Il medico che mi ha visitato mi ha diagnsticato un ascesso perianale
Gentilissimi dottori buongiorno!
vi sottopongo subito il mio problema. Maschio, 35 anni, fumatore, stato di salute più che buono.
Dopo circa 3 giorni di dolore molto intenso in zona perianale (sul lato destro) con rigonfiamento e tumefazione dolenti al tatto, dolore anche in posizione seduta, eretta e nel camminare in genere, leggera febbricola (max 37.2) e malessere generale, mi sono recato questa notte in pronto soccorso (Policlinico di Milano) dove il medico che mi ha visitato mi ha diagnsticato un ascesso perianale. A seguito della visita lo stesso medico mi ha indicato una terapia a base di Augmenti 2 volte al dì per 10 giorni + pomata ictammolo 2 volte al dì per giorni. Tale terapia è volta, così mi ha dett il dottore, a far rientrare l'infezione/infiammazione nell'arco dei prossimi 6/7 giorni così da potermi recare per una valutazione più approfondita da un medico chirurgo per decidere il da farsi.
Ora vi chiedo:
1) è corretta la terapia indicatami in Pronto Soccorso? In caso non la condividiate appieno cosa suggerite al fine di migliorare la sintomatologia dolorosa?
2) dopo quanto l'antibiotico + pomata inizieranno a sortire il loro effetto? Questa mattina a colazione ho preso la prima pillola di antibiotico ma nulla è cambiato e ho ancora dolore intenso e gonfiore.
3) E' necessario aspettare una settimana per recarmi da un chirurgo? La mia paura è infatti prendere l'antibiotico ma continuare a "soffrire" per una settimana inutilmente.
4) Ho provato a chiedere appuntamento ad uno specialista proctologo. La prima disponibilità è fra circa una settimana ma poi mi chiedo se, qualora riuscissi a anche a trovarne uno disponibile oggi, sarebbe in grado di visitarmi in modo più approfondito dato il quadro attuale contraddistinto da gonfiore e dolore intenso.
5) come comportarmi in questi giorni? Posso andare a lavoro (svolgo un'attività piuttosto sedentaria in un ufficio), che cibi eventualmente preferire/abolire, particolari accorgimenti pratici da adttare.
6) Infine, qual è la terapia risolutiva in casi come questi? Esclusivamente chirurgica o si può sperare in qualche modo di evitare l'intervento?
Vi chiedo scusa se mi sono dilungato troppo, è che dopo 3 giorni di dolori così intensi sono un po' demoralizzato.
Attendo fiducioso un vostro cortese riscontro e, ringraziandovi già da ora, vi saluto cordialmente.
vi sottopongo subito il mio problema. Maschio, 35 anni, fumatore, stato di salute più che buono.
Dopo circa 3 giorni di dolore molto intenso in zona perianale (sul lato destro) con rigonfiamento e tumefazione dolenti al tatto, dolore anche in posizione seduta, eretta e nel camminare in genere, leggera febbricola (max 37.2) e malessere generale, mi sono recato questa notte in pronto soccorso (Policlinico di Milano) dove il medico che mi ha visitato mi ha diagnsticato un ascesso perianale. A seguito della visita lo stesso medico mi ha indicato una terapia a base di Augmenti 2 volte al dì per 10 giorni + pomata ictammolo 2 volte al dì per giorni. Tale terapia è volta, così mi ha dett il dottore, a far rientrare l'infezione/infiammazione nell'arco dei prossimi 6/7 giorni così da potermi recare per una valutazione più approfondita da un medico chirurgo per decidere il da farsi.
Ora vi chiedo:
1) è corretta la terapia indicatami in Pronto Soccorso? In caso non la condividiate appieno cosa suggerite al fine di migliorare la sintomatologia dolorosa?
2) dopo quanto l'antibiotico + pomata inizieranno a sortire il loro effetto? Questa mattina a colazione ho preso la prima pillola di antibiotico ma nulla è cambiato e ho ancora dolore intenso e gonfiore.
3) E' necessario aspettare una settimana per recarmi da un chirurgo? La mia paura è infatti prendere l'antibiotico ma continuare a "soffrire" per una settimana inutilmente.
4) Ho provato a chiedere appuntamento ad uno specialista proctologo. La prima disponibilità è fra circa una settimana ma poi mi chiedo se, qualora riuscissi a anche a trovarne uno disponibile oggi, sarebbe in grado di visitarmi in modo più approfondito dato il quadro attuale contraddistinto da gonfiore e dolore intenso.
5) come comportarmi in questi giorni? Posso andare a lavoro (svolgo un'attività piuttosto sedentaria in un ufficio), che cibi eventualmente preferire/abolire, particolari accorgimenti pratici da adttare.
6) Infine, qual è la terapia risolutiva in casi come questi? Esclusivamente chirurgica o si può sperare in qualche modo di evitare l'intervento?
Vi chiedo scusa se mi sono dilungato troppo, è che dopo 3 giorni di dolori così intensi sono un po' demoralizzato.
Attendo fiducioso un vostro cortese riscontro e, ringraziandovi già da ora, vi saluto cordialmente.
[#1]
1. Personalmente spesso aggiungo un antinfiammatorio, ma evidentemente il Collega che l'ha visitata nel suo caso non l'ha ritenuto necessario
2. Deve avere pazienza qualche giorno
3. E' necessario attendere che l'ascesso sia guarito
4. Senz'altro una Visita Specialistica è comunque raccomandabile, anche se per il momento non si potranno prendere provvedimenti definitivi
5. Sarebbe meglio riposare, almeno i primi giorni. Per la dieta non ci sono particolari prescrizioni in caso di ascesso perianale
6. Questo non è valutabile al momento: bisogna attendere che l'ascesso guarisca
Cordiali saluti
2. Deve avere pazienza qualche giorno
3. E' necessario attendere che l'ascesso sia guarito
4. Senz'altro una Visita Specialistica è comunque raccomandabile, anche se per il momento non si potranno prendere provvedimenti definitivi
5. Sarebbe meglio riposare, almeno i primi giorni. Per la dieta non ci sono particolari prescrizioni in caso di ascesso perianale
6. Questo non è valutabile al momento: bisogna attendere che l'ascesso guarisca
Cordiali saluti
dott. Stefano Spina
www.stefanospina.com
[#2]
Utente
Grazie Dottore per la sua cortese e celere risposta.
In effetti anche il dotto del Pronto Soccorso mi ha prescritto un antinfiammatorio (Ketoprofene 80mg) da assumere al bisogno.
1) Immagino sia per ridurre la sintomatologia dolorosa... giusto? O vi è qualche altro motivo?
2) Condivide il Ketoprofene oppure lei utilizza un altro tipo di antinfiammatorio?
