Ecocolor doppler
Buongiorno, ieri mi sono stato sottoposto all'Ecocolor doppler, volevo avere un vostro parere, se è necessario che mi operi o meno e se è consigliabile effettuare l'operazione in certi periodo piuttosto che in altri. Grazie.
Questa la diagnosi:
"Ecocolor Doppler venoso degli arti inferiori.
Varici dell’arto inferiore sinistro.
Asse venoso femoro-popliteo con flusso regolare, fasico con il respiro, continente e normalmente comprimibile. Nessun segno di trombosi venosa profonda. Safene interne con reflusso bilateralmente dalla crosse, maggiore a sinistra dove la safena all’origine è dilatata. Continenti le piccole safene."
Grazie
Questa la diagnosi:
"Ecocolor Doppler venoso degli arti inferiori.
Varici dell’arto inferiore sinistro.
Asse venoso femoro-popliteo con flusso regolare, fasico con il respiro, continente e normalmente comprimibile. Nessun segno di trombosi venosa profonda. Safene interne con reflusso bilateralmente dalla crosse, maggiore a sinistra dove la safena all’origine è dilatata. Continenti le piccole safene."
Grazie
Dal referto ecodoppler le direi che l'intervento è indicato. Il perdiodo migliore autunno, inverno, primavera.
Cordialità
Alessandro de Troia
Cordialità
Alessandro de Troia
alessandro de Troia
Caro utente,
vedo un'indicazione assoluta all'intervento chirurgico che, in questo caso, costituisce un intervento di prevenzione secondaria ossia serve a prevenire le complicanze: flebiti, trombosi venose, ulcere ecc. nessuna delle quali, le garantisco, è auspicabile.
Ogni periodo è buono sebbene l'estate comporti due problemi essenziali: primo, dover sopportare una fascia o calza elastica per almeno 15 giorni con il caldo italiano e, secondo, non poter esporre le cicatrici al sole pena un risultato estetico peggiore a distanza. Ma se lei vive in ambienti condizionati o sopporta molto bene il caldo e non è un patito della tintarella, allora ogni periodo è buono.
Cordiali saluti
vedo un'indicazione assoluta all'intervento chirurgico che, in questo caso, costituisce un intervento di prevenzione secondaria ossia serve a prevenire le complicanze: flebiti, trombosi venose, ulcere ecc. nessuna delle quali, le garantisco, è auspicabile.
Ogni periodo è buono sebbene l'estate comporti due problemi essenziali: primo, dover sopportare una fascia o calza elastica per almeno 15 giorni con il caldo italiano e, secondo, non poter esporre le cicatrici al sole pena un risultato estetico peggiore a distanza. Ma se lei vive in ambienti condizionati o sopporta molto bene il caldo e non è un patito della tintarella, allora ogni periodo è buono.
Cordiali saluti
Maurizio Di Giacomo
Anche se la decisione di operarsi andrebbe rapportata anche alla sintomatologia, stili di vita, abitus costituzionale, ecc., sulla base dei dati forniti dall' ecocolordoppler l'indicazione all'intervento c'è. Avendo la possibilità di scegliere e per i motivi che Le sono già stati proposti, è senz'altro consigliabile eseguire l'intervento nella stagione fredda.
Egregio Signore,
Il riferto dell'eco-doppler venoso degli arti inferiori dimostra la indicazione assoluta all'intervento chirurgico di safenectomia interna sinistra. Le stagioni migliori per affrontare il problema sono autunno, inverno e primavera.
Resto a disposizione per qualsiasi informazione.
cordialità,
dott. M.Rodio
Il riferto dell'eco-doppler venoso degli arti inferiori dimostra la indicazione assoluta all'intervento chirurgico di safenectomia interna sinistra. Le stagioni migliori per affrontare il problema sono autunno, inverno e primavera.
Resto a disposizione per qualsiasi informazione.
cordialità,
dott. M.Rodio
Specialista in Chirurgia Vascolare
Gentile Utente,
un dato rilevante sarebbe stato quello relativo all'entità della dilatazione della safena sn alla crosse; questo avrebbe potuto escludere o meno ancje l'indicazione all'intervento con laser endovena.
Cordiali saluti
un dato rilevante sarebbe stato quello relativo all'entità della dilatazione della safena sn alla crosse; questo avrebbe potuto escludere o meno ancje l'indicazione all'intervento con laser endovena.
