Fibrillazione atriale - terapia farmacologica o conversione?

FATTI ESAMI CON SEGUENTI RISULTATI:
ecg: 75 b/min AQRS + 40° F.A. ; EO cuore: P.A. 120/80. TONI parafonici in buon compenso emodinamico.
ESAME ECOCARDIOGRAFICO. CONCLUSIONI. ventr. sx ipertrofico di dim. aumentate con ridotta funz contrattile, sia globale che segment. (FE 40%). atrio sx dilatato. radice aortica fibrotica. ventricolo dx normali dim e contratt. pericardio indenne. Al doppler: IM MODERATO. IA LIEVE
ECOLORDOPPLER TSA. DX: carotidecomune pervia flusso normodiretto e pareti ipercogene per lieve ispessim. intimale; carotide esterna pervia, flusso normodiretto; CAROTIDE INTERNA PERVIA FLUSSO NORMODIRETTO ISPESSIMENTO PARIETALE LIEVE
sx. CAROTIDE COMUNUNE PERVIA FLUSSO NORMODIRETTO E PARETI IPERECOGENE per lieve ispessim intimale. carotide est. pervia flusso normodiretto e ispesswim parietale grado lieve.. Vertebreli pervie flusso cerebropeto in V1 e V2
TERAPIA PRESCRITTA: LASIX 1/2 cp. - asa 1 cp. dopo pranzo (oltre normali farmaci per pressione alta già in uso)
altri esami successivi:
ECG: F.A. con risposta ventric media 114 bpm, RR: 526 ms., PR:392 ms, QRS: 92 ms, QTc: 414 ms., asse QRS, 6 deg. Iniziale deviaz. assiale sx del complesso QRS
eCODOPPLER CARDIACO: SCADENTE FINESTRA ACUSTICA; bsa: 1,9 mq. - ventricolo sx: norm dim. (diam TD/TS; 45/28mm; volume TD/TS: 92/32;
VOL tdi= 48ml/mq; indice card: 3,0 I/min/mg). Norm. spessore setto interventric. (9mm) e parete infero-laterale (9 mm). SIV basale "a sperone", 14 mm.
LVMI= 70g/mq; RWT=0,40. Funz sistolica:: reg. e globale norm (FE=65 %). funz diast norm..: onda E=90 cm/s; Dec.T=160ms TDI e' set; 7cm/s, e'lat: 11 cm/s, E/e' medio: 10; lat:8, set: 13, PCWP norm (10 mm/Hg). ATRIO SX: MODER DILATZ (v: 39 ML/MQ);
A: 27cmq; diam parasternale 45 mm.; 4C: 50x57 mm. AORTA: NORM DIAM DELLA RADICE (37 MM) dell'aorta ascend (36 mm) e dell'arco (28mm)
valvola aort tricuspide, circoscritta clacificaz delle cuspidi. Norm veloc. aort (Vmax=150cm/s) insuff. aort. di grado minimo.
Valv mitrale: ispessim entrambi lembi, insuff.mitr moderata SEZIONI DX: MODER DILATAZ ATRIO DX (D=48MM). vENTRIC DEX NEI LIM. (D=24MM)
CON NORM. funz sistolica (TAPSE=17mm; TDI S=10cm/s). insuff. tricupid. lieve-moderato (Vmax=272 cm/s; dP=30mm/Hg. Norm pressionwe polmonare (PAPs=29mm/Hg; PAPm=19mmHg; PAPd=11mmHg con resistenza vascolare
conclusioni: FA medi 95bpm. norm funz sistolica biventricolare (FE065%). mODERATA DILATAZ BIATRIALE. lieve sclerosi valv aortica e mitralica. INSUFF.
MITRALICA moderata. insuff. tricuspidale grado lieve-moderato
TERAPIA consigliata.: come precedente senza asa. con aggiunta di XARELTO
desidero sapere terapia da seguire.
inoltre indicazioni in ordine alla possibile conversione: conv. farmacologica o elettrica. rischi delle conversioni. regime dopo la conversione con terapie o senza terapie
[#1]
Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
Guardi, il quadro clinico-strumentale che riporta è tipico di chi soffre di ipertensione, che si può complicare con la fibrillazione atriale. La sua è sicuramente datata da tempo nella forma parossistica (va e vieni) e questo indipendentemente se lei in passato l'ha avvertita o meno. Ora è costante nel tempo perchè ha creato danni alle camere atriali, dove nasce e questo crea i presupposti per la cronicizzazione. La cardioversione elettrica non ha alcun valore di per se se non è inserita in un programma di mantenimento del ritmo normale ripristinato (perchè è solo in grado di farla passare, ma non di non farla tornare). Ora nel suo caso la dilatazione biatriale è importante e limita le possibilità di mantenimento del ritmo sinusale nel tempo, anche con l'utilizzo di farmaci antiaritmici (che per contro hanno intrinseco il rischio di creare aritmie più pericolose di quelle che vanno a trattare). A 80 anni e con un cuore che comunque ha una funzione normale io mi sento di consigliarle di non eseguire la cardioversione, ma di fare farmaci diretti alla riduzione dei battiti medi delle 24 h e ovviamente di continuare con la terapia anticoagulante orale per la prevenzione del rischio di ictus cerebrale che la fibrillazione ariale comporta.
Cordialità

Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica

[#2]
Attivo dal 2017 al 2019
Ex utente
un cardiologo mi suggerisce, data la mia situazione, di usare solo l'aspirina senza alcun anticoagulante e con un adeguato stile di vita. E' corretto procedere in questo modo? come mi devo regolare al riguardo?
[#3]
Attivo dal 2017 al 2019
Ex utente
L'eventuale uso di anticoagulante va monitorato (per evitare
emorrragie) o vi sono anticoagulanti che non richiedono
alcun monitoraggio?
Il solo uso della cardioaspirina comporta emorragie , o data
la piccola dose, è irrilevante al riguardo?
[#4]
Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
Per un problema telematico non ho ricevuto prima le sue domande e quindi mi scuso per il ritardo della risposta.....
La cardioaspirina non protegge dall'ictus cerebri della fibrillazione atriale (e questo ormai lo sanno anche gli studenti dei primi anni di medicina)...
I nuovi anticoagulanti non richiedono il monitoraggio come per il Coumadin ), sono meno emorragici, permettono un'alimentazione normale e richiedono solo il controllo della funzione renale ed epatica ogni 4/6 mesi.
Saluti
[#5]
Attivo dal 2017 al 2019
Ex utente
ringrazio delle cortesi risposte e la prego di darmi un altro chiarimento.
Lei dice che i nuovi anticoaugulanti sono meno emorragici, ma
sono sempre emorragici. C'è da fare qualcosa al riguardo o si tratta di un pericolo marginale e trascurabile?

