Linfoma n h

Mia suocera di 69 anni è affetta dal 2005 da macroglobulinemia di waldenstorm, un linfoma NH a basso grado CD 20+ stadio IV per midollo con matrice linfonodale. Sono stati fatti dal 2005 ad oggi, prima cicli con clorambucil, poi dopo una recidiva con anemia e piastrinopenia nel 11/2007, cicli con rituximab, ora portati, dopo periodi di stazionarietà, a terapia di mantenimento ogni 3 mesi con rituximab.
Vorremmo chiedere consigli in merito ai continui episodi di infezioni a carico delle vie respiratorie (bronchiti)o dell'apparato urinario (cistiti con escherichia coli). Sappiamo che il suo sistema immunitario le si abbassa a causa della cura, ma ci chiediamo se non ci fosse una terapia di supporto allo stesso in concomitanza alla cura per la malattia.
Lei sopporta bene la cura con rituximab, non ha avuto mai vomito o astenia o diarrea, ma purtroppo ormai gli antibiotici sono di routin quasi quindicinale.
Esistono terapie anche magari alternative che possano supportare il suo sistema immunitario a combattere queste continue infezioni, per limitarne il manifestarsi?
Ci è stato detto che un aiuto in questo senso potrebbe diminuire o annullare l'efficacia della cura, ma non ne siamo così convinti e sicuri dopo aver consultato diverse opinioni su relazioni in merito.
E' normale, vero, la preoccupazione per il futuro in merito alla futura efficacia degli antibiotici che necessitano sempre più spesso?
Non sapendo per quanto tempo la terapia di mantenimento dovrà proseguire (lei è sempre sotto controllo) stiamo cercando di sapere il più possibile su tutto ciò che si può fare.
Grazie per l'attenzione.
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Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo 11.2k 335 6
La terapia che stà facendo è quella come protocolli in questo caso; io non aggiungerei altro, se all'occorrenza c'è necessità di fare antibiotici, lo si può fare e d'altra parte uno degli effetti collaterali dei farmaci è questa azione sul sistema immunitario ma, personalmente, non vedo altre strade, tanto più che, fortunatamente, sua suocera sopporta bene le terapie

Un saluto

A. Baraldi