3) Onde evitare di sovraccaricare lo stomaco (che nel mio caso è piuttosto delicato, tanto è vero che assumo ciclicamente pantoprazolo 40 per combattere problemi di reflusso che ogni tanto si presentano) e considerato il fatto che assumerei l'antibiotico a colazione e a cena, quanto antiinfiammatorio potrei assumere al giorno e quando?
4) Quando lei parla di "ascesso guarito" cosa intende? Nel senso che, nella mia ignoranza, io credevo che un ascesso si potesse definire guarito nel momento in cui veniva svuotato del suo contenuto purulento... ma forse mi sfugge qualcosa....
Spero possa chiarirmi i punti di cui sopra.
La ringrazio per l'attenzione e ancora una volta la saluto cordialmente.
In effetti anche il dotto del Pronto Soccorso mi ha prescritto un antinfiammatorio (Ketoprofene 80mg) da assumere al bisogno.
1) Immagino sia per ridurre la sintomatologia dolorosa... giusto? O vi è qualche altro motivo?
2) Condivide il Ketoprofene oppure lei utilizza un altro tipo di antinfiammatorio?
3) Onde evitare di sovraccaricare lo stomaco (che nel mio caso è piuttosto delicato, tanto è vero che assumo ciclicamente pantoprazolo 40 per combattere problemi di reflusso che ogni tanto si presentano) e considerato il fatto che assumerei l'antibiotico a colazione e a cena, quanto antiinfiammatorio potrei assumere al giorno e quando?
4) Quando lei parla di "ascesso guarito" cosa intende? Nel senso che, nella mia ignoranza, io credevo che un ascesso si potesse definire guarito nel momento in cui veniva svuotato del suo contenuto purulento... ma forse mi sfugge qualcosa....
Spero possa chiarirmi i punti di cui sopra.
La ringrazio per l'attenzione e ancora una volta la saluto cordialmente.
[#3]
1. L'effetto antidolorifico è secondario, la cosa più importante è garantire l'effetto antinfiammatorio: in quest'ottica il ketoprofene soltanto al bisogno ha a mio avviso poco senso...
2. Non si possono fare prescrizioni di farmaci via internet: questo è compito esclusivo del Medico che ha avuto la possibilità di visitarla.
3. Vedi al punto 2
4. Le sfugge che l'infezione è ancora in atto: il fatto di averlo svuotato accelera il processo di guarigione ma di certo non lo conclude.
Cordiali saluti
2. Non si possono fare prescrizioni di farmaci via internet: questo è compito esclusivo del Medico che ha avuto la possibilità di visitarla.
3. Vedi al punto 2
4. Le sfugge che l'infezione è ancora in atto: il fatto di averlo svuotato accelera il processo di guarigione ma di certo non lo conclude.
Cordiali saluti
[#4]
Utente
La ringrazio ancora una volta per il riscontro.
Ora, lungi da me il venir meno alle regole del servizio che offrite, il fatto è che:
a) il medico che mi ha visitato era un medico del Pronto Soccorso che quindi si è esclusivamente e giustamente concentrato sulla sintomatologia che mi ha spinto a recarmi lì. L'antiinfiammatorio che mi ha prescritto è, come lei sa, un farmaco da banco e assolutamente generico. Io potrei essere anche stato allergico o intollerante al ketoprofene senza che lui lo sapesse. Qualora lei suggerisse un trattamento diverso in chiave sia di principio attivo che di dosaggio e posologia rimarrebbe appunto un suggerimento che condividerei senz'altro con il mio medico di base.
Ci mancherebbe, non vorrei sembrarle polemico ed anzi la ringrazio per tutta l'attenzione che mi sta dedicando. Però dire "non sono d'accordo con la somministrazione del tale farmaco "x" " senza poi nemmeno menzionare un'alternativa, o non consigliare un dosaggio del farmaco indicato dal medico del pronto soccorso, che è già in mio possesso e per cui potrei semplicemente fare riferimento al bugiardino, mi lascia un po' interdetto. Però ripeto: se queste sono le regole, bisogna accettarle.
b) Avrò sicuramente la testa annebbiata dal dolore, ma mi sfugge, anche dopo la sua precisazione, cosa intende per guarigione dell'ascesso. Dice che in questo momento c'è una infezione in atto; che l'eventuale svuotamento non conclude il processo di guarigione, ma che per recarmi dal chirurgo (almeno tra una settimana) devo attendere che l'ascesso sia guarito...
Grazie per il tempo che vorrà nuovamente dedicarmi e, in ogni caso, mi scuso qualora il tono della mio ultimo messaggio le sia risultato inutilmente polemico. Le assicuro che non era ed è mia intenzione.
Ora, lungi da me il venir meno alle regole del servizio che offrite, il fatto è che:
a) il medico che mi ha visitato era un medico del Pronto Soccorso che quindi si è esclusivamente e giustamente concentrato sulla sintomatologia che mi ha spinto a recarmi lì. L'antiinfiammatorio che mi ha prescritto è, come lei sa, un farmaco da banco e assolutamente generico. Io potrei essere anche stato allergico o intollerante al ketoprofene senza che lui lo sapesse. Qualora lei suggerisse un trattamento diverso in chiave sia di principio attivo che di dosaggio e posologia rimarrebbe appunto un suggerimento che condividerei senz'altro con il mio medico di base.
Ci mancherebbe, non vorrei sembrarle polemico ed anzi la ringrazio per tutta l'attenzione che mi sta dedicando. Però dire "non sono d'accordo con la somministrazione del tale farmaco "x" " senza poi nemmeno menzionare un'alternativa, o non consigliare un dosaggio del farmaco indicato dal medico del pronto soccorso, che è già in mio possesso e per cui potrei semplicemente fare riferimento al bugiardino, mi lascia un po' interdetto. Però ripeto: se queste sono le regole, bisogna accettarle.
b) Avrò sicuramente la testa annebbiata dal dolore, ma mi sfugge, anche dopo la sua precisazione, cosa intende per guarigione dell'ascesso. Dice che in questo momento c'è una infezione in atto; che l'eventuale svuotamento non conclude il processo di guarigione, ma che per recarmi dal chirurgo (almeno tra una settimana) devo attendere che l'ascesso sia guarito...
Grazie per il tempo che vorrà nuovamente dedicarmi e, in ogni caso, mi scuso qualora il tono della mio ultimo messaggio le sia risultato inutilmente polemico. Le assicuro che non era ed è mia intenzione.
[#5]
Lei fa un po' di confusione... Cercherò di chiarire per quanto posso.
