Ernia iatale intervento chirurgico

Gentili Dottori buona sera
Scrivo poiché da 6 mesi ho iniziato ad avere dispepsia, tensione addominale, dolore allo stomaco che mi costringevano a dormire seduto e tempi di digestione lunghissimi.
Dopo un consulto con un Gastroenterologo mi sottopongo a Pantoprazolo 20mg più Gaviscon Advance per 1 mese senza benefici. Mi viene aumentato il Pantoprazolo a 40mg e aggiungo Peridon.
Dopo circa 2 mesi nei quali sono leggermente migliorati i sintomi, mi sottopongo ad una Gastroscopia che evidenzia un'ernia iatale di 3cm con esofagite di grado A con erosioni risalenti di 3-4 mm. Negativo per Helicobacter Pylori.
Mi viene detto di proseguire per 3 mesi con Pantoprazolo 40mg e Levopraid.
Ad oggi, nonostante i 6 mesi di Pantoprazolo, Gaviscon e per alcuni periodi Peridon e Levopraid, ho benefici ma ancora non mi sento del tutto "a posto".
Vorrei in questa sede chiedere il vostro parere in merito ad un eventuale intervento chirurgico.
Data la mia giovane età, vorrei evitare di prendere farmaci a vita, anche perché non è che mi diano tutto questo beneficio.
Ho letto di due tecniche chirurgiche relativamente recenti, tali Esophyx e Muse fatta con ultrasuoni (se ho ben capito).
Ho letto però che queste tecniche sono utilizzabili solamente per Ernie Iatali inferiori a 3cm.
Vorrei sapere se fosse così impossibile eseguire tali tecniche nel mio caso di Ernia iatale di 3cm, in quanto preferirei sottopormi a queste tecniche meno invasive.
Vorrei inoltre sapere se l'efficacia di queste tecniche fosse quantomeno comparabile con le normali tecniche operatorie.
Da ultimo, sperando di non abusare della vostra disponibilità, vorrei sapere se per l'intervento per l'ernia iatale fosse necessaria la ricostruzione della valvola posta all'entrata dello stomaco (cardias?) o se invece l'intervento consista nella sola "correzione" dell'ernia portando la porzione di stomaco risalta sopra il diaframma, nella sua naturale sede.
Ringrazio anticipatamente
I miei migliori saluti
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.6k 661 233
Prima di considerare una eventuale plasrtica antireflusso, attualmente il trattamento di scelta, e' necessario uno studio funzionale mediante phmetria e manometria esofagea.
Le indicazioni chirurigche sono molto selezionate e riservate a una minima quota di pazienti. Prego.

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr Favara la ringrazio per la celere risposta.
La mia domanda era data dal fatto che lo stesso Gastroenterologo che mi ha praticato la gastroscopia (che è poi lo specialista che mi segue per questo problema) mi ha appunto detto che, data la mia età e gli scarsi risultati ottenuti con i farmaci antiriflesso, potrei essere potenzialmente idoneo ad effettuare l'intervento, ma prima di decidere mi ha appunto dato Levopraid e fatto continuare Gaviscon e Pantoprazolo per tre mesi (la situazione non è che sia poi molto cambiata dal l'aggiunta del primo dei tre farmaci) per poi valutare alla fine di questo periodo (che è ormai terminato).
In attesa del consulto con lo specialista, volevo avere alcune delucidazioni di massima sui tre diversi tipi di intervento che citato nel mio precedente messaggio.
Lei parla di plastica antireflusso come tecnica di elezione. Come sarebbe eseguita questa tecnica? In via laparoscopica o tramite incisione?
Saprebbe dirmi qualcosa in linea generale sulle tecniche transorali endoluminali da me sopra citate?
La ringrazio
Cordialità
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.6k 661 233
In genere laparoscopica.
Le altre sono nuove e i risultati a medio e lungo termine attendono conferme. Prego.