Familiarità e rischio trombofilia? quali analisi fare?

Egregi dottori,
vorrei esporvi la mia situazione familiare per poter capire assieme a voi se sia lecito parlare di trombofilia e in che modo possa tutelarmi per il mio futuro attraverso analisi e quant'altro.
Vi racconterò quindi la situazione di mio padre la quale, premetto, non può avere riscontri a livello familiare perchè egli è stato adottato quindi non si può sapere nulla della sua famiglia originaria. Mio padre, di 73 anni, ha iniziato ad avere dall'età di 25-30 anni dei problemi, associati anche al fumo.
vi elenco qua di seguito il suo iter clinico.

un ricovero per fistola anale all'età di 25-30 anni
2 ricoveri per flebite arti inferiori
3 ricoveri per bronchiectasie con emotisi (con un ricovero molto lungo per emotisi imponente). ultimo ricovero nel 1988.
Ipertensione con terapia in corso dall'età di 40 anni
1991: infarto miocardio
1996: ictus cerebrale em sx
2001: recidiva ictus (sempre em sx)
2002: asportazione polipi intestinali (carcinoma) e scoperta di cavernomatosi portale (disse l'angiologo "come un gomitolo di vene")
2006: diagnosi di cirrosi epatica esotossica (da farmaci e con pregressa epatite B) con ipertensione portale e 2 casi di emorragia gastroesofagea (con conseguenti legature delle varici gastroesofagee)

Data la situazione, poichè mio padre non è mai stato sottoposto ad analisi più approfondite (e non sembra neanche così disposto a effettuarle) mi sembra doveroso cercare di capire se, come figlia, sia opportuno effettuarle per tutelare la mia salute e adottare dei provvedimenti precoci (mi pongo il problema anche per quanto riguarda l'assunzione della pillola anticoncezionale, gravidanze ecc.) o se il quadro clinico possa in qualche modo essere esito di altri fattori come l'abitudine scorretta del fumo sin dalla giovane età.


Vi ringrazio per la disponibilità e vi porgo cordiali saluti






Dr. Marco Blandamura Chirurgo vascolare 139 2
Gentile Utente,

data la sua giovane età le consiglio, se possibile, di evitare l'assunzione di estroprogestinici ( pillola ), in quanto non aiutano il circolo venoso.
E' verosimile parlare di una predisposizione familiare a questo tipo di patologie: tuttavia una terapia preventiva può raggiungere ottimi risultati.
Le consiglio di svolgere gli accertamenti del caso presso un collega: così potrà scoprire la sua situazione nel dettaglio, bloccare eventuali patologie sul nascere ( è ancora piuttosto giovane ) e imparare uno stile di vita che eviti il decorso dell'eventuale malattia.


Cordiali saluti,

Dr. Marco Blandamura
Specialista in Chirurgia Vascolare

www.vene-varici.it info@vene-varici.it

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Utente
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Gentile Dr. Blandamura,

seguirò certamente il suo consiglio per vederci più chiaro. Inoltre il suo consiglio riguardo gli estroprogestinici mi rincuora perchè è da qualche anno che lotto vivacemente con alcuni riguardo l'assunzione di questa dannata pillola, che presi in passato ma abbandonai a causa di diversi effetti collaterali (tra cui, dolori a una gamba..). Nessuno mi crede quando parlo di familiarità, mi dicono che se la protrombina va bene non ci sono problemi.. ma io non ci ho mai creduto e nonostante i miei problemini ormonali (PCOS con sintomi solo "estetici") non ho più voluto prenderla.
Il suo consiglio mi dà la forza per continuare a evitarla!

La ringrazio ancora per la disponibilità
Cordialmente
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