Prescrivere farmaci via internet, o per telefono, o comunque senza aver preventivamente visitato il paziente, non è vietato dalle regole di questo sito, ma non è proprio consentito dalle norme che regolano la nostra Professione! Il Medico che prescrive farmaci in assenza della visita può essere denunciato all'Ordine dei Medici competente e personalmente, in tutta sincerità, credo proprio che nessun Collega si metterebbe al caso...
Il ketoprofene non è un prodotto da banco, ma un antinfiammatorio non steroideo che prevede la ricetta medica, generico o meno che sia. Firmando la ricetta il Medico si assume la responsabilità di quello che ha prescritto; se poi abbia verificato o meno la compatibilità della sua prescrizione con le caratteristiche del paziente questo sta alla sua coscienza: se non lo ha fatto ha agito in maniera scorretta e potenzialmente pericolosa. Poi è chiaro che non viviamo fra le nuvole, e so anche io che spesso, pur di vendere un prodotto e guadagnare qualche euro in più, le farmacie dispensano farmaci anche in mancanza della prevista ricetta medica; ma non mi pare il caso di commentare episodi e consuetudini che, comunque, sono vietate dalle vigenti norme.
Sempre riguardo l'antinfiammatorio io non le ho scritto che "non sono d'accordo con la somministrazione del tale farmaco", ma che "il ketoprofene soltanto al bisogno ha a mio avviso poco senso"; che è cosa ben diversa, in quanto personalmente (lo scrivevo nella riga precedente) lo ritengo invece utile come antinfiammatorio; che però in genere si assume in maniera regolare, e quindi non al bisogno. Ovviamente, proprio perché prescrizioni on-line non se ne possono fare, il mio voleva essere un discorso generale, non certo riferito al suo caso; per il quale invece la rimandavo alle prescrizioni di chi l'ha visitata.
Infine, premesso che l'infezione è una cosa e l'ascesso ne è una possibile complicanza, posso ribadirle che lo svuotamento ha favorito soltanto la guarigione dalla complicanza (l'ascesso) ma l'infezione, che era stata causa appunto di questo ascesso, è ancora presente; tant'è che la sta curando con gli antibiotici!
Spero di averle risposto a tutto, ma se non sono stato chiaro la prego di farmelo sapere.
Cordiali saluti
Prescrivere farmaci via internet, o per telefono, o comunque senza aver preventivamente visitato il paziente, non è vietato dalle regole di questo sito, ma non è proprio consentito dalle norme che regolano la nostra Professione! Il Medico che prescrive farmaci in assenza della visita può essere denunciato all'Ordine dei Medici competente e personalmente, in tutta sincerità, credo proprio che nessun Collega si metterebbe al caso...
Il ketoprofene non è un prodotto da banco, ma un antinfiammatorio non steroideo che prevede la ricetta medica, generico o meno che sia. Firmando la ricetta il Medico si assume la responsabilità di quello che ha prescritto; se poi abbia verificato o meno la compatibilità della sua prescrizione con le caratteristiche del paziente questo sta alla sua coscienza: se non lo ha fatto ha agito in maniera scorretta e potenzialmente pericolosa. Poi è chiaro che non viviamo fra le nuvole, e so anche io che spesso, pur di vendere un prodotto e guadagnare qualche euro in più, le farmacie dispensano farmaci anche in mancanza della prevista ricetta medica; ma non mi pare il caso di commentare episodi e consuetudini che, comunque, sono vietate dalle vigenti norme.
Sempre riguardo l'antinfiammatorio io non le ho scritto che "non sono d'accordo con la somministrazione del tale farmaco", ma che "il ketoprofene soltanto al bisogno ha a mio avviso poco senso"; che è cosa ben diversa, in quanto personalmente (lo scrivevo nella riga precedente) lo ritengo invece utile come antinfiammatorio; che però in genere si assume in maniera regolare, e quindi non al bisogno. Ovviamente, proprio perché prescrizioni on-line non se ne possono fare, il mio voleva essere un discorso generale, non certo riferito al suo caso; per il quale invece la rimandavo alle prescrizioni di chi l'ha visitata.
Infine, premesso che l'infezione è una cosa e l'ascesso ne è una possibile complicanza, posso ribadirle che lo svuotamento ha favorito soltanto la guarigione dalla complicanza (l'ascesso) ma l'infezione, che era stata causa appunto di questo ascesso, è ancora presente; tant'è che la sta curando con gli antibiotici!
Spero di averle risposto a tutto, ma se non sono stato chiaro la prego di farmelo sapere.
Cordiali saluti
[#6]
Utente
Gentilissimo Dott. Spina,
che dirle? E' stato fin troppo chiaro!!!! Il fatto è che ( e qui sono stato assolutamente poco chiaro io), l'ascesso è ancora lì... Il medico del PS lo ha diagnosticato e mi ha prescritto la terapia sopra descritta, ma non ha in nessun modo provveduto allo svuotamento né quest'ultimo è avvenuto spontaneamente.
Quindi me lo sto portando dietro (in tutti i sensi) con inevitabili fastidi e dolore insopportabile nel sedermi.
Cosa consiglia di fare?
Grazie e mi scusi ancora per l'equivoco di prima.
che dirle? E' stato fin troppo chiaro!!!! Il fatto è che ( e qui sono stato assolutamente poco chiaro io), l'ascesso è ancora lì... Il medico del PS lo ha diagnosticato e mi ha prescritto la terapia sopra descritta, ma non ha in nessun modo provveduto allo svuotamento né quest'ultimo è avvenuto spontaneamente.
Quindi me lo sto portando dietro (in tutti i sensi) con inevitabili fastidi e dolore insopportabile nel sedermi.
Cosa consiglia di fare?
Grazie e mi scusi ancora per l'equivoco di prima.
[#7]
Se l'ascesso non è stato svuotato il processo di guarigione sarà inevitabilmente più lungo, ma ovviamente rimane possibile che prima o poi si risolva ugualmente. A questo punto però il consiglio è di farsi vedere da un Medico al più presto per un controllo.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#8]
Utente
Buongiorno Dottore!
vorrei rivolgerle un'altra domanda.
In questi giorni di riposo forzato ho avuto modo di leggere qua e là informazioni e testimonianze relative all'ascesso perianale. Quasi in tutti i casi ho letto che la soluzione è l'incisione in modo da far fuoriuscire il materiale purulento.
Mi chiedo allora come mai, sia in sede di visita al PS all'alba del 27 febbraio (dove mi è stato diagnosticato l'ascesso), sia a seguito di una visita chirurgica che ho svolto ieri mattina durante la quale il medico ha "tastato" la superficie ascessuale e esplorato il retto dall'interno (manualmente), nessuno ha provveduto all'incisione. Il medico del PS come detto nel mio primo post mi ha indicato una cura a base di Augmentin per 10 gg + ittiolo ed il medico chirurgo ha avallato tale terapia rimandandomi ad un'ulteriore visita di controllo lunedì mattina.
