Rettocele-ragade e impatto su gravidanza futura

Egregi dottori,
ho 31 e di recente, a seguito di una serie di esami (anoscopia, ecografia transrettale 3D, manometria e defecografia) mi è stato diagnosticato un rettocele di 2cm con lieve prolasso della vescica in fase di ponzamento e una ragade. Peraltro, il mio intestino è risultato un pò più lungo della norma.
Non ho gravi disturbi (tipo dolori cronici, perdite o sanguinamenti) e anche se non riesco mai a svuotare completamente l'intestino, vado di corpo tutti i giorni.
Non ho figli e vorrei averne nei prossimi 2-4 anni.
Il mio medico dice che la mia situazione anche se non urgente è "anomala" e soggetta a peggioramento, per cui, prima o poi dovrò comunque sottopormi a intervento chirurgico (Longo II), anche al fine di scongiurare un malaugurato prolasso dell'intestino.
Se fossi sicura al 100% che l'intervento andrà a buon fine - e, soprattutto, senza fistole - non avrei problemi a operarmi, considerato anche che non mi sento perfettamente a mio agio in questa situazione.
Tuttavia, ho paura che un intervento mal riuscito possa rovinarmi la vita per sempre, mentre ora comunque sto bene (anche perchè il metodo Longo II mi sembra essere una tecnica innovativa ancora in fase sperimentale).
Pertanto, Vi chiedo
(i) la mia situazione è necessariamente "anomala" e da operare? Non potrebbe essere una conformazione naturale del mio retto?
(ii) un'operazione errata o mancata potrebbe compromettere o incidere sull'esito di una futura gravidanza?
(iii) se non mi opero quali potrebbero essere le conseguenze negative e, nella Vostra esperienza, in quanto tempo?
(iv) a parte il metodo Longo II esistono ulteriori tecniche che potrei considerare diverse da quella tradizionale che parte dalla pancia (che ho già escluso perchè troppo invasiva)?
Grazie mille in anticipo per la Vostra disponibilità.
Cordiali Saluti
Veronica
[#1]
Dr. Attilio Nicastro Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente 461 5
Cara Veronica,
la sua situazione "anomala" andrebbe approfondita. La presenza di rettocele e di prolasso vescicale sono inquadrabili nella sindrome del perineo discendente, frequente nelle donne che hanno avuto uno o più parti naturali, nelle persone obese, nell'età avanzata, nelle donne con stipsi di lunga data. Ma esiste una ulteriore popolazione a rischio qella che pratica lo sport ed in particolare basket, pallavolo, tennis, corsa ecc. In queste pazienti non è raro trovare una situazione di debolezza del pavimento pelvico. Oltre a disturbi della defecazione e della minzione possono sussistere disturbi della sfera sessuale (dalla minore sensibilità durante il coito all'anorgasmia). In questi casi il primo approccio indicato è quello riabilitativo che si pone come alternativa alla chirurgia nei prolassi di lieve entità. In giovane età non indico alcun trattamento chirurgico non solo relativo alle complicanze più o meno correlate, ma anche in rapporto all'evoluzione delle caratteristiche fisiologiche che sicuramente avranno le pazienti. Non mi trova conseziente sul metodo cosiddetto di Longo. Da un punto di vista fisiopatologico (nonostante i fautori della tecnica ammettano il contrario) non trova alcun fondamento. Inoltre le metodiche chirurgiche che si adottano sono sicure e povere di vere complicanze e possono essere condotte sia per via vaginale che per via transanale. Ma nel suo caso particolare (future gravidanze ecc.) non vi è alcuna indicazione alla chirurgia tantomeno al metodo cosiddetto di longo.
Auguri
Dott. Attilio Nicastro
www.attilionicastro.it

[#2]
Attivo dal 2007 al 2007
Ex utente
Egregio dottore,
grazie mille per il Suo celere riscontro.
Rifletterò attentamente sulla questione prima di pensare a un intervento.
Le sarei grata se potesse indicarmi in cosa consiste il metodo riabilitativo.
Comunque, non riesco a capire come mai ho questo problema, considerato che non ho mai avuto figli, peso 56 kg e sono alta 1,65 - quindi, non sono obesa - non ho stipsi e conduco una vita sedentaria (faccio palestra una volta ogni tanto), non ho disturbi della defecazione (a parte un pò di pesantezza e la sensazione di non completo svuotamento dell'intestino), della minzione e della sfera sessuale.
Cordiali saluti.
Veronica
[#3]
Dr. Attilio Nicastro Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente 461 5
Cara Veronica,
per questo motuvi ho premesso che la sua situazione andrebbe approfondita. Un rettocele di 2 cm non indica alcun trattamento e solo in presenza di disfunzioni (proctologiche, urinarie sessuali) vi può essere indicazione ad un trattamento riabilitativo che consiste nell'applicazione di una fisioterapia, elettrostimolazione e bioofeedback. L'attuazione della rieducazione funzionale deve essere conbdotta in centri specializzati sul pavimento pelvico. I disturbi lamentati scompaiono dopo poche settimane.
Auguri
Dott. Attilio Nicastro
www.attilionicastro.it
[#4]
Attivo dal 2007 al 2007
Ex utente
La ringrazio molto.
Buona domenica
Veronica
[#5]
Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.4k 379
Cara Veronica
Rettocele di 2cm ,cistocele di grado imprecisato , ragade anale.Un rettocele di 2 cm.lo possiamo considerare fisiologico quindi, tranquilla ,nessuna terapia chirurgica.La chirurgia del rettocele è indicata nei chiari quadri defecografici dove è evidente ,in associazione al rettocele, la presenza di una sindrome da ostruita defecazione.La tecnica di Longo,da lei menzionata,per la defecazione ostruita,non trova indicazione nel suo caso.Tale tecnica detta STARR oggi si avvale di un nuovo presidio, una stapler dedicata ,che sempre per via trans anale, permette di poter ottenere una più precisa e regolata resezione dl rettocele e del prolasso rettorettale.Tale tecnica ,detta TRANSTARR è eseguita solo in pochi centri coloproctologici specializzati in Italia ,solo questi sono forniti di tale presidio e nessun altro può averlo in dotazione, a garanzia di un'opportuna e precisa indicazione chirurgica, proprio per evitare ,come nel suo caso ,generiche indicazioni e un'uso improprio.L'uso improprio di alcune tecniche nelle mani di colleghi che non hanno sviluppato e completato una curva di apprendimento,non solo tecnica ma anche in merito alle indicazioni ,è il motivo di insuccessi e di complicanze che rendono impopolari e gravati da tante perplessità questi interventi,invece, risolutivi.Concordo con un ciclo di terapia ribilitativa per la risoluzione del suo problema.Da rivalutare la presenza della ragade anale che potremmo considerare, già da sola, responsabile di alcuni suoi disturbi.

Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

[#6]
Attivo dal 2007 al 2007
Ex utente
Grazie molte dottore per la Sua cortese risposta.
Mi prenderò un pò di tempo per riflettere e valutare possibili alternative prima di pensare a un intervento.
Buona giornata.
Veronica
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