Test senza testa, tracciamenti senza coda: solo l’A.P.P. ci salverà dal COVID-19
Test, Tracing, Treat
Nella realizzazione dei cardini (Test/Tracing/Treat) della nostra difesa i primi due pilastri sono fondamentali per garantire una efficace difesa dalla diffusione del virus. Ma il percorso, indicato con chiarezza dal prof. Vespignani ad inizio pandemia, da noi, in Italia, è stato in buona parte disatteso o applicato male.
I tre grandi limiti dei test
Sui Test è stato scritto molto, ma mi corre obbligo di segnalare tre grandi limiti.
1. Numero insufficiente
Mi limito a riprendere quanto detto invano più volte dal prof. Crisanti che dall’inizio dell’epidemia si è battuto strenuamente per aumentare enormemente i pochissimi test da noi effettuati durante la prima ondata.
Ancora recentemente, quando si era a 90.000 tamponi/die, il prof. Crisanti insisteva e sollecitava perchè si arrivasse ad “almeno” 300.000 tamponi al giorno.
Oggi, 23 ottobre 2020, siamo arrivati a 182.032 tamponi eseguiti, con 19.143 nuovi casi e il rapporto positivi/casi testati 16,7%.
Ci sembrano tanti, codesti tamponi, in realtà sono pochissimi soprattutto se rapportati alle percentuali di test eseguiti in altri Paesi europei.
Ma anche loro hanno i loro problemi in quanto soffrono di due limiti.
Il primo che il numero dei tamponi eseguiti non è costante e il secondo che le risposte anche da loro ritardano di molti giorni, a volte settimane in quanto mandano i tamponi a laboratori lontani. Clamoroso è il caso dell’Inghilterra che manda una parte dei suoi tamponi ad un laboratorio analisi in Italia.
2. Tempi di esecuzione lettura esami troppo lunghi
Come abbiamo visto, all’estero e in Italia abbiamo il problema del numero insufficiente di laboratori di analisi.
Personalmente mi sono sempre battuto strenuamente per il SSN, ma in una situazione di grave emergenza sanitaria come quella attuale, lo Stato e le Regioni devono utilizzare tutte le risorse del Paese e quindi chiamare a raccolta anche le strutture private in grado di eseguire, con procedure certificate e controllate, la lettura di tamponi altrimenti inutili.
3. Immissione dati fallimentare
Anche se si farà un numero di tamponi adeguato, anche se si riuscirà a creare una rete di laboratori sufficienti per leggere i test in 24h, tutto questo lavoro sarà inutile se non si recluta personale (NON sanitario) per immettere i risultati in un sistema dati dotato, ovviamente, di un software adeguato.
Il tracciamento dei positivi (Tracing)
Qui arriviamo al secondo cardine: il Tracciamento dei positivi (Tracing).
Nella lucidissima analisi del prof. Vespignani è detto chiaramente che il “Tracing” non va inteso affatto come la sola identificazione del positivo, ma, contestualmente, e soprattutto, con la contestuale azione di isolamento immediata.
Inoltre, Vespignani dice a chiare lettere che l’isolamento va realizzato per “allontanamento” reciproco dei soggetti fragili.
Isolamento per allontanamento
Traduzione: le RSA e le RP come qualsiasi centro di ospitalità di soggetti fragili e anziani non vanno chiusi, ma vanno aperti, spalancati! Nel senso che vanno drasticamente ridotte le presenze per ridurre la densità abitativa degli anziani per metro quadrato. Tutti gli anziani sani vanno fatti uscire subito.
Il che significa requisire (con rimborsi adeguati) eventuali caserme, alberghi, hotel, strutture turistiche di ogni ordine e tipo, del resto assolutamente vuote proprio per l’epidemia e di cui, guarda caso, l’Italia è ricchissima su tutto il territorio. In questi spazi vanno trasferiti immediatamente gli anziani sani lasciando a loro volta isolati e molto distanziati i positivi che resteranno nelle Residenze Protette o nelle RSA.
Ne discende per logica che anche i positivi non anziani e maggiorenni individuati nei controlli NON vanno rimandati a casa, ma inviati in isolamento in albergo per tagliare drasticamente la nuova catena di trasmissione che è all’origine della seconda ondata: la trasmissione domiciliare.
Lo stesso vale per i positivi ricoverati con sintomi di diversa gravità e che all’uscita dall’ospedale devono fare la loro quarantena. Dovranno essere inviati in alberghi dedicati.
Se i nostri politici avessero letto e assimilato il messaggio di Vespignani, avrebbero anche capito che l’altro elemento fondamentale per la riuscita di questa operazione di vero e proprio salvataggio della nostra popolazione “per separazione”, è quello di non lasciarla assolutamente sola ripetendo i drammatici errori della prima fase.
Vespignani, infatti, dice chiaramente che serve “un esercito di tracciatori”. Personale (NON sanitario) assunto e formato a contattare “di persona” le persone isolate per inserirli nella rete digitale di controllo, monitorare il loro stato, seguirne i bisogni e provvedere alle loro necessità. Era esattamente quello che dovevamo fare nel periodo estivo e che non abbiamo fatto illudendoci di aver passato ‘a nuttata’.
Insomma, il Tracciamento funziona se è costruito in modo rigoroso con una coda di controlli realizzati su una popolazione che, se positiva, va isolata in spazi extra ospedalieri ed extradomiciliari raccogliendo in numero adeguato i test, analizzandoli in tempi rapidi (max 24h) e subito inserendo i risultati in un sistema digitale di controllo, di cui Immuni, tra l’altro, è solo un tassello. Assistendo con i tracciatori da vicino e di persona tutti gli isolati.
A.P.P.: attenzione prudente e paziente
Non è una App che ti salva la vita, ma l’A.P.P (Attenzione Prudente e Paziente) realizzata da 60.000 tracciatori uomini e donne in carne ossa, NON sanitari, da reclutare immediatamente e da distribuire su tutto il territorio nazionale. La vera A.P.P ti bussa alla porta. Per favore, facciamolo. Subito.
Fonte: https://www.tpi.it/cronaca/vespignani-coronavirus-intervista-virologi-italiani-e-3t-20200503595940/