Ora, è vero che la situazione è leggermente migliorata da un punto di vista sintomatico, è anche vero però che l'ascesso è ancora lì, fa male al tatto e, soprattutto, mi impedisce di stare seduto.
Perchè aspettare allora secondo lei? Non c'è il rischio in questo modo di "peggiorare" la situazione magari favorendo anche la formazione di una fistola?
Infine, mentre stavo prenotando la visita per lunedì mattina, la signora allo sportello mi ha detto di avere avuto anche lei un po' di tempo fa un ascesso periatale.... che anche lei aveva forte dolore ed impossibilità nel sedersi, camminare, e svolgere alcuni movimenti... che anche lei aveva seguito una terapia a base di antibiotico + ittiolo e che..... l'ascesso pian piano si era "riassorbito" da solo senza alcuna necessità di incisione.
Le chiedo allora: è possibile una guarigione "spontanea" o meglio che non richieda alcuna incisione?
Attendo fiducioso un suo riscontro.
Grazie mille!
vorrei rivolgerle un'altra domanda.
In questi giorni di riposo forzato ho avuto modo di leggere qua e là informazioni e testimonianze relative all'ascesso perianale. Quasi in tutti i casi ho letto che la soluzione è l'incisione in modo da far fuoriuscire il materiale purulento.
Mi chiedo allora come mai, sia in sede di visita al PS all'alba del 27 febbraio (dove mi è stato diagnosticato l'ascesso), sia a seguito di una visita chirurgica che ho svolto ieri mattina durante la quale il medico ha "tastato" la superficie ascessuale e esplorato il retto dall'interno (manualmente), nessuno ha provveduto all'incisione. Il medico del PS come detto nel mio primo post mi ha indicato una cura a base di Augmentin per 10 gg + ittiolo ed il medico chirurgo ha avallato tale terapia rimandandomi ad un'ulteriore visita di controllo lunedì mattina.
Ora, è vero che la situazione è leggermente migliorata da un punto di vista sintomatico, è anche vero però che l'ascesso è ancora lì, fa male al tatto e, soprattutto, mi impedisce di stare seduto.
Perchè aspettare allora secondo lei? Non c'è il rischio in questo modo di "peggiorare" la situazione magari favorendo anche la formazione di una fistola?
Infine, mentre stavo prenotando la visita per lunedì mattina, la signora allo sportello mi ha detto di avere avuto anche lei un po' di tempo fa un ascesso periatale.... che anche lei aveva forte dolore ed impossibilità nel sedersi, camminare, e svolgere alcuni movimenti... che anche lei aveva seguito una terapia a base di antibiotico + ittiolo e che..... l'ascesso pian piano si era "riassorbito" da solo senza alcuna necessità di incisione.
Le chiedo allora: è possibile una guarigione "spontanea" o meglio che non richieda alcuna incisione?
Attendo fiducioso un suo riscontro.
Grazie mille!
[#9]
Anche io, se ricorda, avevo dato per scontato che al Pronto Soccorso le avevano drenato l'ascesso. Poi lei mi ha giustamente corretto facendomi presente che non era stato così... Mi ero sbagliato, in quanto svuotamento e incisione sono la procedura che normalmente viene messa in atto. Tuttavia l'ascesso può guarire in molti casi anche senza necessità di essere svuotato; e inoltre se la suddetta procedura di svuotamento non è stata fatta ci deve essere un motivo medico legato al suo caso specifico; motivo che però io ovviamente non conosco...
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#10]
Salve!
Io avrei associato all'antibiotico un antiedemigeno: un enzima proteolitico come la bromelina o la serratio-peptidasi.
Concordo, inoltre, con il collega chirurgo che l'ascesso va drenato.
Saluti!
Io avrei associato all'antibiotico un antiedemigeno: un enzima proteolitico come la bromelina o la serratio-peptidasi.
Concordo, inoltre, con il collega chirurgo che l'ascesso va drenato.
Saluti!
Dott. GIORGIO MARCIALIS
[#11]
Utente
Buonasera Dott. Marcialis,
innanzitutto grazie per il suo interessamento. Scusi la mia ignoranza ma che cos'è un anitiedemigeno? Non ho mai sentito parlare di tale farmaco... è da banco o si acquista dietro prescrizione? E a cosa serve?
Ne approfitto poi per dare a lei e agli altri dottori un aggiornamento circa le mie condizioni. Sto continuando la cura antibiotica (augmentin 2 volte al giorno) e ittiolo (riesco a spalmarlo solo la sera per questioni di tempo) e devo dire che la sintomatologia dolorosa è quasi del tutto scomparsa pur permanendo un po' di gonfiore e un leggero fastidio.... fastidio che però da questa mattina è andato ad aumentare; non dolore, ma proprio una sensazione di ipersensibilità allo sfregamento con i boxer - aderenti - che indossavo.
Faccio presente che 2 gg fa mi sono sottoposto ad un ulteriore visita di controllo presso l'ambulatorio di chirurgia generale del Policlinico di Milano (dove già mi ero recato per una prima visita di controllo), dove il medico che mi ha visitato mi ha diagnosticato la presenza non di un ascesso, ma di un flemmone. Da qui l'indicazione a continuare la terapia antibiotica fino a domani per poi recarmi venerdì (dopodomani) per un nuovo controllo al fine di valutare l'andamento della "lesione". Lo stesso medico mi diceva che tale rigonfiamento potrebbe quindi "riassorbirsi" da solo e che quindi potrebbe non esservi la necessità di incidere.
Voi cosa ne pensate? Come comportarmi?
Attendo fiducioso un vostro riscontro.
Grazie ancora.
innanzitutto grazie per il suo interessamento. Scusi la mia ignoranza ma che cos'è un anitiedemigeno? Non ho mai sentito parlare di tale farmaco... è da banco o si acquista dietro prescrizione? E a cosa serve?
Ne approfitto poi per dare a lei e agli altri dottori un aggiornamento circa le mie condizioni. Sto continuando la cura antibiotica (augmentin 2 volte al giorno) e ittiolo (riesco a spalmarlo solo la sera per questioni di tempo) e devo dire che la sintomatologia dolorosa è quasi del tutto scomparsa pur permanendo un po' di gonfiore e un leggero fastidio.... fastidio che però da questa mattina è andato ad aumentare; non dolore, ma proprio una sensazione di ipersensibilità allo sfregamento con i boxer - aderenti - che indossavo.
