Calcoli alla colecisti in paziente cardiopatico di 76 anni in terapia anticoagulante

Spett. li dottori,
Ho 34 anni e Vi scrivo dalla provincia di Lecce mentre sono intento a cercare maggiori informazioni in rete che possano aiutarmi a immaginare una strada fattibile per aiutare mio padre.
Mio padre è un uomo di quasi 77 anni che gode di discreta salute.
E’ un uomo cardiopatico, portatore di due valvole (impiantate nel 2003) e di un defibrillatore (impiantato nel 2012).
Terapia anticoagulante.
Asciutto, va in bici, dieta mediterranea.
Lo scorso mese di settembre gli fu diagnostico ittero per calcoli alla colecisti, fortunatamente senza dolori acuti a livello addominale, colecistite litiasica e focolaio di broncopolmonite.
Se necessari, potrei scrivervi gli esiti degli esami strumentali eseguiti.

Il chirurgo consultato però ci disse che, a suo parere, il quadro generale di mio padre era troppo rischioso per poter considerare l’opzione dell’intervento chirurgico.
Avrebbe dovuto convivere con il problema e in caso di necessità ricorrere ogni volta al pronto soccorso.
L’intervento chirurgico, aggiunse, sarebbe rimasto come un’ipotesi estrema se un giorno mio padre fosse giunto in ospedale in condizioni tali da richiederlo.
Prescrisse una risonanza magnetica e colangio risonanza magnetica compatibile con il defibrillatore, una visita cardiologica e una visita pneumologica.
Da quel momento il nostro percorso si arrestò.
Non eravamo in grado di individuare un centro radiologico che eseguisse una risonanza magnetica sicura, non avevamo indicazioni di terapie o di regime alimentare né sapevamo a quale specialista rivolgerci per ottenerle.
Solo nel dicembre scorso, in occasione di un accesso al pronto soccorso per un problema di altra natura, la dottoressa di turno prescrisse per la prima volta il Deursil (dopo pranzo e cena).
Chiamò il reparto di radiologia dell’ospedale per chiedere della risonanza.
Risposta: i portatori di defibrillatore non possono assolutamente sottoporsi a una risonanza magnetica.
Così, il nostro percorso si arrestò un’altra volta.
Da gennaio 2020 mio padre iniziò la terapia con Deursil come indicato dalla dottoressa del pronto soccorso fino a oggi, per un totale di circa quattro mesi.
Attualmente ha sospeso la terapia su indicazione del medico di famiglia, dopo aver denunciato un prurito alla schiena che durava da alcune settimane e che il medico ha ricollegato all’utilizzo del Deursil.
Cosa è cambiato rispetto ad alcuni mesi fa?
Ha dovuto fare ricorso al pronto soccorso per una piccola colica biliare a marzo, primo episodio.
Utilizzare il Buscopan se avessero dovuto ripresentarsi.
Abbiamo sempre saputo che un paziente in terapia anticoagulante deve stare molto attento a utilizzare antidolorifici, così non lo abbiamo acquistato.
La colica si è ripresentata oggi, sempre lieve, con necessità di ruttare e fortunatamente nessun stimolo di vomito come la volta scorsa.
Ha preso una tachipirina e il dolore si è acquietato.
Leggo di approccio endoscopico alla colecisti per pazienti fragili.
Potete aiutarmi?
Vi ringrazio
[#1]
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.6k 661 233
Come sempre va valutato il rischio beneficio: la colecistectomia richiede un'anestesia generale il cui rischio va stimato mediante visita anestesiologica. Procedure endoscopiche possono essere concomitanti o alternative per rimuovere eventuali calcoli migrati nella via biliare se presenti. Il deursil serve a poco.
Le procedure richiedono una temporanea modifica della terapia in atto secondo indicazioni del cardiologo.Prego.

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

[#2]
Dr. Enrico Borrelli Chirurgo apparato digerente, Angiologo 22 1
In questo caso la valutazione definitiva deve farla l Anestesista. E' lui che può dire dopo aver valutato il parere cardiologico ecc. deve dare un giudizio sul rischio reale e quindi sull'operabilità del paziente. Cordialità. E. Borrelli

Dr. ENRICO BORRELLI