I sintomi nella fase acuta


Esimio Dottore, molto in breve le elenco una breve storia della mia lunga odisseaterapeutica, prima di arrivare ad una diagnosi certa.
Fin da ragazzo ho sotterto di improvvisi e fortissimi mal di gola i quali, in pochi giorni, mi riempivano le vie respiratorie di una quantità impressionante di muco. Col tempo questi attacchi, che ricorrevano con cadenza anche mensile ed in qualunque periodo dell'anno, sono diventati sempre più violenti nella sintomatologia. Verso i quarant'anni -ovvero poco meno di dieci anni orsono- ho cominciato a sentirmi soffocare durante la fase grassa della manifestazione infiammatoria. Subito dopo ci fu un saltò di qualità. Cominciai, anche in assenza dei suddetti mal di gola, ha avere la sensazione di una fontanella di muco in gola, almeno così la percepivo e, cosa che mi fece ricoverare due volte in ospedale nel giro di pochi mesi, la sensazione di un corpo estraneo che non riuscivo a buttare fuori.Sensazione che mi provocava un effetto micidiale: credevo di morire da un momento all'altro: in sostanza provavo un forte stimolo a vomitare unito ad una altrettanto forte sensazione di soffocamento. Ricoverato d'urgenza al Santo Spirito di Roma mi riscontrarono una broncopatia in via di esaurimento e il primario sostenne il sospetto che ci fosse una componente psicosomatica, parlò di ipocondria. Anche perchè io rifiutati di sottopormi a gastroscopia in quanto, appena mi fecero una anestesia locale a livello del collo, mi rivenne lo stesso attacco sopra denunciato. Sensazione spesso riprovata dal dentista quando mi dovevo sottoporre ad una anestesia relativa ai denti posti in posizione più arretrata. Per farla breve, negli anni seguenti l'unico modo che avevo per superare le frequenti crisi, che in genere avvenivano la mattina appena alzato, era prendere un certo quantitativo di un ansiolitico: En. Questo, dopo una ventina di minuti, mi provocava la sensazione di un tappo che si fosse tolto, dandomi una immediata sensazione di benessere. In tutto questo periodo mi fu diagnosticata da tutti i medici da me consultati una forma seria di asma, e pertanto fui curato per anni con dei cortisonici locali: flixotide per la precisione. Poi l'anno scorso la svolta, il mio medico di base, analizzando i sintomi nella fase acuta di uno di questi mal di gola mi disse che si trattava senza ombra di dubbio di esofagite da reflusso, tanto è vero che con l'uso di un inibitore della pompa protonica e, quando la crisi è ecuta, col digiuno assoluto il sintomo scompare in brevissimo tempo. Oltre al fatto che, con alcune accortezze nel mangiare e nel dormire, il disturbo è molto diminuito. Tuttavia, sempre a seguito di un abuso alimentare, può accadere che l'incubo ritorni. Ora, scusandomi per la lunga esposizione, il probelema che le pongo è il seguente: quando ho l'impressione di stare riacquistando la normalità funzionale (dopo che per alcuni giorni non ho fatto altro che tirare fuori montagne di muco dalla bocca e dal naso) sempre la mattina può succedere che mi venga un attacco miciadiale. In sostanza accade che improvvisamente non riesco a far uscire detto muco, come se qualcosa si fosse immediatamente chiuso (io suppongo che potrebbe essere il cardias che abbia ritrovato uan certa funzionalità). A quel punto, sentendomi veramente morire (sudo e i battiti cardiaci sono molto accelerati), l'unica strada è quella degli ansiolitici.
La domada è, carissimo Dottore, oltre a cercare di non provocare l'infiammazione dell'esofago, c'è qualcosa che posso fare per non ripetere questa orribile esperienza, che io suppongo -ma lei potrà dirmi se sbaglio- sia determinata dalla contrazione della valvola?
Nel ringraziare per la cortese attenzione, resto in religiosa attessa di una Sua risposta e saluto molto cordialmente

Claudio Romiti
[#1]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Gentilissimo Claudio,

nella esposizione di tutta la problematica, ho cercato di cogliere gli elementi essenziali. Il quadro predominante mi sembra tuttavia quello legato allo stato ansioso. La difficoltà respiratoria ed il battito accelerato con la imminente sensazione di morire si ricollegano a quel disturbo noto come attacco di panico. In questo caso un ansiolitico è il miglior rimedio momentaneo anche se va senza dubbio unito ad un supporto psicoterapeutico. L'esofagite da reflusso potrebbe essere un problema concomitante. Io imposterei per quest'ultima problematica una terapia combinata che prevede un inibitore di pompa protonica per diminuire l'acidità gastrica (ad ex. Pariet cpr da 20 mg la mattina prima di colazione) ed un procinetico gastrointestinale cioè una sostanza che aiuti lo stomaco e l'intestino a svuotarsi (ad ex. Motilex cpr una compressa prima di pranzo ed una prima di cena). Le farei proseguire la cura per 15 giorni osservando i miglioramenti eventuali.
Credo che il tutto possa essere brillantemente gestito dal suo medico curante di fiducia.

Raccomandandole serenità, porgo cordialissimi saluti

Dr. Carlo Pastore

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

[#2]
Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2006 al 2009
Perfezionato in medicine non convenzionali
Non è facile districare il tutto, cominciamo dall'inizio, quando era ragazzo presentava fortisimi mal di gola con una forte produzione di muco, con successiva evoluzione verso una broncopatia e successiva asma, è una progressione peggiorativa perchè l'infiammazione iniziale, come quelle successive, non furono adeguatamente curate; infatti fu preso come sintomo principale "l'attacco di ansia-panico" che non è altro che un effetto sintomatologico della tachicardia ed impossibilità di respirare, mi sembra normale, qiualsiasi persona in quelle condizioni si spaventerebbe, ma prenderlo per un sintomo prevalente psicosomatico mi sembra eccessivo. Analizziamo il reflusso, perchè si verifica il reflusso gastro-esofageo? primo, lo ha detto lei, ogni volta che mangia "male" questo si verifica. Secondo, per un semplice principio di patologia generale, nel luogo di infiammazione, e mi sembra che lei sin da ragazzo, ne avesse parecchia, si verifica uno stato di acidosi, poichè lo stato di acidosi è incompatibile con la sopravvivenza cellulare, il sistema cerca di alcalinizzare trasferendo alcali dal resto del corpo, esauriti questi utilizza la pompa dello stomaco, ogni volta che viene prodotto un acido, abbiamo una base, pertanto aumenta l'aidità dello stomaco, impianto di Helicobacter Pylori, complicanza dell'acidità, reflusso, gastrite, ernia iatale, ecc...; ora se io somministro inibitori della pompa complico la situazione, perchè inibisco la produzione di basi necessarie ed inverto il sistema, basi nello stomaco, ma acidi nel circolo e nella matrice extracellulare, per cui il sistema a questo punto prende basi e fosfati dall'osso: osteoporosi. L'uitlizzo di farmaci sul reflusso diventa negativo, devo curare l'infiammazione originaria che presentava da ragazzo e che è andata mano mano, ingravescendo fino all'asma. La medicina biologica fornisce non soltanto gli strumenti diagnostici, ma anche terapeutici adeguati, rispettando la fisiologia dell'organismo.
SAluti
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