Faccio presente che 2 gg fa mi sono sottoposto ad un ulteriore visita di controllo presso l'ambulatorio di chirurgia generale del Policlinico di Milano (dove già mi ero recato per una prima visita di controllo), dove il medico che mi ha visitato mi ha diagnosticato la presenza non di un ascesso, ma di un flemmone. Da qui l'indicazione a continuare la terapia antibiotica fino a domani per poi recarmi venerdì (dopodomani) per un nuovo controllo al fine di valutare l'andamento della "lesione". Lo stesso medico mi diceva che tale rigonfiamento potrebbe quindi "riassorbirsi" da solo e che quindi potrebbe non esservi la necessità di incidere.
Voi cosa ne pensate? Come comportarmi?
Attendo fiducioso un vostro riscontro.
Grazie ancora.
[#12]
L'antiedemigeno è un prodotto per riassorbire l'edema, cioè il gonfiore.
La bromelina, che citavo, è un integratore alimentare, quindi un prodotto da banco, mentre la serratio-peptidasi è un farmaco. Entrambi sono a pagamento. L'assunzione deve avvenire lontano dai pasti sia per il primo che per il secondo prodotto. Volendo essere pignoli,nella scheda tecnica della serratio-peptidasi si parla di assunzione dopo i pasti, ma - dalla mia esperienza clinica - se assunto a stomaco pieno,perde di efficacia... e poi sono compresse gastroresistenti... . Personalmente,preferisco la bromelina. Questi enzimi proteolitici, inoltre, facilitano la penetrazione dell'antibiotico nella sede in cui deve agire. Il suo medico potrebbe aver ragione a pensare che forse non ci sarà la necessità di incidere,ma dubito che - senza l'uso di un antiedemigeno associato all'antibiotico - il suo "rigonfiamento" si possa riassorbire da solo... Si faccia dire anche l'opinione del chirurgo. Io,da clinico,le ho detto la mia.
Saluti!
La bromelina, che citavo, è un integratore alimentare, quindi un prodotto da banco, mentre la serratio-peptidasi è un farmaco. Entrambi sono a pagamento. L'assunzione deve avvenire lontano dai pasti sia per il primo che per il secondo prodotto. Volendo essere pignoli,nella scheda tecnica della serratio-peptidasi si parla di assunzione dopo i pasti, ma - dalla mia esperienza clinica - se assunto a stomaco pieno,perde di efficacia... e poi sono compresse gastroresistenti... . Personalmente,preferisco la bromelina. Questi enzimi proteolitici, inoltre, facilitano la penetrazione dell'antibiotico nella sede in cui deve agire. Il suo medico potrebbe aver ragione a pensare che forse non ci sarà la necessità di incidere,ma dubito che - senza l'uso di un antiedemigeno associato all'antibiotico - il suo "rigonfiamento" si possa riassorbire da solo... Si faccia dire anche l'opinione del chirurgo. Io,da clinico,le ho detto la mia.
Saluti!
[#13]
Utente
Grazie dottore! La sua spiegazione è stata molto esaustiva!
Le chiedo:
1) Lei dice che questi enzimi facilitano la penetrazione dell'antibiotico nella sede in cui deve agire; ora però, terminando io la cura antibiotica domani con le ultime 2 compresse (9 gg in tutto), vale la pena ugualmente assumere un antiedemigeno? Se sì, indicativamente per quanto tempo?
2) L'oxerutina (Venoruton) può avere una qualche utilità, simile ai farmaci da lei consigliati?
3) Nel caso in cui il "problema" dovesse rientrare, quali accorgimenti (alimentari, "comportamentali", farmacologici, ecc.) potrei assumere onde scongiurare una riproposizione di un nuovo "attacco infiammatorio"?
Grazie per il riscontro che vorrà darmi.
Le chiedo:
1) Lei dice che questi enzimi facilitano la penetrazione dell'antibiotico nella sede in cui deve agire; ora però, terminando io la cura antibiotica domani con le ultime 2 compresse (9 gg in tutto), vale la pena ugualmente assumere un antiedemigeno? Se sì, indicativamente per quanto tempo?
2) L'oxerutina (Venoruton) può avere una qualche utilità, simile ai farmaci da lei consigliati?
3) Nel caso in cui il "problema" dovesse rientrare, quali accorgimenti (alimentari, "comportamentali", farmacologici, ecc.) potrei assumere onde scongiurare una riproposizione di un nuovo "attacco infiammatorio"?
Grazie per il riscontro che vorrà darmi.
[#14]
L'antiedemigeno si può assumere anche dopo aver fatto la cura antibiotica, certo era meglio farli insieme, ma si può fare anche dopo...
Non avendola visitata, io credo, comunque, che per un problema di questo tipo occorra fare 15-20 giorni di terapia con antiedemigeno.
L'oxerutina in questo caso non va bene, perchè è un farmaco per l'insufficienza venosa e per le emorroidi, non per gli ascessi e i flemmoni.
Come accorgimenti alimentari, bisogna soprattutto che eviti i cibi piccanti e gli alcoolici.
Saluti!
Non avendola visitata, io credo, comunque, che per un problema di questo tipo occorra fare 15-20 giorni di terapia con antiedemigeno.
L'oxerutina in questo caso non va bene, perchè è un farmaco per l'insufficienza venosa e per le emorroidi, non per gli ascessi e i flemmoni.
Come accorgimenti alimentari, bisogna soprattutto che eviti i cibi piccanti e gli alcoolici.
Saluti!
[#15]
Vorrei aggiungere, in risposta alla sua richiesta delle ore 20.04, che flemmone e ascesso possono essere in realtà considerati dei sinonimi.
Per quanto riguarda invece le sue ultime domande direi:
1. Sì, può valere la pena, ma non possiamo stabilirlo noi da qui, deve farselo prescrivere dal suo Medico Curante, il quale dovrà valutare non se ne valga la pena in senso generico, ma se ne valga la pena nel suo caso specifico, che noi ovviamente non possiamo conoscere.
2. A volte sì, ma con le stesse indicazioni che può leggere a proposito degli antiedemigeni
3. Più che evitare il "nuovo attacco infiammatorio" bisognerà studiarne le cause ed eliminare quelle, cosa che si potrà fare solo quando l'ascesso sarà guarito.
Cordiali saluti
Per quanto riguarda invece le sue ultime domande direi:
1. Sì, può valere la pena, ma non possiamo stabilirlo noi da qui, deve farselo prescrivere dal suo Medico Curante, il quale dovrà valutare non se ne valga la pena in senso generico, ma se ne valga la pena nel suo caso specifico, che noi ovviamente non possiamo conoscere.
2. A volte sì, ma con le stesse indicazioni che può leggere a proposito degli antiedemigeni
3. Più che evitare il "nuovo attacco infiammatorio" bisognerà studiarne le cause ed eliminare quelle, cosa che si potrà fare solo quando l'ascesso sarà guarito.
