la stimolazione della neuroplasticità

Fino a non molti anni fa si riteneva che le cellule cerebrali fossero destinate a una progressiva e inesorabile morte. Il più importante progresso delle neuroscienze degli ultimi anni è stata invece la dimostrazione della capacità del sistema nervoso di modificare la propria struttura dopo un danno creando nuove connessioni sinaptiche e formando nuove cellule (la cosidetta neuroplasticità) con enormi ripercussioni positive sulle terapie farmacologiche e riabilitative nelle neurolesioni.

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Alzheimer e farmaci antipsicotici

Un interessante e ulteriore sviluppo di queste conoscenze coinvolge le malattie psichiatriche con ricerche tendenti a dimostrare la presenza di alterazioni strutturali e la conseguente possibilità di intervenire farmacologicamente stimolando i meccanismi della neuroplasticità.

Chiare modificazioni strutturali sono state ad esempio dimostrate nella schizofrenia in particolare nel sistema limbico che notoriamente controlla le emozioni, l'apprendimento, la memoria, l'attenzione e le funzioni esecutive che risultano tutte alterate in questi pazienti.

Queste alterazioni coinvolgono sia i recettori della dopamina che quelli della serotonina. Nel primo caso si evidenzia un'iperattività responsabile dei sintomi positivi ben controllati dagli antipsicotici tipici.

Gli antipsicotici atipici agiscono invece su entrambi i sistemi e questo spiegherebbe la loro efficacia anche sui sintomi negativi.

L'efficacia degli antipsicotici atipici può essere correlata alla azione diretta sui meccanismi della neuroplasticità?

Alcuni studi sembrano orientare in questa direzione. Fra questi uno molto recente è stato condotto da C. Perrone Capano e M. Molinari presso l'Istituto di Biofisica Genetica del CNR di Napoli ed è stato oggetto di una tesi di Laurea Magistrale in Scienze Biologiche della Dott.ssa Marta Molinari.

I ricercatori hanno testato la Clozapina ed il Risperidone su culture di neuroni di roditori ed hanno dimostrato un ruolo favorevole della Clozapina e sfavorevole del Risperidone sull'allungamento neuritico utilizzato come parametro di neuroplasticità.

Sembra quindi che almeno alcuni antipsicotici atipici possano avere anche un'azione strutturale positiva in tali patologie e sarebbe interessante testare anche altri farmaci di uso comune quali l'Olanzapina e la Quetiapina anche e forse soprattutto in rapporto al loro uso nella Malattia di Alzheimer.

Data pubblicazione: 08 settembre 2017 Ultimo aggiornamento: 02 dicembre 2020

2 commenti

#1
Dr. Otello Poli
Dr. Otello Poli

Buongiorno Vincenzo, penso anche io che andrebbero testati la Olanzapina e la Quetiapina. Interessante lo spunto di porsi la domanda: c'è reale correlazione tra anti-psicotici atipici e neuroplasticità funzionale ed anatomica?

#2
Dr. Vincenzo Rossi
Dr. Vincenzo Rossi

Credo in particolare vada testata la quietapina.che usiamo molto nelle demenze:Negli anni mi è sembrato di vedere in questi pazienti un modestissimo miglioramento anche dei deficit cognitivi ovviamente tutto da verificare.Ho parlato con le AA del lavoro e sono intenzionate a continuare
Grazie per il commento e buon lavoro

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