Adenocarcinoma pancreatico biliare

Buongiorno, seguito diagnosi di adenocarcinoma alla papilla di vater e condotto di windsur, mio padre (79 anni)è stato sottoposto con successo a ERCP + ampullectomia. L'esame istologico ha però mostrato "un adenocarcinoma tipo pancreatico-biliare con bordi con fenomeni di folgorazione che non escludono una sicura asportazione della neoplasia".
Il chirurgo ci ha detto che sarebbe necessaria la duodenocefalopancreasectomia, ma ha detto anche che le possibilità di mio padre di sopravvivere all'intervento sono del 50%, in quanto sofferente anche di: trombocitemia essenziale in trattamento con Oncocarbide e Cardirene; K prostatico in trattamento con Zoladex; ipertensione arteriosa e cardiopatia ipertensiva; prolasso mitralico con insufficienza lieve; BPCO di grado lieve in trattamento con Spiriva.
Per quanto riguarda la chemioterapia, il chirurgo ha detto che non è da fare in quanto se in questo momento mio padre venisse sottoposto a TAC, risulterebbe "pulito". Insomma secondo il chirurgo non ci resta niente da fare se non aspettare che il tumore ricompaia (si spera piu' tardi possibile).
La mia domanda è: ma veramente non si puo' fare proprio niente? E l'intervento chirurgico è davvero così rischioso per mio padre? C'e' qualche buon centro in Italia dove posso portarlo, che non sia il policlinico di Verona (che attualmente lo sta seguendo)? Vi prego di darmi una risposta urgente, perchè non so darmi pace. Grazie.
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Dr. Francesco Nardacchione Chirurgo generale 2.2k 69
Gentile signora
la neoplasia del pancreas purtroppo rappresentano ancora oggi un limite oltre il quale la chirurgia non riesce ad andare. Il tentativo di intervento propostole esporrebbe indubbiamente il paziente ad eccessivi rischi intra e post-operatori, senza avere la certezza della guarigione che in questi casi è molto, molto difficile se non quasi impossibile.
L'istituto dei tumori di Milano o il centro di Verona che lei ha menzionato sono sicuramente tra i primi in Italia per il trattamento di queste patologie. Tuttavia se i colleghi hanno ritenuto opportuno fermarsi penso che sia il caso di ascoltare il loro parere.

Cordiali saluti

Dr. F. Nardacchione
NB: qualunque sia il consulto la visita medica rimane imprescindibile

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Utente
Utente
Gentilissimo dr. Nardacchione, La ringrazio infinitamente per la Sua risposta così chiara e veloce. Ci pensero' su se fare un consulto all'Istituto Tumori di Milano e nel frattempo cercherò di mettermi l'anima in pace. Grazie ancora.
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Utente
Utente
Mi scusi dott. Nardacchione, io non so se mi sono spiegata bene: il chirurgo di verona non mi ha detto che e' inoperabile, ha detto che devo decidere io se farlo operare, ma me l'ha sconsigliato. Mio padre non sa ancora niente. Mi conferma quanto mi ha scritto poco fa?
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Dr. Francesco Nardacchione Chirurgo generale 2.2k 69
Gentile signora
comprendo bene quello che lei mi chiede ma le rispondo :
1 - a Verona, annualmente vengono osservati più di 900 casi di diversi tipi di tumore pancreatico ogni anno, facendone il primo Centro Europeo per numero di osservazione e interventi chirurgici per questa patologia.
2 - l'attività di ricerca clinica e di partecipazione alla ricerca di base e applicata del gruppo coordinato dal Prof. Pederzoli è ben nota in Italia e nel mondo.
3 - l'Anatomia patologica di Verona annovera tra i suoi esponenti docenti che hanno contribuito alla stesura delle classificazioni dei tumori da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) (Prof. G. Zamboni, coautore della classificazione sui tumori del pancreas nel 2000,
Prof. G. Martignoni, Prof. F. Menestrina)
4- il Prof. Aldo Scarpa, insieme al prof. Menestrina ed al prof. Pederzoli costituiscono un gruppo di ricerca per le patologie pancreatiche noto nel mondo
A tale scopo le allego due significativi link

http://stampamedica.it/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=777

http://www.fondazioneaiom.it/default2.asp?active_page_id=643

A questo punto le chiedo:
come possiamo noi consulenti informatici aiutarla via internet senza avere la possibilità di visitare il paziente, verificare le analisi effettuate e consultarci con chi, di grande esperienza, ha avuto modo di farlo direttamente ? La scelta di un intervento chirurgico rischioso non è facile e va adottata valutando bene i pro ed i contro. Nessuno di noi consulenti (credo) è in grado di dirle si o no, ma solo il buon senso potrà guidarla.
La decisione di un intervento chirurgico non spetta del resto solo al paziente nè solo al chirurgo, ma è una specie di contratto che si stabilisce tra le parti chiaramente informate sulle possibilità di successo, insuccesso e possibili complicanze.
Se un chirurgo di un centro di grande esperienza le ha sconsigliato l'intervento è, probabilmente perchè i rischi potrebbero essere superiori ai teorici vantaggi.
In caso di dubbi ne riparli comunque con lo stesso chirurgo ed eventualmente con il suo medico curante.

