Esiti exeresi encondroma III raggio mano dx

Buongiorno, mi scuso se sono stata prolissa ma ho voluto fornirvi più dettagli possibili in modo che abbiate un quadro chiaro della situazione.

A gennaio 2019, dopo caduta accidentale, è stato riscontrato tramite RX un encondroma alla base della falange intermedia del 3 dito della mano DX (dimensioni 1x1x1 cm).

A settembre è stato eseguito intervento di currettage e zeppaggio con osso autologo.

Mantenuta stecca di Zimmer per 20 gg e iniziata mobilizzazione attiva e passiva (non è stato attivato un PRI perché non ritenuto opportuno dallo specialista, pertanto ho effettuato FKT da "autodidatta")
A novembre eseguito RX di controllo che evidenziava aspetto irregolare del profilo corticale in sede dorsale da correlare all'obiettività clinica, tenore calcico ridotto.

All'EO l'ortopedico evidenzia rigidità interfalangea prossimale e distale.

Ripresa attività lavorativa con il benestare dello specialista.

I primi di gennaio 2020, pur non avendo subito traumi ed essere stata cauta nello svolgimento delle attività, ho iniziato ad avvertire dolore intenso in sede di intervento, il dito si presentava spesso edematoso, caldo e con ROM ridotto; la sintomatologia non si risolveva con il riposo e con l'assunzione di FANS.

Eseguiti:
-RX: tenore calcico ridotto, irregolarità della corticale in corrispondenza della base della falange intermedia come da possibile frattura, in particolare in sede dorso laterale, in processi osteo-riparativi.

- RMN: si rileva modesta deformità del profilo corticale, con aree di rimaneggiamento e segnale del callo osseo della rima in fase di evoluzione, di intermedio/elevato segnale, pertanto solo in parte ossificato; Tenue edema periferico, minima distensione fluida capsulare articolare interfalangea prossimale.
Il reperto, non univoco, è meritevole di rivalutazione specialistica ortopedica considerato il tipo di intervento effettuato, lo stato di ossificazione e l'edema residuo.

- TC: Corticale assente sul profilo dorsale ed ulnare, appare interrotta sul profilo palmare da frattura a decorso trasverso, con interessamento articolare con distacco parcellare della base della F2 sul versante ulnare.
Si osserva sfumata area di osteorarefazione che circonda il materiale di zeppaggio e lieve ispessimento della corticale al terzo medio della falange, ispessimento dei tessuti molli nella sede della frattura e periarticolare.
Quadro meritevole di controllo evolutivo e valutazione specialistica.

Da fine gennaio sto tenendo stecca removibile di notte e durante lo svolgimento di "attività a rischio" su indicazione dello specialista.

I miei quesiti sono: è sufficiente tenere questo tutore o è necessario immobilizzare il dito più adeguatamente?
Per quanto tempo?
Come bisogna procedere dopo il periodo di "immobilizzazione"?
E' utile la magnetoterapia?
Non avendo subito traumi, quali possono essere state le cause della frattura?
E' stato cauto tornare a lavoro dopo pochi mesi dall'intervento?
E' possibile che ci sia una recidiva del condroma?

Grazie
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Gentile Signora,

si, è possibile che si possa trattare di una recidiva.

Deve essere valutato il quadro radiologico con attenzione, per capire come stanno esattamente lo cose.

Buona giornata.

Dr. Giorgio LECCESE

NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale

[#2]
dopo
Utente
Utente
Egregio Dottore, la ringrazio per avermi risposto.
Nell'auspicata ipotesi in cui si tratti di una frattura dovuta ad una fragilità della corticale, per sovvenire alla rigidità interfalangea presente, sarebbe utile attivare un percorso riabilitativo?
Trattamenti come la magnetoterapia potrebbero giovare alla mia condizione?
Se invece dovesse trattarsi di recidiva, bisognerebbe rifare il curretage e zeppaggio?
L'intervento dovrà essere eseguito subito o bisognerà attendere che si risolvi la frattura?
Grazie
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Se si tratta solo di frattura, deve fare terapia domiciliare con campi magnetici (alcune ore al giorno).
Non può fare riabilitazione se c'è frattura.
Va comunque verificato se coesiste una recidiva che indebolisce l'osso.