Cordiali saluti
dr Vincenzo Scrivano
ANGIOLOGO
Gentile Signore,
Se valutiamo l’esame ecocolor-doppler venoso degli arti inferiori che lei ha eseguito, sembra poter porre l’indicazione ad un trattamento chirurgico della sua insufficienza venosa. Ma credo che l’esame debba essere corredato da una valutazione clinico-sintomatologica.
Tutto ciò è estremamente importante per conoscere la malattia varicosa:
a- A differenza delle patologie vascolari arteriose (carotidopatie, arteriopatie periferiche ed la patologia aneurismatica dell’aorta) il trattamento della malattia varicosa (varici degli arti inferiori) se non "complicata" può essere differita e programmata. Nel frattempo trattata con terapia “elastocompressiva” (calza elastica a compressione graduata) e “farmacologia” mediante impiego di vasoprotettori.
b- E’ importante valutare quale tipo di tecnica chirurgica adottare (safenectomia classica, stripping corto, trattamento laser, radiofrequenza, scleromousse..). Tutto ciò dipende da vari parametri oltre che clinico-strumentali anche anatomici (diametro safenico, presenza di varici alla coscia…).
c- E’ inoltre utile conoscere quali sono le tecniche anestesiologiche (anestesia plessica o spinale superselettiva…) Chi sarà l’Operatore, quale è la sua esperienza, cosa mi aspetta nel periodo post-operatorio, ecc...
A tutt’oggi credo che: l’affidabilità e l'esperienza dell’Operatore oltre che una attenta consulenza flebologica (per rendere noto al paziente in cosa consiste la malattia varicosa e pianificare con Lui un approccio al problema) sia fondamentale.
Cordiali saluti http://www.arcamedica.net
Se valutiamo l’esame ecocolor-doppler venoso degli arti inferiori che lei ha eseguito, sembra poter porre l’indicazione ad un trattamento chirurgico della sua insufficienza venosa. Ma credo che l’esame debba essere corredato da una valutazione clinico-sintomatologica.
Tutto ciò è estremamente importante per conoscere la malattia varicosa:
a- A differenza delle patologie vascolari arteriose (carotidopatie, arteriopatie periferiche ed la patologia aneurismatica dell’aorta) il trattamento della malattia varicosa (varici degli arti inferiori) se non "complicata" può essere differita e programmata. Nel frattempo trattata con terapia “elastocompressiva” (calza elastica a compressione graduata) e “farmacologia” mediante impiego di vasoprotettori.
b- E’ importante valutare quale tipo di tecnica chirurgica adottare (safenectomia classica, stripping corto, trattamento laser, radiofrequenza, scleromousse..). Tutto ciò dipende da vari parametri oltre che clinico-strumentali anche anatomici (diametro safenico, presenza di varici alla coscia…).
c- E’ inoltre utile conoscere quali sono le tecniche anestesiologiche (anestesia plessica o spinale superselettiva…) Chi sarà l’Operatore, quale è la sua esperienza, cosa mi aspetta nel periodo post-operatorio, ecc...
A tutt’oggi credo che: l’affidabilità e l'esperienza dell’Operatore oltre che una attenta consulenza flebologica (per rendere noto al paziente in cosa consiste la malattia varicosa e pianificare con Lui un approccio al problema) sia fondamentale.
Cordiali saluti http://www.arcamedica.net
Dott. Renato Casana
Responsabile Chirurgia Vascolare e Angiologia
Istituto Auxologico Italiano IRCCS
Dipartimento Chirurgico Capitanio
E' corretta l'indicazione chirurgica; tecnicamente non esiste un periodo "migliore" per effettuare l'intervento, semplicemente quando fa molto caldo è maggiore il disagio postoperatorio per il paziente.
La tecnica chirurgica più opportuna andrà valutata da chi effettuerà l'intervento. L'elastocompressione, a mio avviso, dev'essere mantenuta anche dopo l'intervento poichè questo non elimina la "predisposizione" all'insufficienza venosa cronica.
La tecnica chirurgica più opportuna andrà valutata da chi effettuerà l'intervento. L'elastocompressione, a mio avviso, dev'essere mantenuta anche dopo l'intervento poichè questo non elimina la "predisposizione" all'insufficienza venosa cronica.
