Problema gnatologico?

Buongiorno, mi scuso anticipatamente per la lunghezza del post necessario a riassumere la mia anamnesi.
Ho 25 anni, 1.78 x 55/60 kg, e ormai da qualche anno soffro di disturbi, in particolare al sistema motorio, che stanno degenerando e pregiudicando la mia vita quotidiana.
La mia storia clinica inizia nel 2005, all'età di 12 anni. Dall'età di 5 anni ho sempre giocato in una squadra di calcio a livello amatoriale (un allenamento e una partita alla settimana). Nel 2005 mi sono rivolto ad un fisioterapista a causa di un fastidio al ginocchio sinistro (una specie di "attrito" interno), che aumentava quando giocavo. In seguito ad esame obiettivo e radiografia, mi è stato detto che lo sfregamento era causato da una displasia fr e che la situazione si sarebbe risolta con la crescita.
Nel 2007, non avendo risolto, ritorno dallo stesso fisioterapista che, in seguito ad ulteriore visita, mi consiglia dei plantari, in cuoio e sughero anatomico, dicendo che i fastidi sono dovuti a piede cavo e dita a griffe.
Nel 2009 i fastidi aumentano estendendosi anche alla parte bassa della schiena e mi viene diagnosticata una lombalgia, per la quale mi vengono assegnati degli esercizi isometrici e di allungamento.
Passano 4 anni e nel 2011, a 17 anni, ritorno dal fisioterapista a causa dell'aumento del fastidio al rachide lombare. Questa volta la diagnosi è dorsolombalgia, per la quale mi vengono riassegnati degli esercizi di allungamento.
Nel 2014, a 21 anni, a causa della soff F.R. e meniscale laterale ritorno da un altro fisioterapista e, in seguito ad una rx, mi viene diagnosticata una lieve iperpressione esterna della rotula sinistra in proiezione assiale, un lieve valgismo dell'alluce bilateralmente e una minima riduzione bilaterale della concavità plantare (cioè una diagnosi opposta rispetto a quella per la quale mi erano stati consigliati i plantari). Mi viene riconsigliata della ginnastica isometrica per il rinforzo del quadricipite e nuoto.
Nel frattempo, durante l'attività sportiva, inizia a tapparsi completamente l'orecchio destro e iniziano a manifestarsi fastidi anche alla spalla, all'anca e sotto il gluteo tutto dalla parte sinistra, accompagnati ad un senso di stanchezza generale fin dal primo mattino. Nel 2012, anche a causa di questo malessere, decido di lasciare il calcio. Da quel momento la situazione è peggiorata, ho iniziato a soffrire anche di scialorrea notturna (e secchezza durante il giorno) e di fastidi alla zona cervicale sinistra. Ho fatto visite orl, gastroenterologiche, neurologiche, ecografie, polisonnografie, impedenzometrie, riduzione dei turbinati ma non ho mai risolto i problemi. Poi, nel 2016, in seguito a strat. atm, mi è stata diagnosticata una lieve anteriorizzazione simmetrica dei condili rispetto alle fossette articolari a bocca chiuse, per la quale da un paio di anni sto portando un ortotico ma senza aver risolto nulla.
Ringrazio anticipatamente chi vorrà provare a consigliarmi perché non so più cosa fare.
[#1]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.5k 226 18
La stratigrafia è un esame obsoleto.
La visita gnatologica è fondamentale invece per arrivare ad una diagnosi gnatologica.

Data tutta la sua storia è verosimile che il problema sta nel modo di funzionamento della mandibola.

Ha portato l'apparecchio da piccolo?

L'ortotico è un tipo di bite che cerca di PRE-determinare a priori una posizione delle arcate dentali corretta costringendo la mandibola a "stare li".

Non sta funzionando.
O è sbagliato il bite, o è sbagliato il tipo di terapia meccanicista nel suo caso.

Senta un altro parere gnatologico.

www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno, innanzitutto La ringrazio per la celere risposta.