Cordiali saluti
[#16]
Utente
Grazie Dott. Spina per la sua risposta.
1) flemmone e ascesso sono la stessa cosa? Ho provato a leggere qualcosa su internet, andando a selezionarmi quelli che sembravano contenuti provenienti da personale specializzato, e per le limitata e sicuramente confusa idea che mi sono potuto fare, sinceramente avevo capito fossero 2 cose diverse... a questo punto le chiedo, se possibile, di darmi, in sintesi, una delucidazione definitiva
2) voi di sicuro non conoscete il mio caso specifico, ma vi assicuro che non è nulla di più e nulla di meno di quanto vi ho descritto sopra. Non ci sono stati esami o indagini diagnostiche, ma "solo" ed esclusivamente visite ed esami visivi sia da parte del medico al pronto soccorso che in ambito di ambulatorio di chirurgia generale. Le riporto in calce il referto del dottore (chirurgo) che mi ha visitato 2 giorni dopo essermi recato al PS: "Rivoltosi in PS per tumefazione glutea il 27/03. Prescritto antibiotico e ittiolo. Giunge per rivalutazione. Non rialzo termico. Lamenta dolore localmente. Alvo regolare. E.R.: tumefazione di circa 2 cm x 1.5 di diametro di consistenza flemmonotica estesa da ore 10 a ore 12 in PG; all'esplorazione rettale non reperti di nota a carico del canale anale. Consiglio prosecuzione della terapia in atto e rivalutazione dell'evoluzione lunedì 4 marzo". Il 4 marzo mi sono recato quindi al secondo controllo (sempre in ambulatorio di chirurgia" dove il medico (diverso dal primo) ha constatato la riduzione della tumefazione e la diminuzione della sintomatologia dolorosa. Nessuna nuova esplorazione rettale. Consiglio di proseguire terapia antibiotica fino a giovedì (domani) e poi nuovo controllo venerdì (dopodomani).
Questo è quanto.... Quindi, anche se di sicuro mi recherò al nuovo controllo, vi chiedevo se, alla luce di quanto sopra, effettivamente l'assunzione di un antiedemigeno può agevolarmi o meno.
3) Non vorrei scatenare guerre intestine (...è chiaramente una battuta...) ma il Dott. Marcialis dice che il Venoruton sarebbe, nel mio caso, inutile mentre lei afferma che potrebbe invece portarmi beneficio... sono un po' disorientato;
4) quali, secondo la sua esperienza ed in base alla mia storia, potrebbero quindi essere delle cause tipiche di un "attacco infiammatorio"? (che, per quanto mi riguarda, è stato il primo).
Ho messo, come mio solito, un po' di carne sul fuoco, ma mi piacerebbe che mi venissero chiarite le idee anche per capire come muovermi nei prossimi giorni/settimane.
Grazie a tutti
1) flemmone e ascesso sono la stessa cosa? Ho provato a leggere qualcosa su internet, andando a selezionarmi quelli che sembravano contenuti provenienti da personale specializzato, e per le limitata e sicuramente confusa idea che mi sono potuto fare, sinceramente avevo capito fossero 2 cose diverse... a questo punto le chiedo, se possibile, di darmi, in sintesi, una delucidazione definitiva
2) voi di sicuro non conoscete il mio caso specifico, ma vi assicuro che non è nulla di più e nulla di meno di quanto vi ho descritto sopra. Non ci sono stati esami o indagini diagnostiche, ma "solo" ed esclusivamente visite ed esami visivi sia da parte del medico al pronto soccorso che in ambito di ambulatorio di chirurgia generale. Le riporto in calce il referto del dottore (chirurgo) che mi ha visitato 2 giorni dopo essermi recato al PS: "Rivoltosi in PS per tumefazione glutea il 27/03. Prescritto antibiotico e ittiolo. Giunge per rivalutazione. Non rialzo termico. Lamenta dolore localmente. Alvo regolare. E.R.: tumefazione di circa 2 cm x 1.5 di diametro di consistenza flemmonotica estesa da ore 10 a ore 12 in PG; all'esplorazione rettale non reperti di nota a carico del canale anale. Consiglio prosecuzione della terapia in atto e rivalutazione dell'evoluzione lunedì 4 marzo". Il 4 marzo mi sono recato quindi al secondo controllo (sempre in ambulatorio di chirurgia" dove il medico (diverso dal primo) ha constatato la riduzione della tumefazione e la diminuzione della sintomatologia dolorosa. Nessuna nuova esplorazione rettale. Consiglio di proseguire terapia antibiotica fino a giovedì (domani) e poi nuovo controllo venerdì (dopodomani).
Questo è quanto.... Quindi, anche se di sicuro mi recherò al nuovo controllo, vi chiedevo se, alla luce di quanto sopra, effettivamente l'assunzione di un antiedemigeno può agevolarmi o meno.
3) Non vorrei scatenare guerre intestine (...è chiaramente una battuta...) ma il Dott. Marcialis dice che il Venoruton sarebbe, nel mio caso, inutile mentre lei afferma che potrebbe invece portarmi beneficio... sono un po' disorientato;
4) quali, secondo la sua esperienza ed in base alla mia storia, potrebbero quindi essere delle cause tipiche di un "attacco infiammatorio"? (che, per quanto mi riguarda, è stato il primo).
Ho messo, come mio solito, un po' di carne sul fuoco, ma mi piacerebbe che mi venissero chiarite le idee anche per capire come muovermi nei prossimi giorni/settimane.
Grazie a tutti
[#17]
1. Iniziamo con le definizioni:
"Flemmone: processo infettivo del tessuto connettivale sottocutaneo o di quello interstiziale di sostegno dei vari organi, con evoluzione verso la suppurazione o la necrosi"
"Ascesso. Raccolta di pus, circoscritta da tessuto connettivale reattivo detto membrana piogena"
Queste due definizioni sono state copiate da un noto dizionario presente su internet, ma ne può trovare mille altre facendo una piccola ricerca: come vede si equivalgono, proprio come le scrivevo io.
2. Non può mettere sullo stesso piano l'esplorazione rettale e le visite effettuate dai Colleghi con la copiatura del semplice referto e il racconto (particolareggiato, per carità!) che ci sta facendo lei. Sarebbe come se io volessi farle credere che andare al cinema a vedere un film equivale a leggerne la trama: non mi pare che possa essere considerata la stessa cosa, o no? E poi c'è un problema di responsabilità legali: nessun Medico (e noi non facciamo eccezione) può prescriverle l'edemigeno o altri farmaci in assenza di una visita diretta. Tutto ciò che posso fare è ribadirle che in linea generale sono farmaci indicati in casi simili al suo
3. Opinioni diverse, esperienze diverse, condizioni diverse portano a conclusioni diverse: io rimango convinto della mia idea, pur non potendo escludere che possa avere ragione anche un Collega che dovesse pensarla diversamente. Quale consiglio seguire: nessuno dei due! Lei deve seguire, e siamo sempre al solito punto, i consigli del Medico che può visitarla: qui potrà sempre avere i nostri pareri personali, ma non prescrizioni!
