Sospetta aderenza peritoneale
Gentili Dottori,
mi rivolgo a voi nella speranza di trovare utili consigli per risolvere il mio problema. Sono una ragazza di 28 anni e da due soffro a causa di dolori al fianco destro (in particolare nella zona adiacente all'ombellico), che ormai hanno compromesso la mia vita. Tutto è iniziato durante le festività natalizie del 2007, quando ho contratto l'influenza stagionale (con vomito e diarrea). Allora la diarrea durò per un paio di mesi, accompagnata da febbricola (37 e mezzo), che però dava un forte senso di spossatezza. I dolori al fianco destro da quel momento iniziarono ad essere sempre più intensi e frequenti. Feci quindi delle visite (analisi ed ecografia), dalle quali però non risultò niente. A partire dal gennaio 2008 i dolori hanno iniziato ad essere particolarmente frequenti e forti. In particolare ormai 24 h su 24 ho un fastidio continuo nella zona suddetta (come se sentissi uno "spessore" che preme) accompagnato da fitte tipo "pugnalate" con frequenze anche di pochi minuti una dall'altra. Il dolore è imprevedibile, non sono riuscita a ricondurlo a nessun atteggiamento della vita quotidiana. Ho trascorso l'estate in giro per gli ospedali della zona per effettuare tutti gli accertamenti: TC, analisi del sangue (anche test per la celiachia), ecografia (dalla quale è risultato un adenoma al surrene sinistro di quasi 3 cm, ma non funzionante), gastro e colonscopia, clisma opaco e videocapsula, per escludere il chron o altri problemi d'assorbimento. Tutto negativo. Solo dalla TC è risultato un "ispessimento addominale", che ancora nessuno è riuscito a giustificarmi. Il dottore che mi sta seguendo a questo punto mi ha prospettato due possibilità: endometriosi o aderenza peritoneale, dato che 10 anni fa ho subito un'appendicectomia, e dato che la zona indicata è resistente al tatto. Ora mi dice che solo io posso decidere cosa fare, se subire una laparoscopia diagnostica o meno. Io non mi sento in grado di prendere una decisione del genere, vorrei essere almeno sicura di risolvere il problema. Sono avvilita e stanca di soffrire, non vivo più. Ho difficoltà a fare tutto, anche le cose che più amo. Vi chiedo, per favore, di darmi un consiglio, anche magari su qualche centro specializzato in merito in Italia.
Aspetto con ansia una vostra risposta e già vi ringrazio per la gentilezza.
mi rivolgo a voi nella speranza di trovare utili consigli per risolvere il mio problema. Sono una ragazza di 28 anni e da due soffro a causa di dolori al fianco destro (in particolare nella zona adiacente all'ombellico), che ormai hanno compromesso la mia vita. Tutto è iniziato durante le festività natalizie del 2007, quando ho contratto l'influenza stagionale (con vomito e diarrea). Allora la diarrea durò per un paio di mesi, accompagnata da febbricola (37 e mezzo), che però dava un forte senso di spossatezza. I dolori al fianco destro da quel momento iniziarono ad essere sempre più intensi e frequenti. Feci quindi delle visite (analisi ed ecografia), dalle quali però non risultò niente. A partire dal gennaio 2008 i dolori hanno iniziato ad essere particolarmente frequenti e forti. In particolare ormai 24 h su 24 ho un fastidio continuo nella zona suddetta (come se sentissi uno "spessore" che preme) accompagnato da fitte tipo "pugnalate" con frequenze anche di pochi minuti una dall'altra. Il dolore è imprevedibile, non sono riuscita a ricondurlo a nessun atteggiamento della vita quotidiana. Ho trascorso l'estate in giro per gli ospedali della zona per effettuare tutti gli accertamenti: TC, analisi del sangue (anche test per la celiachia), ecografia (dalla quale è risultato un adenoma al surrene sinistro di quasi 3 cm, ma non funzionante), gastro e colonscopia, clisma opaco e videocapsula, per escludere il chron o altri problemi d'assorbimento. Tutto negativo. Solo dalla TC è risultato un "ispessimento addominale", che ancora nessuno è riuscito a giustificarmi. Il dottore che mi sta seguendo a questo punto mi ha prospettato due possibilità: endometriosi o aderenza peritoneale, dato che 10 anni fa ho subito un'appendicectomia, e dato che la zona indicata è resistente al tatto. Ora mi dice che solo io posso decidere cosa fare, se subire una laparoscopia diagnostica o meno. Io non mi sento in grado di prendere una decisione del genere, vorrei essere almeno sicura di risolvere il problema. Sono avvilita e stanca di soffrire, non vivo più. Ho difficoltà a fare tutto, anche le cose che più amo. Vi chiedo, per favore, di darmi un consiglio, anche magari su qualche centro specializzato in merito in Italia.
Aspetto con ansia una vostra risposta e già vi ringrazio per la gentilezza.
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L' iter diagnostico seguito appare adeguato e le ipotesi verosimili, credo che persistendo il sintomo sia corretto segure le indicazioni di chi la segue e quindi, eventualmente, procedere con una laparoscopia diagnostica se ritenuta indicata nonostante l' invasività della procedura. Auguri!
Dottor Andrea Favara
http://www.andreafavara.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.2k visite dal 05/11/2009.
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