Hiv paura scambio siringhe nell ambulatorio di malattie infettive
Salve a tutti e ringrazio anticipatamente. siccome sto vivendo nell ansia per via di aver contratto hiv per rapporti non protetti risalenti a 2/3 anni fa mi porto nel più vicino centro di malattie infettive per un esame. L esito è negativo e tiro un bel sospiro di sollievo ma ripensando al prelievo ricordo che il dottore che mi fece l esame non scarto' la siringa davanti a me ma c'è l aveva già pronta. Io a casa ripensando a questo sto cadendo nello sconforto più totale. E se l avesse usata su paziente positivo e si fosse scordato di cambiarla? Io al dottore al ritiro delle analisi chiesi e lui mi rispose che le preparano prima per velocizzare il flusso delle persone. Mi informai pure sul tipo di siringa che penso si chiami butterfly. Nel caso fosse stata utilizza su un paziente positivo e poi su di me rischierei di contrarre il virus? Perché comunque so che i tossico dipendenti iniettano il sangue non lo aspirano come nei prelievi.
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Medico Chirurgo
Gentile Signore,
lei è così patofobico da temere che, nel centro infettivologico dove si è recato per il test che doveva stabilire la sua sieronegatività, si divertano a pungere con lo stesso ago più di una persona.
Credo che Ella si renda conto che un comportamento del genere sarebbe CRIMINALE e che probabilmente ELLA è affetto da una fobia delle malattie infettive che meriterebbe di essere approfondita da uno specialista.
Sia sereno: il prelievo le è stato effettuato con una siringa NUOVA che dopo l'uso è stata immediatamente scartata.
Non veda "untori" proprio dove non ci possono essere.
La saluto con viva cordialità.
lei è così patofobico da temere che, nel centro infettivologico dove si è recato per il test che doveva stabilire la sua sieronegatività, si divertano a pungere con lo stesso ago più di una persona.
Credo che Ella si renda conto che un comportamento del genere sarebbe CRIMINALE e che probabilmente ELLA è affetto da una fobia delle malattie infettive che meriterebbe di essere approfondita da uno specialista.
Sia sereno: il prelievo le è stato effettuato con una siringa NUOVA che dopo l'uso è stata immediatamente scartata.
Non veda "untori" proprio dove non ci possono essere.
La saluto con viva cordialità.
[#2]
Utente
Dottore la ringrazio della risposta ma purtroppo soffro già di gravi crisi di ansia. Io non penso minimamente che ci siano untori all interno del reparto malattie infettive voglio solo capire se in caso di "sbadataggine" dell infermiere è possibile che riutilizzando una butterfly già usata possa avvenire il contagio? Come funziona quella specifica siringa? E soprattutto la sopravvivenza del virus in quelle condizioni. Cordiali saluti
[#3]
Medico Chirurgo
Gentile Signore,
con il termine Butterfly si indica semplicemente l'aghetto a farfalla, con le alette verdi se di numero 21 e blu se di numero 23, connesso con un tubicino in materiale plastico.
Le misure dell'ago dipendono dal calibro delle vene del paziente.Nei Maschi con vene ben evidenti il 21 è più che sufficiente.
Tale ago viene poi connesso con una normale siringa da 5 o 10 ml, in cui viene aspirato il sangue venoso che poi viene ripartito nelle varie provette (è una vecchia metodica ormai in disuso per molti motivi, primo fra tutti l'alta possibilità di emolisi del prelievo) oppure il butterfly viene connesso con una "camicia" del dispositivo chiamato Vacutainer della B.D., che utilizza provette con il vuoto all'interno, ovviamente sterili, monouso, e che aspirano la giusta quantità di sangue in ragione del vuoto che vi è all'interno.
Dopo il prelievo, butterfly e camicia vengono immediatamente eliminati in apposito contenitore di rifiuti speciali; lo stesso accade se si sia usata una siringa invece che il Vacutainer.
Un ago butterfly usato è riconoscibilissimo: contiene all'interno del tubicino il sangue in fase di coagulazione del paziente.
Come vede, è praticamente impossibile anche uno scambio accidentale.
La invito pertanto a chiudere questo argomento, non con me ma nella sua mente, a essere sereno e a godersi la tranquillità di un test HIV negativo che invece sta sprecando.
Resta l'invito a intraprendere un percorso psicoterapeutico per queste sua ansia patofobica, quella sicuramente preoccupante.
Cordiali saluti.
con il termine Butterfly si indica semplicemente l'aghetto a farfalla, con le alette verdi se di numero 21 e blu se di numero 23, connesso con un tubicino in materiale plastico.
Le misure dell'ago dipendono dal calibro delle vene del paziente.Nei Maschi con vene ben evidenti il 21 è più che sufficiente.
Tale ago viene poi connesso con una normale siringa da 5 o 10 ml, in cui viene aspirato il sangue venoso che poi viene ripartito nelle varie provette (è una vecchia metodica ormai in disuso per molti motivi, primo fra tutti l'alta possibilità di emolisi del prelievo) oppure il butterfly viene connesso con una "camicia" del dispositivo chiamato Vacutainer della B.D., che utilizza provette con il vuoto all'interno, ovviamente sterili, monouso, e che aspirano la giusta quantità di sangue in ragione del vuoto che vi è all'interno.
Dopo il prelievo, butterfly e camicia vengono immediatamente eliminati in apposito contenitore di rifiuti speciali; lo stesso accade se si sia usata una siringa invece che il Vacutainer.
Un ago butterfly usato è riconoscibilissimo: contiene all'interno del tubicino il sangue in fase di coagulazione del paziente.
Come vede, è praticamente impossibile anche uno scambio accidentale.
La invito pertanto a chiudere questo argomento, non con me ma nella sua mente, a essere sereno e a godersi la tranquillità di un test HIV negativo che invece sta sprecando.
Resta l'invito a intraprendere un percorso psicoterapeutico per queste sua ansia patofobica, quella sicuramente preoccupante.
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 6.5k visite dal 23/02/2015.
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