Vomito durante influenza, quale alimentazione adottare?

Salve a tutti, da circa martedì sono affetto da una forma influenzale, e ieri dopo lancinanti dolori allo stomaco ho vomitato.
Per me vomitare non è una cosa facile e non so se sia normale per tutti, mi sforzo tantissimo al punto che si rompono sempre dei capillari attorno agli occhi.
Il mio dubbio è circa il regime alimentare da seguire, successivamente ad un episodio di vomito.
Stamane per pranzo ho mangiato del thè con delle fette biscottate, e il mio stomaco, apparte una lieve sensazione di pesantezza, ha retto benissimo. Per cena non avvertivo alcun appetito, però lo stomaco mi duoleva un po così ho pensato lo stesso di mangiare un po di pane sperando che i crampi passassero. Solo che da quando ho finito di mangiare avverto un senso di pesantezza davvero fastidioso, e non smetto di fare eruttazioni. Non vi nascondo che ho paura di vomitare che l'altra sera.
Quindi che tipo di alimentazione posso seguire dopo episodi di vomito per contenere i dolori, e per evitare nuovamente di vomitare???
Per favorire la motilità gastrica adopero il Levopraid, medicinale prescrittomi dal mio gastrenterologo, in seguito alla diagnosi di una piccoli ernia iatale. Ma anche adoperando medicinali procinetici il senso di amaro in bocca, e la pesantezza non passano.
Grazie
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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 6.7k 204 65
Gentile signore,
nelle forme infettive-infiammatorie acute con sintomi a carico del tratto digerente superiore è opportuno praticare una dieta leggera per pochi giorni (tre o quattro) fino al ripristino spontaneo dell'equilibrio. L'unica attenzione da porre è nella introduzione sufficiente di liquidi, effettuata a piccole quantità ripetute per evitare di stimolare il riflesso del vomito. Per quel che riguarda gli alimenti non vi è una regola precisa, se non si ha appetito si può tranquillamente lasciar correre un paio di volte. La rentroduzione degli alimenti segue più regole di buon senso, determinate spesso dal gradimento soggettivo, piuttosto che delle linee guida specifiche. Se i sintomi persistono oltre una settimana è opportuna la visita medica.
Cordiali saluti.

Alessandro Scuotto, MD, PhD.

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