Rettocele e gravidanza con parto naturale
Buongiorno,
sono una donna di 33 anni vorrei alcune informazioni su una patologia che mi è stata diagnosticata di recente, ho una figlia di due anni partorita con parto naturale, prima della gravidanza soffrivo di colon irritabile ed ero una fumatrice, con la gravidanza non solo ho smesso di fumare ma sono diventata un poco stitica.
Il parto è stato veloce dalle 13 (inizio doglie) alle 18.34 (ora della nascita di mia figlia) e mi hanno fatto spingere parecchio prima di farmi l'episotomia.
Da allora vado in bagno ogni due max tre giorni (prima tutti i giorni), mi sforzo e sentendo una pallina che usciva quando defecavo ho eseguito una visita dal proctologo, di seguito riporto il referto:
Emorridi Note, riferita stipsi e modesto tenermo. non sanguinamenti.
ER: Emorridi interne non cengeste, modesto rettocele anteriore. sfintere normotinico, non ragadi anali ne tumefazioni del canale inguinale.
La dottoressa mi ha detto che se vorrei un altra gravidanza non ci sarebbero problemi anche se dovessi partorire naturalmente.
Il mio dubbio però rimane, il mio medico curante è stato pessimista, dicendomi che è necessaria un'operazione e che un parto o una gravidanza farebbero il crack definitivo.
Vorrei sapere cosa ne pensate e che cosa potrei fare (oltre ad assumere regolarmente fibre, come suggerito dal proctologo)?
Potrei affrontare una gravidanza?
Non mi spaventa un intervento per ridurre il problema però vorrei capire se è il caso di effettuare un intervento prima o dopo una seconda gravidanza e se sarebbe meglio un cesareo per evitare il rischio di peggiorare la situazione e senza rischiare io e il bimbo.
Grazie
sono una donna di 33 anni vorrei alcune informazioni su una patologia che mi è stata diagnosticata di recente, ho una figlia di due anni partorita con parto naturale, prima della gravidanza soffrivo di colon irritabile ed ero una fumatrice, con la gravidanza non solo ho smesso di fumare ma sono diventata un poco stitica.
Il parto è stato veloce dalle 13 (inizio doglie) alle 18.34 (ora della nascita di mia figlia) e mi hanno fatto spingere parecchio prima di farmi l'episotomia.
Da allora vado in bagno ogni due max tre giorni (prima tutti i giorni), mi sforzo e sentendo una pallina che usciva quando defecavo ho eseguito una visita dal proctologo, di seguito riporto il referto:
Emorridi Note, riferita stipsi e modesto tenermo. non sanguinamenti.
ER: Emorridi interne non cengeste, modesto rettocele anteriore. sfintere normotinico, non ragadi anali ne tumefazioni del canale inguinale.
La dottoressa mi ha detto che se vorrei un altra gravidanza non ci sarebbero problemi anche se dovessi partorire naturalmente.
Il mio dubbio però rimane, il mio medico curante è stato pessimista, dicendomi che è necessaria un'operazione e che un parto o una gravidanza farebbero il crack definitivo.
Vorrei sapere cosa ne pensate e che cosa potrei fare (oltre ad assumere regolarmente fibre, come suggerito dal proctologo)?
Potrei affrontare una gravidanza?
Non mi spaventa un intervento per ridurre il problema però vorrei capire se è il caso di effettuare un intervento prima o dopo una seconda gravidanza e se sarebbe meglio un cesareo per evitare il rischio di peggiorare la situazione e senza rischiare io e il bimbo.
Grazie
[#1]
Ha effettuato indagini radiologiche per la diagnosi di rettocele?
Primario di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva - Ospedale "Mater Dei" - Bari
www.enterologia.it
www.transnasale.it
[#2]
Utente
Buongiorno,
no, non ho effettuato alcuna indagine radiologica, solo la visita dal proctologo, che si è pronunciato positivo e ha liquidato il problema come qualcosa cui dare poco peso, tranquillizzandomi su di una possibile gravidanza.
Mentre di contro il mio medico di famiglia era pessimista e rassegnato, dato che la dr.ssa ha detto chiaramente che per ora non opererebbe. Ma lascerebbe andare le cose per la loro strada.
A questo punto, avendo letto quello che realmente è il rettocele, tempo per me e un futuro bimbo.
Vorrei capire che fare e a chi dar retta, il fastidio c'è, però è sopportabilissimo, un occhio alla dieta e all'attività fisica, (faccio nuoto) , e senza accanirmi defecando solo quando proprio ne ho bisogno.
no, non ho effettuato alcuna indagine radiologica, solo la visita dal proctologo, che si è pronunciato positivo e ha liquidato il problema come qualcosa cui dare poco peso, tranquillizzandomi su di una possibile gravidanza.
Mentre di contro il mio medico di famiglia era pessimista e rassegnato, dato che la dr.ssa ha detto chiaramente che per ora non opererebbe. Ma lascerebbe andare le cose per la loro strada.
A questo punto, avendo letto quello che realmente è il rettocele, tempo per me e un futuro bimbo.
Vorrei capire che fare e a chi dar retta, il fastidio c'è, però è sopportabilissimo, un occhio alla dieta e all'attività fisica, (faccio nuoto) , e senza accanirmi defecando solo quando proprio ne ho bisogno.
[#3]
Gentile signori,
la diagnosi di rettocele avviene attraverso la
Visita proctologica con anoscopia e Defecografia (permette di valutare l'entità e le dimensioni del rettocele) e, in casi selezionati, RMN.
Probabilmente, trattandosi di un piccolo rettocele (piccolo < 2 cm, medio: tra 2 e 4 cm, grande: > 4 cm), il proctologo avrà ritenuto sufficiente la visita.
Tenga conto che quando il rettocele è di dimensioni considerevoli (> 4 cm) la paziente avverte difficoltà all'evacuazione, tenesmo e senso di incompleto svuotamento. Nei casi più gravi la paziente è costretta ad aiutarsi inserendo un dito nel retto o in vagina per completare l'evacuazione.
Cordialmente
la diagnosi di rettocele avviene attraverso la
Visita proctologica con anoscopia e Defecografia (permette di valutare l'entità e le dimensioni del rettocele) e, in casi selezionati, RMN.
Probabilmente, trattandosi di un piccolo rettocele (piccolo < 2 cm, medio: tra 2 e 4 cm, grande: > 4 cm), il proctologo avrà ritenuto sufficiente la visita.
Tenga conto che quando il rettocele è di dimensioni considerevoli (> 4 cm) la paziente avverte difficoltà all'evacuazione, tenesmo e senso di incompleto svuotamento. Nei casi più gravi la paziente è costretta ad aiutarsi inserendo un dito nel retto o in vagina per completare l'evacuazione.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 14.3k visite dal 07/06/2012.
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