NELL'EVENTUALITà di difficoltà renali o epatiche cosa si puo fare? GRAZIE
[#6]
Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
Se un paziente con rischio elevato di avere un ictus non fa anticoaguilanti orali non rischia una conseguenza da poco...è ovvio che l'anticoagulante fa il suo "mestiere" e scoagulando il sangue aumenta il rischio emorragico, ma tra i 2 mali si sceglie il minore...le emorragie sono curabili, l'ictus no....per il momento solo uno dei NAO (ma a breve anche gli altri) ha la possibilità di completo reverse mediante l'antitodo, il che significa che in pochi minuti si blocca completamente l'effetto emorragico del farmaco....
Ascolti il consiglio dato e faccia la terapia anticoagulante
[#7]
Attivo dal 2017 al 2019
Ex utente
Gradirei cortese risposta all'ultima parte della mia domanda:
prendendo gli anticoaugulanti cosa fare nel caso di difficoltà renali o epatiche (sono stato operato al fegato)? Grazie
[#8]
Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
Se lei ha valori di creatinina e transaminasi normali non c'è alcuna controindicazione all'uso dei NAO...altrimenti va considerato l'utilizzo del classico Coumadin
[#9]
Attivo dal 2017 al 2019
Ex utente
gentili dottore,
Lei mi consiglia di prendere un NAO.
Fra i NAO , per il momento, solo uno ha possibilità completa di
reverse in caso di emorragia (qual'è questo NAO?) mediante l'antidoto (qual'è questo antidoto?)
L'ASSUNZIONE di questo NAO comporta un piano terapeutico?
PRENDENDO questo medicinale si può andare incontro a:
a) emorragia, e vi sarebbe l'antidoto
b) problemi di fegato: cosa fare?
c) problemi renali: cosa fare?
d) altre conseguenze: cosa fare?
IN ATTESA RINGRAZIO
[#10]
Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
Gentile utente se lei vuole a tutti i costi un farmaco che la protegga dall'ictus, ma non comporti rischi emorragici sappia che non esiste....
Il NAO può essere prescritto esclusivamente da figure riconosciute dall'AIFA (in genere il prescrittore è il cardiologo curante); Il NAO non comporta l'insorgenza di problemi epatici o renali, ma in caso di comparsa di alterazioni di questi organi indipendenti dal NAO questo farmaco può diventare emorragico e per questo richiede controlli dilazionati della funzione epatica e renale; per l'antitodo non vorrei ripetermi, ma l'unico NAO che al momento ne dispone è il Dabigratan (nome del principio attivo), ma non è lei a poterselo procurare... è disponibile in tutti i centri di emergenza d'Italia e in caso di necessità sarà il PS ospedaliero ad utilizzarlo.
Saluti
[#11]
Attivo dal 2017 al 2019
Ex utente
Gentile dottore,
come NAO mi è stato consigliato il PRADAXA (una dose la mattina e una la sera)
DOMANDE:
-e' possibile ridurre ad una dose al giorno?
- durante la cura del pradaxa devo fare accertamenti? e di
che tipo?
- Ci sono fatti ed elementi che possono determinare
l'inefficacia della cura? eventuali accorgimenti.
- cosa succede se si salta una dose o si prendono le due
dosi in una sola volta?
- in caso di inconvenienti (tipo emorragia):
caso grave: ospedale
caso lieve (ferite ecc.): ci sono rimedi a portata del
paziente?
Grazie e cordiasli saluti
[#12]
Attivo dal 2017 al 2019
Ex utente
Gentile dottore, non mi consideri noioso e la prego di rispondere alle mie ultime domande. A cui aggiungo la seguente.
Sto prendendo il pradaxa ma non sono meno tranquillo di prima: mi sembra di essere entrato in un nuovo ginepraio.
Non sono cosa mi possa succedere da un momento all'altro
per effetto del farmaco.
E' facile che di verifichino inconvenienti di una certa importanza o si tratta, in genere, di casi infrequenti?
Cosa mi devo aspettare e come devo essere preparato per
le piccole e le grandi emergenze. in questo ultimo caso cosa fare , come fare dove fare, in che tempi.
Quando si possono considerare casi lievi e "aspettare" che
passi e quando intervenire decisamente.
Vorrei stare un poco tranquillo o devo stare in allarme.
quale'è il giusto "estote parati"?
Quando prendo la capsula certe volte ho l'impressione che si fermi nell'esofago. E' importante? che significa?
GRAZIE E CORDIALI SALUTI
[#13]
Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
Caro signore il suo problema è l'ansia irrazionale....
se i milioni di pazienti che assumo farmaci come il suo dovessero comportarsi come lei non vivrebbero più.....
Stia tranquillo. Sappia che il rischio di emorragia diretamente dipendente dal farmaco è basso e che il Pradaxa che assume è l'unico NAO che ha l'antitodo, ossia una molecola in grado di bloccare l'effetto dell'anticoagulante nell'arco di pochi minuti nel caso ce ne sia bisogno (e questo lo decide solo un Centro ospedaliero per le emergenze).
Per il monitoraggio deve solo verificare funzione renale e epatica semestralmente non perchè sia il farmaco a creare problemi, ma perchè in caso di comparsa di alterazioni indipendenti della funzione renale o epatica il farmaco diventa emorragico.
Si tolga dalla testa di prendere una sola compressa al giorno. L'efficacia dipende esclusivamente dall'assunzione corretta di 2 cpr al giorno a distanza di 12 ore come se fosse un antibotico, senza mai saltare una compressa.
E con questo credo che la consulenza possa ritenersi terminata
[#14]
Attivo dal 2017 al 2019
Ex utente
devo fare TRE cose:
1) una tac al torace ed addome con e senza mezzo di contrasto;
2)infiltrazioni al ginocchio;
3)prelievo sangue per analisi
Siccome sto prendendo il pradaxa, vorrei sapere se ci sono
controindicazioni. cOSA FARE
Grazie e distinti saluti VITTORIO
[#15]
Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
Le rispondo anche se lei posta una domanda diversa e dopo tre mesi e questo imporrebbe che lei facesse una nuova richiesta di consulenza.
Per il prelievo di sangue e per la TAC li faccia tranquillamente senza sospendere il Pradaxa (tralaltro lei deve effettuare periodicamente dei controlli della funzione renale ed epatica, al massimo ogni 6 mesi, perché è importanti ai fini della sicurezza della terapia anticoagulante osservata). Per le infiltrazioni al ginocchio è auspicabile non effettuarle per il rischio emorragico....lei comunque non deve sospendere l'anticoagulante altrimenti rischia un ictus. Dica a chi vuole farle le infiltrazioni (presumo un ortopedico) che lei assume il Pradaxa e non può sospenderlo e quindi di valutare il rischio emorragico di una terapia che tralaltro non è risolutoria.
Cordialmente
Ipertensione

L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.

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