Duodenite cronica erosiva

Nel 1990 sonostato affetto da un'esofagite da reflusso, che ho curato e seguito con successive esofagogastroduodenoscopie fino alla remissione dei sintomi.
Sintomi che sono ricomparsi, insieme ad una disfagia ingravescente da un paio di mesi.
Ho eseguito una egdscopia con la seguente relazione: "Esofago: Anello cicatriziale tipo Schatzki in corrispondenza del cambio mucoso; Iato diaframmatico beante; Evidenza di ernia iatale.
Stomaco: Nulla allo stomaco.
Duodeno: All’apice bulbare e in D2, papule congeste ed erose;
Biopsie – la mucosa è soffice al prelievo".
La relazione della biopsia è la seguente: "
Il presente campione, valutato su multiple sezioni, è costituito da frammenti di mucosa piloro-duodenale che mostrano diminuzione dell’altezza dei villi ed accentuazione della componente infiammatoria parvicellulare nella tonaca propria. Si segnala, inoltre, la presenza di focali modificazioni displasiche dell’epitelio ghiandolare di basso grado.
Utile follow-up".
Ora, la sintomatologia principale è data da dolore epigastrico subcontinuo, digestione lenta, ansia e depressione per quanto potrebbe accadere.
La terapia prescrittami è basata su esomeprazolo 20 mg alla mattina, peridon prima di pranzo e cena, ansiolitico e antidepressivo.
In attesa di rifare l'esofagogastroduodenoscopia, potrei avere un vostro parere, per favore, sulle indicazioni prognostiche e, soprattutto potrei sapere quale comportamento adottare e quali precauzioni potrei prendere?
Vi esprimo fin d'ora la mia riconoscenza.
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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 6.7k 204 65
Gentile signore,
per quel che riguarda la duodenite, la terapia impostata è corretta e dovrà essere protratta almeno fino a remissione dei sintomi con successiva valutazione;
per quel che riguarda l'anello di Schatzki asintomatico, dovrà sottoporsi ad una accurata valutazione endoscopica per giudicare l'oppotunità di un intervento dilatativo.
Cordiali saluti.

Alessandro Scuotto, MD, PhD.

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimo Dott. Scuotto,
innanzitutto grazie per la sua risposta, quasi immediata.
Nell'ansia di inviare al più presto la mia richiesta, ho tralasciato alcuni dati, come la mia età (58 anni) o parte della sintomatologia.
Quello che mi spaventa e mi coscringe a notti insonni è la "presenza di focali modificazioni displasiche", anche se "di basso grado".
Potrebbe darmi maggiori delucidazioni in merito?
Stamani (3/11) ho eseguito una TAC addominale superiore. In attesa dei risultati (che le comunicherò non appena conosciuti) e perdurando un fastido/dolore epigastrico a una certa distanza dai pasti, potrei aumentae la dose dell'esomeprazolo a 40 mg alla mattina?
La ringrazio ancora e le porgo cordiali saluti.
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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 6.7k 204 65
Gentile signore,
suppongo che il suo spavento sia legato al fatto che le displasie hanno la possibilità di evolvere in neoplasia.
Ciò è vero, ma bisogna intendere che questa possibilità è intesa in termini di probabilità statistica: cioè le displasie hanno una maggiore probabilità di evolvere in neoplasia rispetto al tessuto normale. Questa probabilità è numericamente più rilevante per displasie di alto grado rispetto alle displasie di basso grado.
Probabilità più elevata NON implica necesariamente che la trasformazione neoplastica avvenga.
In gastroenterologia la strategia condivisa è quella di tenere sotto osservazione le displasie di basso grado con indagini endoscopiche ripetute nel tempo e riservare l'intervento chirurgico alle displasie di alto grado e alle neoplasie conclamate.

Per quel che riguarda la variazione della posologia della terapia, non è possibile consigliarlo in una consulenza on line, ma è necessario che sia disposta dal medico che la segue direttamente.

Cordiali saluti.
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dopo
Utente
Utente
Gentilissimo Dottore,
La ringrazio dell’attenzione che mi dedica e mi scuso di importunarla ancora.
La ringrazio, in particolare, per quanto mi ha detto sulle displasie: ciò ha ridotto di molto il mio stato di ansia, anche se permango in uno stato di “attesa armata”, come siete soliti dire voi medici.
Le trascrivo il risultato della TAC addominale, che spero vorrà leggere con pazienza, e mi chiedo perché il radiologo non abbia parlato del duodeno, nonostante gli avessi dato copia delle diagnosi dell’endoscopia e della biopsia.
T.C. ADDOME
L’esame T.C. dell’addome, eseguito dopo somministrazione di mezzo di contrasto per os, prima e dopo iniezione elettronicamente controllata di mezzo di contrasto e.v., con tecnica MS quadrifasica per lo studio del parenchima epatico, ha mostrato:
- Fegato ai limiti volumetrici della norma a densità lievemente ridotta per steatosi e disomogenea per visibilità di due piccole formazioni cistiche subcentimetriche a livello della piccola ala ma senza visibilità nel suo contesto di immagini da riferire a localizzazioni del tipo primitivo e/o secondario.
- Vie biliari intra ed extraepatiche non dilatate.
- Pancreas a regolare morfologia e densità, senza dilatazione dei dotti principali.
- Milza morfovolumetricamente nella norma.
- Reni in sede, regolari per forma e volume. Presenza di piccole formazioni cistiche a destra. Assenza di dilatazione delle cavità calico-pieliche bilateralmente.
- Capsule surrenali nella norma per sede, forma, volume e densità.
- Regolare calibro dei grossi vasi retro peritoneali ed addominali.
- Non si apprezzano significative tumefazioni delle stazioni linfoghiandolari intracavo-paraortiche, mesenteriali e retrocrurali.

La terapia che sto praticando è la seguente:
- Esomeprazolo, 40 mg, al mattino (così aumentato da 5 giorni);
- domperidone, 20 mg, 30 minuti prima di pranzo e cena;
- gaviscon, una bustina dopo pranzo e cena
- (poi, di mia iniziativa, una compressa di gaviscon durante la mattinata e il pomeriggio)

Anche se il dolore epigastrico sembra essersi ridotto, rimangono digestione laboriosa, sensazione di “imbarazzo” intestinale, come se si trattasse di imminente dissenteria, anche se poi non si verifica. Alitosi.
La prego di esprimere il suo parere e di dirmi se è il caso di chiedere al rediologo di aggiundere quanto eventualmente si rileva a livello del duodeno.
La ringrazio infinitamente e le porgo cordiali saluti.