Ruggiero Curci
assolutamente d'accordo con i Colleghi che mi hanno preceduto, in particolare sulla necessità di tratare la safena. Sulla tecnica da utilizzare (chirurgica, miniinvasiva, endovascolare, scleroterapica con schiuma ecc) l'indicazione va valutata con un ecodoppler mirato e con le misurazioni dei diametri, della distanza dal piano cutaneo, dalla continenza della valvola terminale e preterminale, oltre che da una corretta valutazione clinica sulle condizioni generali e patologie concomitanti del paziente.
A mio parere, tolto il disagio della calza elastica, non esistono controindicazioni ad intervenire anche nei persiodi caldi.
A mio parere, tolto il disagio della calza elastica, non esistono controindicazioni ad intervenire anche nei persiodi caldi.
dr. M. Forzanini - Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare -
Brescia
Sito Web: www.forzanini.it
I dati proposti dal referto dell'esame indicano una insufficienza valvolare della giunzione safenica.
L'indicazione o meno ad un trattamento chirurgico dipende anche dalla valutazione clinica (sintomatologia, estensione delle varici, dilatazione della safena, età, future e programmate gravidanze etc)
Il consiglio quindi è di non attenersi al solo dato strumentale.
L'indicazione o meno ad un trattamento chirurgico dipende anche dalla valutazione clinica (sintomatologia, estensione delle varici, dilatazione della safena, età, future e programmate gravidanze etc)
Il consiglio quindi è di non attenersi al solo dato strumentale.
Sergio Losa
il referto ecocolordoppler sembrerebbe porre indicazione ad un trattamento flebochirurgico , anche se non parla dell'entità del reflusso ; MODESTO; IMPORTANTE; QUANTI SECONDI? SI TRATTA DI UN REFLUSSO LUNGO O BREVE?. Questo solo per dire che è importante il dato strumentale, ma lo stesso dovrebbe essere il più dettagliato possibile per poter decidere in merito al trattamento chirurgico. Come inoltre ha osservato qualche Collega molto importante è anche il dato sintomatologico che deve indirizzare o meno verso l'intervento. Una volta chiarite tutte queste cose è necessario valutare se si possano o meno utilizzare tecniche mininvasive come per esempio il laser, la radiofrequenza ecc.. che hanno degli ottimi risultati , assolutamente paragonabili se non a volte migliori rispetto all'intervento chirurgico tradizionale. molto importante però è anche l'operatore. l'esperienza con le varie metodiche è fondamentale per la migliore riuscita dell intervento stesso . per uqel che riguarda il periodo , di solito si cerca di evitare i mesi molto caldi ma più che altro per evitare disagio al paziente che di regola dopo l'intervento stesso deve indossare una calza elastica
cordiali saluti
www. istitutoflebologico.it
cordiali saluti
www. istitutoflebologico.it
SALVATORE FERRARI RUFFINO MD,PhD
una considerazione la merita la giovane età del paziente.
spesso negli uomini le varici degli arti inferiori sono meno sintomatiche che nelle donne e si assiste talora a pazienti sportivi che hanno una massa muscolare ben sviluppata con varici evidenti. in molti casi l'ecd esprime un reflusso tronculare ma il paziente tollera discretamente i sintomi dell'insufficenza venosa.
questi elementi sono senz'altro pesabili con la valutazione clinica, anche se il dato strumentale depone comunque per una patologia che richiederà in tempi futuri un trattamento chirurgico.
in bocca al lupo!
Dr. Gianfranco Varetto
SONO D'ACCORDO CON I CON I COLLEGHI CHE SULLA BASE DELL'ESAME È INDICATO L'INTERVENTO,
TUTTAVIA PER UNA CORRETTA INDICAZIONE CHIRURGICA E’ NECESSARIO TENER CONTO DI ALTRI PARAMETRI IN PARTICOLARE :SINTOMATOLOGIA E CORRETTA VALUTAZIONE CLINICA DELLE CONDIZIONI GENERALI E DI PATOLOGIE CONCOMITANTI DEL PAZIENTE ;INOLTRE IN PARTICOLARE L'ECOCOLOR VA INTEGRATO DA ULTERIORI PARAMETRI : DIAMETRI , CONTINENZA DELLA VALVOLA TERMINALE E PRETERMINALE CHE PERMETTONO DI FARE ATTENTE VALUTAZIONI ,. SULLA TECNICA DA UTILIZZARE (CHIRURGICA, MINIINVASIVA, ENDOVASCOLARE, ETC
.
