Fleboterapia (t.r.a.p.) emorroidi

Buongiorno,

era da tempo che avevo letto di questa metodica, ma l'avevo temporaneamente accantonata. Da qualche giorno sono tornato nuovamente ad informarmi della metodica della fleboterapia (trap) per emorroidi.

Leggo che, contrariamente alle iniezioni sclerosanti, anzichè portare alla necrosi del tessuto emorroidiario le rinforzerebbe ripristinando il normale flusso sanguigno (sgonfiandole e ripristinando il gonfiore).

Ho letto di testimonianze molto positive per quanto riguarda le vene delle gambe, ma non molto sull'utilizzo per le emorroidi.

VOlevo chiedere delucidazioni a voi medici, se avete avuto modo di verificarne l'uso e cosa ne pensavate.

Ringrazio in anticipo.
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.5k 660 233
Non so a cosa si riferisca esattamente, se alla somministrazione di farmaci per bocca, hanno un ' efficacia ma in genere limitata agli stadi meno severi di malattia.

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Mi riferisco, da quello che ho potuto capire, a delle iniezioni (che però non c'entrano con le sclerosanti) che mirano a rinforzare la vena e a ricostituire il regolare afflusso di sangue nelle vene.

Non sò se posso inoltrare qui di seguito il link della pagina del sito in cui ho visualizzato una di queste informazioni. Mi limito a riportare:

"La fleboterapia ponendo quale obiettivo la sclerosi della sola parete venosa e promuovendo nel tempo la riduzione del calibro venoso (non si evidenzia all' eco-color-doppler la chiusura del vaso trattato): ha come obiettivo finale una fibrosi (consolidamento del connettivo della parete venosa) senza alcuna chiusura della stessa, diminuendone diametro e volume.

Il medico specialista di tale metodica, acquisisce con gli anni una pratica consolidata, impiegando una soluzione brevettata in veicolo idroglicerico tamponato, ottimamente tollerata e validata da studi internazionali di grande rilievo e riconoscimento, in grado di essere impiegata per ristrutturare vene e venule superficiali e vene perforanti (vasi particolarmente sensibili a tale recupero funzionale). Il suo valore si è dimostrato negli anni utile anche nel plesso emorroidario esterno ed interno.
Recenti ed autorevoli pubblicazioni hanno dimostrato inoltre che il salicilato di sodio oltre a produrre azione di fibrosi tessutale della parete venosa, produce anche una potente stimolazione delle cellule staminali e che gli effetti rigenerativi (e non obliterativi) che documentiamo sulle pareti venose sarebbero in gran parte dovuti a questa specifica azione."

Ecco, cercherei qualche parere empirico, se possibile proprio da dottori come voi che solo da informazioni online.
Grazie in anticipo

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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.5k 660 233
Francamente, pur occupandomi da un po' di queste cose, è la prima volta che ne sento parlare.
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 358 4
Gentile Utente
Il suo problema è legato alla tortuosità dei vasi venosi emorroidari esterni, creatasi per un cedimento strutturale della parete rettale interna e di alcuni legamenti(Treitz e Parks) deputati a mantenere in sede la mucosa di rivestimento del canale anorettale, che non hanno beneficiato della pessia del prolasso eseguita con la THD.
Le vene in questione, tranne negli episodi di congestione , sanguinamento, trombosi, non presentano alterazioni patologichea carico della parete(come quelle descritte per la patologia venosa) e non beneficiano di nessuna terapia flebotropica, anche se tridimensionale(t.r.a.p).
Il prolema è la sola tortuosità, che impedisce un normale svuotamento del sangue nel circolo profondo.
A differenza del plesso emorroidario interno che, riposizionato nella sua sede naturale, riprende il suo "normale" aspetto e funzione, il plesso emorroidario esterno, divenuto tortuoso per le alterazioni strutturali della parete anorettale, può essere solo trattato chirurgicamete se è sintomatico.
Certamente non una M-M, ma con un intervento dove si esegue una asportazione sottomucosa di questi vasi tortuosi con piccole incisioni.

Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio Dottor D'Oriano, poco tempo fà mi aveva già rassicurato di questa ipotesi e mi fà piacere che venga da Lei riconfermata. Effettivamente avevo provato a informarmi di piu' su questo tipo di operazione (modalità intervento, anestesia, decorso ospedaliero e, soprattutto, tutto quel che c'è da sapere sul post operatorio). Ma non riesco.

Lei sarebbe cos' gentile, da darmi maggiori informazioni in merito (o fornirmi dei link da cui riceverle), in quanto, alla prossima visita che farò vorrei esporre questa modalità.

La ringrazio in anticipo.
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 358 4
Consiste nella dissezione dei vasi del plesso emorroidario esterno per via sottomucosa e nella ricostruzione del canale anale, ossia di tutto il rivestimento mucocutaneo che deve essere conservato. Questo intervento, come
l 'emorroidectomia sottomucosa sec. Parks, mira a ridurre il rischio di esiti cicatriziali stenosanti, ma differisce da questo per una maggior semplicità di esecuzione interessando solo i vasi del plesso emorroidario esterno "varicosi"

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