Colite "non identificata"

Salve a tutti, sono un ragazzo di 21 anni e da circa 7 anni soffro di quella che è stata ipotizzata dal medico di famiglia come Sindrome Del Colon Irritabile, unita a Colite Nervosa, quindi (cito testuali parole) soffrirei di "Colite a forma mista". Prima di effettuare una visita gastroenterica volevo però sentire un vostro parere, perché ci sono parecchie cose che non mi tornano riguardo la diagnosi. Innanzitutto, come già detto in precedenza, i primi attacchi li ho avuti nell'Estate del 2003. Questa è un dato importante, perché gli attacchi di colite più forti mi vengono sempre durante il periodo estivo, pur non variando l'alimentazione abituale. Le coliche si manifestano con forti dolori addominali che necessitano l'esplusione delle feci in tempi molto brevi. Non c'è mai stata presenza di sangue né di muchi nelle feci. A questi momenti si alternano periodi di stipsi, per poi riprendere gli attacchi di colite. E' da 2 anni che non tocco il latte e cerco di evitare il più possibile i suoi derivati (anche se non mi spiego il perchè, dato che fin da piccolo ne ho sempre bevuto in grandi quantità senza aver il benché minimo problema!). Ovviamente tutto ciò mi impedisce di avere una vita normale, così come qualunque altro ragazzo della mia età, dato che mi compromette gli spostamenti e mi fa sentire a disagio in mezzo alle persone (flatulenza, attacchi improvvisi). Sono 3 mesi che seguo una cura a base di fermenti lattici prescrittami dallo stesso Medico di Famiglia, ma sinceramente non ho riscontri positivi. A volte mi ritrovo ad aver paura di mangiare per evitare che qualche minimo sbaglio possa portarmi a sentirmi male, ed è per questo che ho perso anche alcuni chili, sebbene sia già di costituzione sottopeso.

Vi ringrazio anticipatamente per le risposte!
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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 6.7k 204 65
Gentile signore,
la cosiddetta "colite nervosa" è una forma espressiva non scientifica per indicare quella che più propriamente si chiama sindrome del colon irritabile.
La componente psicoemotiva in questa condizione ha un notevole rilevanza e spesso è opportuno l'intervento di un competente in psicologia.
La terapia che sta praticando, con soli fermenti lattici da tre mesi, non mi sembra sufficiente a riportare le condizioni di benessere. Le consiglio di sottoporsi a visita specialistica gastroenterologica per una valutazione diagnostica completa e la possibilità di instaurare una terapia integrata.
Cordiali saluti.

Alessandro Scuotto, MD, PhD.

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,
la ringrazio per la risposta chiara e precisa!
In quest'ultimo periodo non ho avuto modo di avere accesso alla rete, quindi ho visualizzato la sua risposta solo ora. Come da lei consigliatomi, prenoterò una visita gastroenterologica al più presto. Però volevo sentire un ulteriore parere da Lei, che tra l'altro è una domanda che pongo un po' a tutti ultimamente: la sindrome del colon irritabile è cronica e persiste per tutta la vita?
Per quanto riguarda poi l'assunzione di latte, potrei ritornare ad assumerlo, magari quello ad altissima digeribilità?

La ringrazio in anticipo!
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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 6.7k 204 65
Gentile signore,
alla base della sindrome del colon irritabile vi sono diversi aspetti e si suppone che la suscettibilità (irritabilità) dell'intestino sia una caratteristica del singolo individuo. In questo senso la "disposizione" ad avere sintomi addominali in relazione ad altri fattori, accompagna la vita del soggetto sensibile.
Ciò NON significa che la persona soffrirà di disturbi addominali per tutta la vita: se imparerà a gestire in maniera appropriata la risposta agli stimoli ambientali, potrà godere di buona salute.
Per completezza le allego il link all'articolo presente sul sito
https://www.medicitalia.it/minforma/gastroenterologia-e-endoscopia-digestiva/332-colon-irritabile-sindrome-dell-intestino-irritabile-ibs.html

Per quel che riguarda il latte, se non è dignosticata una intolleranza al lattosio può tentare di introdurlo nuovamente nell'alimentazione e verificare la risposta dell'organismo.
Cordiali saluti.
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