Un cordiale saluto
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dopo
Utente
Utente
Gentilissimo dott. Nardacchione,
la ringrazio ancora una volta. Sapere che il centro di Verona è il migliore in Italia mi rincuora tantissimo.
Ho deciso di seguire il Suo consiglio e perciò ho chiesto un altro appuntamento al chirurgo che ci sta seguendo e andrò anche dal mio medico di base.
Mi auguro di riuscire a prendere la decisione migliore e cerchero' di usare tutto il mio buonsenso come mi consiglia Lei.
Grazie e cordiali saluti.
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Dr. Francesco Nardacchione Chirurgo generale 2.2k 69
Gentile signora,
se posso permettermi di dirle un ultima cosa le consiglierei di parlare chiaramente anche con suo padre : è lui che deve decidere cosa fare e nessun altro.
Quando si parla con un malato esistono molti modi di informarlo sulle sue condizioni e sulla necessità di un trattamento. se lei non se la dovesse sentire perchè figlia, lo lasci fare al chirurgo.
Ogni medico ha in genere un bagaglio culturale e di espertienza che unito al garbo ed alla gentilezza permette di informare il paziente senza necessariamente terrorizzarlo. lasciando a lui poi la decisione ultima, come è giusto che sia.
Qualunque altra persona deve supportare il paziente ma non influenzarlo nelle scelte, perchè il rapporto medico-paziente è un rapporto fiduciario che diventa quasi indissolubile di fronte a certe malattie.
Apprezzo il suo impegno ma se può valuti con attenzione anche le mie parole.

Un saluto più che cordiale.

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Utente
Utente
Lasci che Le dica che Lei è un medico di grande umanità e la ringrazio per l'interessamento che dimostra al mio caso. Ieri sono stata nuovamente dal chirurgo e mi ha ripetuto che mi sconsiglia l'intervento e che quindi a mio padre direbbe semplicemente che l'intervento in endoscopia è andato bene e che adesso dovra' tenersi costantemente controllato. Io a questo punto mi chiedo: se decidiamo di non fargli fare l'intervento chirurgico perche' troppo pericoloso, ha senso mettere mio padre al corrente della verità? Lui è una persona molto attiva ma anche molto ansiosa, con una gran voglia di vivere e con una grande paura della morte. Io non ci dormo la notte a causa di questo dilemma: devo far scegliere a lui se fare l'operazione? In questo caso, visto che secondo me lui deciderebbe di non operarsi, vivrebbe il resto della sua vita nell'angoscia (lo conosco). Oppure gli dico che e' andato tutto bene e confido nella lentezza della malattia?
In questo caso lui vivrebbe sereno il tempo che gli rimane, anche se poi quando ci lascera'io mi sentiro' in colpa per non averlo fatto operare.
Le ho scritto questo perche' sappia che ci sto pensando costantemente alle Sue parole, ma non riesco a prendere una decisione.
Grazie per avermi ascoltata e mi perdoni se sto approfittando della Sua disponibilità. Se vorrà dirmi qualcos'altro, La leggero' con grande attenzione.

Cordiali saluti.
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Dr. Francesco Nardacchione Chirurgo generale 2.2k 69
Centile signora
non è mai facile fornire consigli e la legge ci dice che noi medici dobbiamo infomrare il paziente prima di ogni altra persona. Questo perchè esiste il diritto ed il consenso informato alle procedure da effettuare. Quando poi ci togliamo il camice e ritorniamo semplici persone subentrano tanti scupoli ed ognuno ritorna uomo piccolo piccolo di fronte a malattie senza ritorno. Nessuno potrà mai obblicarla a fare una scelta di cui non è convinta e da ex figlio (non da medico) forse sarei d'accordo con lei che più di ogni altra persona (soprattutto via internet) conosce suo padre e le sue eventuali reazioni. Tuttavia a volte l'uomo reagisce in modo imprevedibile riuscendo ad incassare sentenze anche di malattie inguaribili, con una reattività utile e positiva per il prosieguo delle cure. Il problema è che non sempre è così e spesso siamo lasciati soli nelle nostre decisioni. In alcuni ospedali ad esempio esistono psicologi che aiutano il paziente ad oggettivizzare la malattia aiutando il paziente ed anche i parenti. La scelta non è facile e qualunque sarà, sono sicuro che sarà stata fatta con il cuore. Un ultimo consiglio però: cerchi almeno di prenderla insieme ad altre persone care a suo padre e a lei, per non avere "un domani" scrupoli inutili e gratuiti a far compagnia al dolore per l'assenza.
Sappia comunque che, anche se non posso nulla, io sono qui.

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Io non so veramete come ringraziarLa. Se un giorno verrò a Roma proverò a cercarLa per stringerLe la mano.
Da ieri sto parlando con mia sorella, che mi ha detto una cosa vera: non esiste la decisione giusta. Tuttavia, conoscendo bene il carattere del papa', lei è dell'idea di tacergli tutto per lasciarlo sereno.
Oggi pomeriggio abbiamo la visita dal cardiologo (mio padre ha avuto un semi-infarto a seguito dell'intervento di ampullectomia), cosi' sentiro' anche lui come la pensa circa le possibilita' di superamento dell'eventuale intervento chirurgico.
Grazie ancora per la Sua vicinanza e disponibilità. Nella disgrazia della malattia ho trovato persone meravigliose come Lei.

Cordiali saluti.
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