4. Si tratta per lo più di infezioni provenienti da ghiandole interne al canale anale
Codiali saluti
"Flemmone: processo infettivo del tessuto connettivale sottocutaneo o di quello interstiziale di sostegno dei vari organi, con evoluzione verso la suppurazione o la necrosi"
"Ascesso. Raccolta di pus, circoscritta da tessuto connettivale reattivo detto membrana piogena"
Queste due definizioni sono state copiate da un noto dizionario presente su internet, ma ne può trovare mille altre facendo una piccola ricerca: come vede si equivalgono, proprio come le scrivevo io.
2. Non può mettere sullo stesso piano l'esplorazione rettale e le visite effettuate dai Colleghi con la copiatura del semplice referto e il racconto (particolareggiato, per carità!) che ci sta facendo lei. Sarebbe come se io volessi farle credere che andare al cinema a vedere un film equivale a leggerne la trama: non mi pare che possa essere considerata la stessa cosa, o no? E poi c'è un problema di responsabilità legali: nessun Medico (e noi non facciamo eccezione) può prescriverle l'edemigeno o altri farmaci in assenza di una visita diretta. Tutto ciò che posso fare è ribadirle che in linea generale sono farmaci indicati in casi simili al suo
3. Opinioni diverse, esperienze diverse, condizioni diverse portano a conclusioni diverse: io rimango convinto della mia idea, pur non potendo escludere che possa avere ragione anche un Collega che dovesse pensarla diversamente. Quale consiglio seguire: nessuno dei due! Lei deve seguire, e siamo sempre al solito punto, i consigli del Medico che può visitarla: qui potrà sempre avere i nostri pareri personali, ma non prescrizioni!
4. Si tratta per lo più di infezioni provenienti da ghiandole interne al canale anale
Codiali saluti
[#18]
Gent.mo sig.,
concordo con il collega chirurgo sul fatto che occorra la visita.
Per quanto riguarda la mia precedente affermazione sull'inutilità dell'oxerutina nel suo caso, la ribadisco: l'oxerutina è un ottimo farmaco flebotonico che funziona molto bene nelle emorroidi e nell'insufficienza venosa (inoltre, posso aggiungere, ad esempio, varicocele lieve,...), ma certamente non la prescriverei per un problema ascessuale (perchè non è una patologia venosa), in cui - ripeto - assocerei all'antibiotico l'antiedemigeno (bromelina o serratio-peptidasi). Ricordo, per inciso, che non esistono soltanto questi 2 antiedemigeni, bensì ve ne sono altri, ma che io non uso. Parlando sempre in generale e non nel suo caso specifico, dato che non l'ho visitata, l'antibiotico amoxicillina+acido clavulanico lo prescriverei ogni 8 ore e non ogni 12 in un problema ascessuale. Oppure prescriverei l'antibiotico levofloxacina, che è indicato anche negli ascessi (infezioni dei tessuti molli), a questo dosaggio: 500 mg/die x 10 giorni.
Ma, come le ripeto e come le ha detto anche il collega chirurgo, la scelta terapeutica deve essere quella del medico che la visita.
concordo con il collega chirurgo sul fatto che occorra la visita.
Per quanto riguarda la mia precedente affermazione sull'inutilità dell'oxerutina nel suo caso, la ribadisco: l'oxerutina è un ottimo farmaco flebotonico che funziona molto bene nelle emorroidi e nell'insufficienza venosa (inoltre, posso aggiungere, ad esempio, varicocele lieve,...), ma certamente non la prescriverei per un problema ascessuale (perchè non è una patologia venosa), in cui - ripeto - assocerei all'antibiotico l'antiedemigeno (bromelina o serratio-peptidasi). Ricordo, per inciso, che non esistono soltanto questi 2 antiedemigeni, bensì ve ne sono altri, ma che io non uso. Parlando sempre in generale e non nel suo caso specifico, dato che non l'ho visitata, l'antibiotico amoxicillina+acido clavulanico lo prescriverei ogni 8 ore e non ogni 12 in un problema ascessuale. Oppure prescriverei l'antibiotico levofloxacina, che è indicato anche negli ascessi (infezioni dei tessuti molli), a questo dosaggio: 500 mg/die x 10 giorni.
Ma, come le ripeto e come le ha detto anche il collega chirurgo, la scelta terapeutica deve essere quella del medico che la visita.
[#19]
Utente
Gentilissimi dottori buonasera!
Vorrei aggiornarvi circa il decorso dell'ascesso perianale che mi aveva colpito circa un mese fa e di cui potete leggere la "storia" nei miei precedenti messaggi (vedi sopra).
Con la regressione della sintomatologia dolorosa, fino alla totale scomparsa, ho comunque continuato ad avvertire una tumefazione di dimensioni molto ridotte rispetto all'ascesso ma pur sempre presente e che non mi dava comunque alcun fastidio. Ho consultato quindi 2 proctologi diversi di due importantissime strutture di Milano che, per comodità chiamerò A e B.
In entrambi i casi mi sono sottoposto alle visite (a distanza di una settimana l'una dall'altra) quando ero totalmente asinotomatico.
Referto Visita con A: ascesso perinatale a livello della parete anterolaterale destra trattato con antibiotico e ittiolo localmente. Al controllo odierno permane tumefazione di circa 3 cm x 1,5 riferibile ad ascesso a ore 11 (posizione ginecologica. All'anoscopia prolasso muco-emrroidario circonferenziale con plesso emorroidario contesto. Non visibile un eventuale orifizio primario di fistola anale. Il paziente rifiuta (erano le 19.00 ed ero totalmente asinotomatico) l'incisione e il drenaggio. Indicazione ad ecografia transanale per escludere una fistola anale.
Referto Visita con B: purtroppo non trovo il documento ufficiale ma in sintesi il medico chirurgo a seguito di visita ed esplorazione rettale escludeva la presenza di fistola (non vi era alcuna perdita nè era visibile/avvertibile un orifizio) e propendeva per una tumefazione causata da probabile cisti sebacea. Mi indicava quindi di sottopormi a risonanza magnetica.
