Nuovi trends nella chirurgia della lesione della cuffia dei rotatori

luigigrosso
Dr. Luigi Grosso Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Ortopedico, Algologo

La patologia della cuffia dei rotatori colpisce il 7-30% della popolazione, indifferentemente dal sesso.  Le cause sono molteplici e il trattamento dipende principalmente dal tipo di lesione se in fase iniziale, intermedia o finale.  

Quando si realizzano condizioni patologiche che indirizzano per una scelta chirurgica di riparazione della cuffia, le tecnica può essere “Chirurgia per incisione cutanea” oppure “Chirurgia per via artroscopica” (in casi particolari la tecnica può essere mista).

Si è discusso molto, e ancora si discute, su quale delle due tecniche produce migliori risultati. Per far chiarezza su questo interessante dilemma è da poco uscito un lavoro pubblicato su The Journal of Bone and Joint Surgery” di Maggio 2014 da Nathan A. Mall, M.D., et all. che riporta uno studio sui fattori positivi e negativi che influiscono la riparazione della cuffia dei rotatori. In questo articolo si afferma che:

  1. I fattori che incidono sulla guarigione sono: dimensione e sede della lesione, età avanzata, qualità e stato dei tessuti, quanto tempo prima dell'intervento si è verificata la lesione della CDR e la presenza di patologie associate come l’osteoporosi e il diabete mellito.
  2. I fattori che non incidono sulla guarigione sono: tipo di tecnica, uso di sostanze (PRP,ecc.)

Gli autori danno importanza al fatto che gli studi effettuati sui risultati ottenuti per la riparazione della cuffia dei rotatori si concentrano sovente sui risultati funzionali del paziente rispetto ad una guarigione biologica effettiva.

Risultati clinici e guarigione biologica effettiva non sempre sono collegati e la valutazione dei pazienti viene sempre effettuata sulla scorta dei dati clinici tramite questionari che tengono conto di: esiti funzionali, ritorno ad una vita come prima, il dolore, il movimento, la forza.

La guarigione biologica effettiva dei tendini della cuffia è, però, trascurata. Una precisa valutazione dell’effettiva guarigione biologica dei tendini della cuffia può essere fatta solo attraverso una risonanza magnetica.

Lo studio ha rilevato che:

  • Non c’è nessuna differenza di guarigione tra la tecnica a cielo aperto e quella artroscopica.
  • Nonostante le tecniche chirurgiche in uso prevedono una sutura semplice o doppia della CDR – sebbene si stima la doppia sutura più resistente – non vi sono dati statisticamente significativi tra le due procedure.
  • La qualità dell'osso rappresenta un fattore importantissimo poiché una qualità scadente (come l’osteoporosi/ossa fragili) può interferire con la stabilità dell’ ancoraggio delle suture della CDR sull’osso.  
  • La perforazione ossea sul sito di ancoraggio, proposta per favorire la guarigione, non ha mostrato di favorire una  guarigione migliore rispetto alla procedura standard.
  • L’uso di plasma ricco di piastrine (PRP) iniettato nel sito di riparazione, proposto per favorire e accelerare la guarigione, non ha mostrato alcun beneficio considerando anche che può esporre il paziente a rischio di infezione.
  • Il protocollo riabilitativo se iniziato subito dopo l’intervento chirurgico o più tardivamente, non mostra significativa differenza nell’accelerare la guarigione.

In definitiva, credo che questo lavoro possa rappresentare un punto di partenza per far riflettere allorché ci si accinge ad un approccio chirurgico della lesione della cuffia dei rotatori.

Data pubblicazione: 11 marzo 2015

Autore

luigigrosso
Dr. Luigi Grosso Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Ortopedico, Algologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1980 presso Università Federico II - Napoli.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Napoli tesserino n° 16279.

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