Dopo intervento emorroidi
alve Circa cinquanta gg fa sn stao operato di emorroidi di II grado con la nuova tecnica Thd. Il post operatorio è stato sopportabile. Ma da allora ho una media 2-3 scariche al giorno ( a vote anche 4-5), che sn feci formate cmq. Il mio chirurgo mi ha fatto usare Lopemeid cps da assumere una volta la giorno, e TOPSTER supposte la sera: il problema nn si è risolto completamente.Inoltre da circa 10 gg mi è comparso nodulo in prossimità dell'ano. Alla vista lo specialista mi "tranquilizzato" dicendo che si tratta "solo" di una emorroide esterna, non interessata dall'intevenento. Mi ha prescritto Ruscoroid cream + Arvenum compresse. Lui dice che nn si opera questo tipo di emorroide, ma x me è dieci volte +fastidiosa e dolorosa di quell interne, che ho preferito operare, anche se nn mi creavano tanti problemi come questa esterna.
C'è per favore qualcuno se darmi indicazioni sul problema dell'alvo e in particolare su questa nodulo emorroidario esterno?
Grazie della disponibilità!
C'è per favore qualcuno se darmi indicazioni sul problema dell'alvo e in particolare su questa nodulo emorroidario esterno?
Grazie della disponibilità!
[#1]
gentile utente,
l'irregolarità dell'alvo dopo un intervento chirurgico si potrebbe inquadrare in relazione a terapie antibiotiche somministrate come profilassi oppure come terapia nel postoperatorio. questa terapia può provocare una modificazione della flora intestinale che porta a questo tipo di sintomatologia da lei riferita. inoltre per il suo intervento di solito vengono somministrati farmaci che tendono a rendere le feci più pastose in modo da rendere il bolo fecale meno traumatzzante nei confronti della mucosa sottoposta all'intervento. se poi aggiungiamo i disturbi determinati dalla situazione locale nella quale per motivi magari non legati alla reale sintomatologia ma solo per problemi "psicologici", questi possono giustificare per lo meno inizialmente tali problematiche.
il fatto che si sia fatto già controllare dal suo chirurgo e che questo le abbia consigliato la terapia, che indica, peraltro condivisibile, mi sembra un comportamento corretto.
per quanto riguarda il problema sopraggiuto nel postoperatorio, questo potrà essere valutato solo da chi ha eseguito l'intervento o da colui che potrà visitarla dal vero e non virtualmente.
mi tenga informato
cordiali saluti
l'irregolarità dell'alvo dopo un intervento chirurgico si potrebbe inquadrare in relazione a terapie antibiotiche somministrate come profilassi oppure come terapia nel postoperatorio. questa terapia può provocare una modificazione della flora intestinale che porta a questo tipo di sintomatologia da lei riferita. inoltre per il suo intervento di solito vengono somministrati farmaci che tendono a rendere le feci più pastose in modo da rendere il bolo fecale meno traumatzzante nei confronti della mucosa sottoposta all'intervento. se poi aggiungiamo i disturbi determinati dalla situazione locale nella quale per motivi magari non legati alla reale sintomatologia ma solo per problemi "psicologici", questi possono giustificare per lo meno inizialmente tali problematiche.
il fatto che si sia fatto già controllare dal suo chirurgo e che questo le abbia consigliato la terapia, che indica, peraltro condivisibile, mi sembra un comportamento corretto.
per quanto riguarda il problema sopraggiuto nel postoperatorio, questo potrà essere valutato solo da chi ha eseguito l'intervento o da colui che potrà visitarla dal vero e non virtualmente.
mi tenga informato
cordiali saluti
Marco Catani
http://www.marcocatani.it
Il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale
[#2]
Ex utente
Grazie Prof. Catani della tempestiva risposta!
In effetti l'alvo sta lentamente migliorando e quindi su questo sn fiducioso.
Quello che per me è oggi più importante sapere se nel caso questo nuovo nodulo di tipo esterno nn regredisse con la sola teraèia medica, sia possibile trattarlo chirutgicamente e, in caso affermativo, con quale tipo di interevento, visto che a tal proposito nn ho trovato informazioni su internet.
Grazie
In effetti l'alvo sta lentamente migliorando e quindi su questo sn fiducioso.
Quello che per me è oggi più importante sapere se nel caso questo nuovo nodulo di tipo esterno nn regredisse con la sola teraèia medica, sia possibile trattarlo chirutgicamente e, in caso affermativo, con quale tipo di interevento, visto che a tal proposito nn ho trovato informazioni su internet.
Grazie
[#3]
gentile utente,
avevo proprio chiarito che questo aspetto risulta ancora più difficile poter rispondere esattamente, se non solo in modo estremamente teorico e quindi inutile per lei perchè senza alcun riscontro pratico quindi non utilizzabile.
posso anche capire che questa "sorpresa" post operatoria possa aver alterato il rapporto di fiducia con il suo chirurgo in relazione anche alla sua risposta di fronte alla problematica.
ma un consulto a distanza, come avevo già accennato ha dei grossi limiti uno è proprio questo. è molto importante infatti il reperto obiettivo che può essere rilevato con la visita medica.
è per questo che la rinviavo a tornare dal suo chirurgo o qualora non volesse pensare ad una alternativa.
ritengo comunque che tale sintomatologia dovrebbe andare incontro ad una riduzione in relazione anche alla normalizzazione del suo alvo.
mi tenga comunque informato
cordiali saluti
avevo proprio chiarito che questo aspetto risulta ancora più difficile poter rispondere esattamente, se non solo in modo estremamente teorico e quindi inutile per lei perchè senza alcun riscontro pratico quindi non utilizzabile.
posso anche capire che questa "sorpresa" post operatoria possa aver alterato il rapporto di fiducia con il suo chirurgo in relazione anche alla sua risposta di fronte alla problematica.
ma un consulto a distanza, come avevo già accennato ha dei grossi limiti uno è proprio questo. è molto importante infatti il reperto obiettivo che può essere rilevato con la visita medica.
