Disturbo da sonnambulismo

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Dr. Giampaolo Falasca Psicologo, Psicoterapeuta

Il disturbo da sonnambulismo si manifesta quando una persona cammina, si siede, parla e mangia mentre dorme e la durata di questi episodi varia da pochi minuti a mezz'ora. Il sonnambulo non sembra essere consapevole dell'ambiente che lo circonda, ha lo sguardo perso nel vuoto e non reagisce ai tentativi di svegliarlo, infatti può scendere dal letto, camminare per le stanze, mangiare, andare in bagno e addirittura uscire di casa e pronunciare parole confuse ed incomprensibili.

In genere, si può dire che compie azioni molto semplici, anche se, in alcuni casi, può svolgere compiti complessi quali, ad esempio, guidare la macchina, o mettere in azione apparecchiature elettroniche piuttosto complesse, oppure compiere azioni inappropriate come urinare in cucina o entrare nel letto di qualcun altro, mentre, in qualche caso, può anche succedere che possa correre come se fosse inseguito.

Se viene svegliato e la cosa non è per nulla facile da essere realizzata, il sonnambulo resta disorientato per un periodo di tempo molto breve, dopodichè riprende la consapevolezza tipica del normale stato di veglia, quindi può tranquillamente capitare che torni a letto e si riaddormenti e al mattino non ricordi per nulla l'accaduto e non abbia la benchè minima idea del come e del perchè sia arrivato fino lì.

Il sonnambulismo compare durante le fasi tre e quattro di sonno NREM (movimenti oculari non rapidi), all'inizio della notte ed una causa plausibile può essere l'uso di droghe o l'eccesso di alcol in soggetti suscettibili, mentre ne soffre fra il 10 e il 30 percento dei bambini che, normalmente, hanno avuto almeno un episodio e, invece, il 5 percento ne ha con continuità, l'esordio si verifica, normalmente, fra i quattro e gli otto anni e la risoluzione avviene spontaneamente entro la fase adolescenziale, comunque un bambino che soffre di sonnambulismo non dorme volentieri fuori casa, dagli amici o in campeggio, perchè si vergogna di questo problema.

Molte persone si lamentano periodicamente di come dormono o di alzarsi al mattino poco riposati, ma è comunque difficile stabilire il confine fra un disturbo del sonno ed un problema occasionale che può interessare chiunque, infatti non esiste uno standard che definisca quando il sonno è " normale ", così come non si può pretendere di dormire sempre perfettamente, in quanto ognuno di noi necessita di un numero di ore di sonno diverso per sentirsi riposato.

La capacità di dormire diminuisce con l'età, che ci abitua, con l'avanzare, ad avere difficoltà di addormentamento, risvegli frequenti o precoci, vi sono inoltre diversità legate al sesso di appartenenza, infatti le donne hanno bisogno di una quantità maggiore di sonno rispetto agli uomini e questo non è legato alla pigrizia oppure all'ipersonnia, mentre molte persone sottostimano le proprie ore di sonno e pensano di dormire meno di quanto accada in realtà o di quanto rileverebbero i laboratori del sonno e probabilmente sono anche più riposate di quel che credono.

Prima di affermare di soffrire di un disturbo del sonno, bisogna sincerarsi che il problema sia persistente, ovvero duri almeno da un mese e causi grossi problemi quali, ad esempio, se si presenta ogni giorno, se la stanchezza che ne segue è tale da impedire di mantenere la concentrazione sul lavoro o alla guida, se abbassa il tono dell'umore, se predispone alla lite, mentre se non vengono rispettati i ritmi circadiani per molti giorni, è normale che se ne paghino le conseguenze, ma non si può parlare di disturbo vero e proprio.

Infatti è giusto richiedere un aiuto solo se il problema diventa disagio grave e costante, è importante non allarmarsi e non dare troppo peso a problemi occasionali, perchè spesso la cura è peggiore della malattia ed i farmaci sortiscono l'effetto contrario a quello desiderato, in quanto i sonniferi causano più notti insonni di quante ne evitino. 

Data pubblicazione: 26 settembre 2013

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