Epicondilite: la mia professione richiede diverse ore al giorno di lavoro al computer

Ho 47 anni, e la mia professione richiede diverse ore al giorno di lavoro al computer. Ho sempre praticato tennis ad un livello semi-agonistico (gioco tutto l'anno circa 3 volte a settimana per 90 minuti), senza avere alcun problema.

In concomitanza con un cambio di racchetta (con manico piu' piccolo...), a fine ottobre ho contratto una lieve epicondilite. Per quasi due mesi mi ha permesso di giocare, ma a Natale ho dovuto smettere per una vera e propria "escalation" del dolore che dal gomito si e' propagato a tutto l'avambraccio, con muscolatura rigida e contratta. Avevo tutti i sintomi classici dell'epicondilite, che e' stata confermata da un medico dello sport.

Ho sospeso ogni attivita' per 40 giorni.
In questo periodo, ho prima effettuato dieci sedute con terapie tradizionali (ionoforesi, massaggi ecc.), che sono state completamente inutili. Mi hanno poi praticato 5 sedute con onde d'urto (2.000 colpi a seduta). La prima seduta e' stata cosi' dolorosa che stavo per abbandonare, ma nelle seguenti il dolore e' molto diminuito.

Grazie a tale terapia, la sintomatologia si e' *molto* attenuata, ho ripreso a giocare da quasi due mesi, seppur con intensita' minore (per precauzione gioco con la vecchia racchetta che non mi ha mai dato problemi, con corde in budello naturale come prima ma con tensione 3kg inferiore a prima).

In questi due mesi di gioco, la situazione non si e' mai aggravata, riesco a giocare, pur avvertendo una minor forza nell'avambraccio (nonostante abbia fatto un po' di potenziamento muscolare all'avambraccio con pesi da 1 kg).
Tutto sommato, direi che c'e' stato un ulteriore miglioramento anche dopo il termine della terapia.
Pero', avverto ancora dei sintomi dell'epicondilite.
In particolare, il braccio si affatica giocando, inoltre, al termine dell'attivita' (pur mettendo subito ghiaccio) ritornano i soliti sintomi (ad esempio, ho dolore se afferro una bottiglia con le dita, o se estendo il terzo dito contro resistenza).
Dopo circa 48 ore di riposo ho un "recupero" ed i sintomi si attenuano (invece, se gioco nuovamente il giorno dopo ne risento pesantemente).

In questi due mesi, ho sospeso l'attivita' per 15 giorni (per via di un viaggio), ma cio' non ha cambiato proprio nulla.

Cosa mi consiglia di fare?

Mi e' stato suggerito di assumere Nicetile ed eseguire una magneto-terapia;
puo' essere utile in questa fase?
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Dr. Giovanni Priano Chirurgo della mano, Chirurgo generale 31 1
La diagnosi di epicondilite è ben rappresemtata nelle tue parole che costituiscono una buona anamnesi. Una

Dr. Giovanni Priano
Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia della Mano e in Chirurgia Generale.

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Dr. Giovanni Priano Chirurgo della mano, Chirurgo generale 31 1
la diagnosi di epicondilite è insita nelle tue parole che rappresentano una buona anamnesi. La Risonanza può essere utile per quantificare e specificare il tipo di lesione inserzionale dei muscoli epicondiloidei e instaurare una terapia che spesso attenua ma non dirime i sintomi, come ti è successo. L'aver modificato l'impugnatura e la tensione della cordatura ha indubbiamente causato un maggiore stress inserzionale, per cui hai fatto bene a tornare alla vecchia racchetta e a ridurre l'attività sportiva almeno in questa fase di malattia. Una volta eseguita la risonanza si può vagliare la possibilità di una terapia infiltrativa con farmaci steroidei o con fattori di crescita, che danno risultati migliori rispetto ai farmaci assunti per per os o valutare la necessità di intervenire chirurgicamente sulla lesione inserzionale, ipotesi che lascerei per ultima nell'eventualità permanessero i sintomi.