A MIO PARERE, , NON ESISTONO CONTROINDICAZIONI AD INTERVENIRE ANCHE NEI PERSIODI CALDI ANCHE SE L'OBBLIGATORIETA' DELL’ELASTOCOMPRESSIONE POST- OPERATORIA .è SICURAMENTE UN DETERRENTE PER IL PZ
TUTTAVIA PER UNA CORRETTA INDICAZIONE CHIRURGICA E’ NECESSARIO TENER CONTO DI ALTRI PARAMETRI IN PARTICOLARE :SINTOMATOLOGIA E CORRETTA VALUTAZIONE CLINICA DELLE CONDIZIONI GENERALI E DI PATOLOGIE CONCOMITANTI DEL PAZIENTE ;INOLTRE IN PARTICOLARE L'ECOCOLOR VA INTEGRATO DA ULTERIORI PARAMETRI : DIAMETRI , CONTINENZA DELLA VALVOLA TERMINALE E PRETERMINALE CHE PERMETTONO DI FARE ATTENTE VALUTAZIONI ,. SULLA TECNICA DA UTILIZZARE (CHIRURGICA, MINIINVASIVA, ENDOVASCOLARE, ETC
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A MIO PARERE, , NON ESISTONO CONTROINDICAZIONI AD INTERVENIRE ANCHE NEI PERSIODI CALDI ANCHE SE L'OBBLIGATORIETA' DELL’ELASTOCOMPRESSIONE POST- OPERATORIA .è SICURAMENTE UN DETERRENTE PER IL PZ
DOTT.SSA ELENA GALLINACCI
SPECIALISTA IN CHIRUGIA VASCOLARE ANGIOLOGIA
Gentiele Utenza e colleghi,scusate il mio intervento tardivo!!
Innanzitutto concordo con molti di voi sul fatto che mancano molti "tasselli" importanti all'ECD sopra-riportato dal paziente.La descrizione dell'incontinenza è piuttosto "sommaria" e non dà assolutemente l'idea del tipo della patologia, con riferimento al "grading" e all'entità dell'incontinenza valvolare.
Non è descritto, sul referto,per esempio, se le varici di gamba sono in continuità diretta con l'asse safenico o piuttosto da un ramo collaterale o addirittura autonome; poi non vengono per niente menzionate eventuali perforanti incontineti Boyd,Shermann,Cokett,Dodd.Tutti questi "dati grezzi" possono meglio orientare una eventuale terapia chirurgica (classica o endovascolare con EVLT,RF,scleros ecc).Sarei oltretutto prudente (e il mio cognome stesso insegna ciò) nel consigliare un intervento in I intenzione con questi dati piuttosto "poveri".Poi diciamolo un vota per tutte: è la clinica del paziente che guida l'orientamento terapeutico medico, (elastocompressione,fisioterapico,dietetico) o chirurgico (CS).
Distinti saluti
Innanzitutto concordo con molti di voi sul fatto che mancano molti "tasselli" importanti all'ECD sopra-riportato dal paziente.La descrizione dell'incontinenza è piuttosto "sommaria" e non dà assolutemente l'idea del tipo della patologia, con riferimento al "grading" e all'entità dell'incontinenza valvolare.
Non è descritto, sul referto,per esempio, se le varici di gamba sono in continuità diretta con l'asse safenico o piuttosto da un ramo collaterale o addirittura autonome; poi non vengono per niente menzionate eventuali perforanti incontineti Boyd,Shermann,Cokett,Dodd.Tutti questi "dati grezzi" possono meglio orientare una eventuale terapia chirurgica (classica o endovascolare con EVLT,RF,scleros ecc).Sarei oltretutto prudente (e il mio cognome stesso insegna ciò) nel consigliare un intervento in I intenzione con questi dati piuttosto "poveri".Poi diciamolo un vota per tutte: è la clinica del paziente che guida l'orientamento terapeutico medico, (elastocompressione,fisioterapico,dietetico) o chirurgico (CS).
Distinti saluti
DR Raffaele Prudenzano
Direttore UO di Radiologia Interventistica
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 16.9k visite dal 20/09/2007.
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