Pallina dura in prossimità dell'ano: emorroide esterna?

Gentili Dottori,
ho già letto discussioni riguardo al problema delle palline che si formano in prossimità dell'ano, e credo di avere da almeno 10 giorni lo stesso problema. La mia preoccupazione, o forse il mio sollievo sarebbe la rottura di questa. Mi chiedo se è meglio il riassorbimento o la rottura (ovviamente non forzata). Mio padre (e da qui capisco che il problema potrebbe essere ereditario) soffre come me di emorroidi e in passato ha avuto qualche problema come il mio riguardo a queste escrescenze. A lui si aprivano, provocando la fuoriuscita di sangue. Posso capire quali sono i rischi o meno di una rottura? Io intanto sto applicando, da un paio di giorni, una pomata che in genere utilizzo per il sollievo dal bruciore causato dalle emorroidi classiche. Volevo poi dire anche che la pallina è esterna ma in prossimità dell'ano, per cui mi crea qualche problema ad evacuare liberamente. Stamatina inoltre al risveglio mi sono accordo che più sù, verso l'osso sacro ma sempre vicino all'ano, sottopelle sta gonfiando un'altra piccolissima pallina, anche questa poco dolorosa, e non capisco se è legata alla prima oppure ad altro. Spero di essere stato chiaro e di potere ottenere qualche chiarimento riguardo soprattutto la rottura possibile.
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
Con i limiti di una valutazione a distanza, è verosimile che quello che descrive sia il quadro di una tromboflebite emorroidaria: si tratta di una delle complicazioni della malattia emorroidaria rappresentata dalla infiammazione di uno o più noduli emorroidari e successiva formazione al loro interno di un trombo.
L'evoulzione di questa affezione tende in genere alla risoluzione, favorita da opportuno trattamento locale e generale, ma è accelerata dalla fissurazione del nodulo, che in alcuni casi può essere provocata chirurgicamente, ed espulsione del coagulo con successivo sanguinamento più o meno abbondante, ma che tende alla spontanea autolimitazione.
Resta tuttavia la necessità di una rivalutazione "a freddo" della sua affezione che evidentemente richiede un "interessamento chirurgico", onde evitarne la progressiva evoluzione e il riproporsi di questa dolorosa complicazione o di altre connesse alla malattia emorroidaria (ascessi, sanguinamento cronico con anemizzazione, alterazioni della funzione defecatoria, ecc.)

Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
https://www.medicitalia.it/luciopiscitelli/#sede_1

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dopo
Utente
Utente
l'intervento chirurgico quando diventa nesessario? E in ogni caso, la rottura naturale e non forzata, crea dei problemi?
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
Come le ho già indicato, e sempre che la diagnosi sia confermata, la valutazione sulla opportunità di un intervento e la scelta del tipo più indicato discendono da una precisa valutazione specialistica dopo risoluzione del quadro acuto, per quanto la occorrenza stessa della complicazione che lamenta rappresenti una indicazione quasi certa.
Al secondo quesito credo di aver già risposto.
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