è per questo che la rinviavo a tornare dal suo chirurgo o qualora non volesse pensare ad una alternativa.
ritengo comunque che tale sintomatologia dovrebbe andare incontro ad una riduzione in relazione anche alla normalizzazione del suo alvo.
mi tenga comunque informato
cordiali saluti
[#5]
Gentile Utente
Alle puntuali e precise considerazioni fatte dal collega Catani in merito alle modificazioni dell'alvo dovute a terapia antibiotica o altri farmaci e sotanze per rendere poltacee le feci, vorrei aggiungere che molte volte il disturbo descritto è strettamente lagato al tipo di intervento.
Tale sintomatologia non diarrioca, mi sembra di aver capito?(sn feci formate cmq) caratterizzata da frequenti ed urgenti evacuazioni viene definita urgenza defecatoria.
Tale disturbo, transitorio, accompagna spesso gli interventi proctolgici che, in qualche maniera, modificano il retto basso. Questo accade anche nella THD.
In merito al nodulo emorroidario esterno, la sua presenza è dovuto ai limiti della tecnica THD, abbinata o meno alla variante con emorroidopessi. Sicuramente con l'opportuna terapia si decongestionerà, ma non scomparirà del tutto.
Il perchè è nella tecnica, la THD non esegue la resezione del prolasso rettale interno, ormai riconoscita causa dello scivolamento verso il basso dei gavoccioli emorroidari, ma solo la trasfissione dei vasi arteriosi rilevati dal doppler, quindi, non riducendo il prolasso interno, non fa risalire del tessuto emorroiario nella sua sede naturale.
Nel suo caso, in relazione all' intensa sintomatologia ,ma non prima di una ulteriore valutazone coloproctologica a conferma di quanto ci ha descritto, andrebbe presa in cosiderazione una prolassectomia settoriale longitudinale includente il nodulo interessato.
Alle puntuali e precise considerazioni fatte dal collega Catani in merito alle modificazioni dell'alvo dovute a terapia antibiotica o altri farmaci e sotanze per rendere poltacee le feci, vorrei aggiungere che molte volte il disturbo descritto è strettamente lagato al tipo di intervento.
Tale sintomatologia non diarrioca, mi sembra di aver capito?(sn feci formate cmq) caratterizzata da frequenti ed urgenti evacuazioni viene definita urgenza defecatoria.
Tale disturbo, transitorio, accompagna spesso gli interventi proctolgici che, in qualche maniera, modificano il retto basso. Questo accade anche nella THD.
In merito al nodulo emorroidario esterno, la sua presenza è dovuto ai limiti della tecnica THD, abbinata o meno alla variante con emorroidopessi. Sicuramente con l'opportuna terapia si decongestionerà, ma non scomparirà del tutto.
Il perchè è nella tecnica, la THD non esegue la resezione del prolasso rettale interno, ormai riconoscita causa dello scivolamento verso il basso dei gavoccioli emorroidari, ma solo la trasfissione dei vasi arteriosi rilevati dal doppler, quindi, non riducendo il prolasso interno, non fa risalire del tessuto emorroiario nella sua sede naturale.
Nel suo caso, in relazione all' intensa sintomatologia ,ma non prima di una ulteriore valutazone coloproctologica a conferma di quanto ci ha descritto, andrebbe presa in cosiderazione una prolassectomia settoriale longitudinale includente il nodulo interessato.
Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com
[#7]
Non necessariamente se il prolasso emorroidario è stato ben valutato e reputato suscettibile di correzione con la sola THD.
Sicuramente no nell'immediato post operatorio,dopo THD.
La prolassectomia settoriale longitudinale rappresenta la sola resezione del nodulo emorroidario interessato, può essere eseguita in anestesia locale e senza punti di sutura se si utilizza bisturi a radiofrequenza o ultrasuoni.
Sicuramente no nell'immediato post operatorio,dopo THD.
La prolassectomia settoriale longitudinale rappresenta la sola resezione del nodulo emorroidario interessato, può essere eseguita in anestesia locale e senza punti di sutura se si utilizza bisturi a radiofrequenza o ultrasuoni.
[#9]
L'urgenza, come le ho scritto, è transitoria, la durata si pensa sia strettamente legata alla guarigione della "ferita" rettale ed all'adattamento dell'ampolla rettale alle modifiche realizzate.
Non sempre è possibile agire farmacologicamente su queste cause.
Ma in presenza di una spiccato edema, a livello dei punti di sutura interni, può essere necessaria l'applicazione locale o somministrazione parenterale di farmaci dedicati.
Quindi solo il suo curante o chi la visiterà potrà valutare l'opportuna necessità e utilità e scegliere la molecola più idonea.
Non sempre è possibile agire farmacologicamente su queste cause.
Ma in presenza di una spiccato edema, a livello dei punti di sutura interni, può essere necessaria l'applicazione locale o somministrazione parenterale di farmaci dedicati.
Quindi solo il suo curante o chi la visiterà potrà valutare l'opportuna necessità e utilità e scegliere la molecola più idonea.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 5k visite dal 08/11/2009.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Emorroidi
Cosa sono le emorroidi? Sintomi, cause, cura, rimedi e prevenzione della malattia emorroidaria. Quando è necessario l'intervento chirurgico o in ambulatorio?