Non ho mai portato l'apparecchio, in quanto, durante i controlli di routine dal dentista e la pulizia dei denti, mi è sempre stato detto di avere dei denti pressoché perfetti.
I fastidi alla zona mandibolare e cervicale (uniti ai muscoli del viso molto tirati al mattino/quando mi trovo all'aperto e fa molto freddo/quando faccio sport, e alla stanchezza generale) ho iniziato ad avvertirli solo nel 2015, all'età di 22 anni. Sono stato indirizzato verso una visita gnatologica da un otorino, al quale mi ero rivolto per via dell'orecchio destro che si tappava. Così mi sono recato presso uno dei più un ospedale milanese, dove mi è stata prescritta una stratigrafia e, in seguito, mi è stato assegnato un bite per l'arcata superiore da portare solo di notte. Purtroppo non ho risolto niente, così mi sono rivolto ad un altro gnatologo che, unitamente al consiglio di un fisioterapista dal quale ero in cura, mi ha ammonito dell'inadeguatezza del bite che stavo portando.
Così ho iniziato un nuovo ciclo di riabilitazione dell'atm presso lo studio privato di questo gnatologo (uno dei più "rinomati" della zona) e mi è stato consegnato un ortotico per l'arcata inferiore da portare giorno e notte. Ora sono quasi due anni che lo porto non-stop e mi sembra che il riposo notturno sia leggermente migliorato ma non ho risolto tutti i problemi a livello muscolare (ogni volta che vengo visitato da un fisioterapista vengono riscontrate diverse contratture su tutto il corpo, dure da sciogliere, a distanza di pochi giorni dall'ultimo trattamento).
Lo scorso mese, durante l'ultimo controllo gnatologico, mi è stato detto che è il momento di procedere con un trattamento definitivo che, attraverso degli "elastici" tiranti i denti, faccia assumere all'arcata la posizione che ho quando indosso il bite. Questo in quanto, dai test al computer che mi fanno durante i controlli, secondo loro la mandibola ora, grazie all'ortotico, sarebbe in posizione ottimale (oggi, su richiesta dello gnatologo, sono andato a fare un'ortopanoramica delle arcate dentarie che deve ancora essere visionata).
Come può comprendere io sono abbastanza titubante sul procedere con questo metodo, non vorrei andare a peggiorare in modo definitivo una situazione già complicata, soprattutto a 25 anni. Anche perché questo metodo dei "tiraggi" durerebbe almeno un anno con un controllo a cadenza mensile e ormai le mie condizioni economiche sono quasi esaurite (e anche la speranza di riuscire a risolvere il problema onestamente).

Cosa mi consiglia?
[#3]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.5k 226 18
Bite giorno e notte e bite solo notte: non è questo il problema, non è che uno funziona meglio dell'altro; sono due metodiche di lavoro differenti, entrambe con la loro dignità ed efficacia.
Basta farli bene.

Primo bite: non funziona.

Secondo bite: non funziona.

Il collega giudica "inadeguato" il primo bite, ma non è stato capace di fare meglio.
Che non funzioni è evidente.
La FOLLIA è voler forzare i denti con un "trattamento definitivo" in una posizione CHE NON FUNZIONA.
Probabilmente renderebbe definitiva una situazione di tensione muscolare generalizzata.
La mandibola, secondo il computer, sarà anche in una posizione "ottimale" (ne dubito fortemente, ma diamolo per buono), ma il suo corpo non è daccordo: QUELLA posizione da tensione muscolare.

La panoramica dentale è ININFLUENTE per ogni tipo di valutazione sull'efficacia della terapia.
Ma lei si è rivolto ad uno gnatologo "RINOMATO", uno che fa test al computer...
E non ha uno strumento così diffuso, e oggi economico, come un panoramico, che le manda a fare fuori
C'è qualcosa che non mi torna.

Veniamo a cosa penso.

LA POSIZIONE DELLA MANDIBOLA.
Per me, di formazione funzionalista, interessa molto relativamente.
Rinuncio a priori alla pre-determinazione di una posizione mandibolare corretta, che raggiungo comunque in breve tempo con l'applicazione del bite (diverso dall'ortotico), e la considero solo il punto di partenza per una rieducazione neurologica e funzionale.
Il bite che allestisco non è "LA TERAPIA", ma "LO STRUMENTO" per effettuare la terapia.

L'effetto della terapia lo "MISURO".
Ma non con un computer, ma essenzialmente con le sue parole: "sto decisamente meglio".
Ed eventualmente il fisioterapista lo misura per me con le sue mani (senza computer anche lui).

Quando il paziente sta bene,. ha risolto i sintomi ed è in grado di tornare a fare sport, si può discutere se "finalizzare" o meno.

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