Referto ecografia transanale con sonda rotante: esamecondotto con sonda endoanale rotante con studio di porzione superficiale, intermedia e profonda del canale anale e di porzione di retto sino a 6 cm dal margine anale. Sfintere anale interno: normoposizionato, circolare, omogeneo, di 1,8 mm di spessore medio. Sfintere anale esterno: normoposizionato, di 8,7 mm di spessore medio, omogeneo. Parte profonda del canale anale e muscoli pub o-rettali nella norma. Non immagini riferibili a fistole anali. Nei tessuti molli superficiali, in sede antero-laterale destra, si reperta area disomogenea prevalentemente ipoecogena compatibile con ascesso in risoluzione. Il medico che ha eseguito l'ecografia mi riferiva in conclusione che non vi era nulla di "grave" e che la piccola tumefazione altro non era che una cisti che al momento potevo non trattare in attesa di una futura ulteriore rivalutazione da svolgere prossimamente (qualora si fossero ripresentati problemi...)
Referto Risonanza Magnetica: indagine eseguita con acquisizioni multiplanari e diversi tempi di raccolta del segnale. Presenza di fistola con origine in sede inter finterica anteriore paramedica destra, ore 10 con decorso infero anteriore verso la radice scrotale di destra di circa 6 cm. Discreto edema dei tessuti molli peri lesionali. Non grossolane adenopatie in sede inguinale. Non espansi in pelvi. Non versamento liquido in pelvi. Vescica discretamente distesa senza lesioni parietali o endoluminali. Prostata di dimensioni ai limiti di norma.
Alla luce di tutto quanto sopra, chiedo ora a voi un commento ed un suggerimento su come comportarmi. Il proctologo che sospettava ascesso da fistola (medico "A") e che mi ha suggerito l'ecografia ha visto la sua tesi confutata dal referto che escludeva la fistola e dal medico che ha eseguito l'esame che mi diceva trattarsi di cisti. Il procotologo (medico "B") che escludeva la fistola propendendo per cisti ha visto la sua tesi confutata dalla risonanza magnetica dove mi si diagnosticava fistola inter finterica.
Cosa suggerite di fare? E questa tipologia di fistola (senza alcun orifizio) cos è di preciso?
Attendo speranzoso un vostro riscontro.
Grazie mille a tutti coloro che vorranno intervenire.
Vorrei aggiornarvi circa il decorso dell'ascesso perianale che mi aveva colpito circa un mese fa e di cui potete leggere la "storia" nei miei precedenti messaggi (vedi sopra).
Con la regressione della sintomatologia dolorosa, fino alla totale scomparsa, ho comunque continuato ad avvertire una tumefazione di dimensioni molto ridotte rispetto all'ascesso ma pur sempre presente e che non mi dava comunque alcun fastidio. Ho consultato quindi 2 proctologi diversi di due importantissime strutture di Milano che, per comodità chiamerò A e B.
In entrambi i casi mi sono sottoposto alle visite (a distanza di una settimana l'una dall'altra) quando ero totalmente asinotomatico.
Referto Visita con A: ascesso perinatale a livello della parete anterolaterale destra trattato con antibiotico e ittiolo localmente. Al controllo odierno permane tumefazione di circa 3 cm x 1,5 riferibile ad ascesso a ore 11 (posizione ginecologica. All'anoscopia prolasso muco-emrroidario circonferenziale con plesso emorroidario contesto. Non visibile un eventuale orifizio primario di fistola anale. Il paziente rifiuta (erano le 19.00 ed ero totalmente asinotomatico) l'incisione e il drenaggio. Indicazione ad ecografia transanale per escludere una fistola anale.
Referto Visita con B: purtroppo non trovo il documento ufficiale ma in sintesi il medico chirurgo a seguito di visita ed esplorazione rettale escludeva la presenza di fistola (non vi era alcuna perdita nè era visibile/avvertibile un orifizio) e propendeva per una tumefazione causata da probabile cisti sebacea. Mi indicava quindi di sottopormi a risonanza magnetica.
Referto ecografia transanale con sonda rotante: esamecondotto con sonda endoanale rotante con studio di porzione superficiale, intermedia e profonda del canale anale e di porzione di retto sino a 6 cm dal margine anale. Sfintere anale interno: normoposizionato, circolare, omogeneo, di 1,8 mm di spessore medio. Sfintere anale esterno: normoposizionato, di 8,7 mm di spessore medio, omogeneo. Parte profonda del canale anale e muscoli pub o-rettali nella norma. Non immagini riferibili a fistole anali. Nei tessuti molli superficiali, in sede antero-laterale destra, si reperta area disomogenea prevalentemente ipoecogena compatibile con ascesso in risoluzione. Il medico che ha eseguito l'ecografia mi riferiva in conclusione che non vi era nulla di "grave" e che la piccola tumefazione altro non era che una cisti che al momento potevo non trattare in attesa di una futura ulteriore rivalutazione da svolgere prossimamente (qualora si fossero ripresentati problemi...)
Referto Risonanza Magnetica: indagine eseguita con acquisizioni multiplanari e diversi tempi di raccolta del segnale. Presenza di fistola con origine in sede inter finterica anteriore paramedica destra, ore 10 con decorso infero anteriore verso la radice scrotale di destra di circa 6 cm. Discreto edema dei tessuti molli peri lesionali. Non grossolane adenopatie in sede inguinale. Non espansi in pelvi. Non versamento liquido in pelvi. Vescica discretamente distesa senza lesioni parietali o endoluminali. Prostata di dimensioni ai limiti di norma.
Alla luce di tutto quanto sopra, chiedo ora a voi un commento ed un suggerimento su come comportarmi. Il proctologo che sospettava ascesso da fistola (medico "A") e che mi ha suggerito l'ecografia ha visto la sua tesi confutata dal referto che escludeva la fistola e dal medico che ha eseguito l'esame che mi diceva trattarsi di cisti. Il procotologo (medico "B") che escludeva la fistola propendendo per cisti ha visto la sua tesi confutata dalla risonanza magnetica dove mi si diagnosticava fistola inter finterica.
Cosa suggerite di fare? E questa tipologia di fistola (senza alcun orifizio) cos è di preciso?
Attendo speranzoso un vostro riscontro.
Grazie mille a tutti coloro che vorranno intervenire.
[#20]
Le contraddizioni di cui lei scrive in parte sono solamente apparenti: in sintesi, come spesso accade, c'è una fistola; la quale al momento, non comunicando con l'esterno, non è visualizzabile alla visita. Questa fistola senza alcun orifizio sulla cute non è altro che un prolungamento della cavità ascessuale, ma evidentemente le condizioni attuali sono tali che essa non è costretta necessariamente a sboccare all'esterno.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 20 risposte e 247.8k visite dal 27/02/2013.
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