Recupero post intervento ernia discale l5/s1 con distanziatore interspinoso

Buonasera, mio figlio di 20 anni giocava a calcio a livello agonistico, circa 5 mesi fa gli è stata rimossa un'ernia discale L5-S1 e gli è stato impiantato un distanziatore interspinoso in titanio tra L5 e S1. Il decorso post operatorio sembra buono, continua a fare fisioterapia (metodo Mezieres) e ha iniziato a fare nuoto. Sia il professore che l'ha operato che la fisiatra che sta curando la riabilitazione sconsigliano la ripresa di attività sportive quali il calcio, jogging o bici (MTB) ma non si sbilanciano piu di tanto. Fosse per me non avrei problemi e capisco che se non fa nulla è meglio ma è chiaro che un ragazzo di 20 anni con una buona struttura fisica (ha sempre fatto sport) vuole tornare ad una vita "normale". Secondo voi potrà tornare a fare quelle attività sportive che faceva? Se si, quando potrebbe pensare di riprendere l'attività e quali possono essere gli accorgimenti che dovrà adottare? Pe es. utilizzare un bustino? Grazie
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Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66 47
Dipende dal tipo di patologia vertebrale, dal tipo di intervento e dal tipo di paziente (morfotipo ecc.). A distanza e' impossibile risponderle.
Cordialita'
Dr. A. Valassina
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Utente
Utente
Mi rendo conto che a distanza non è facile dare dei giudizi ma credo valga per la maggior parte delle richieste che vengono gestite su questo sito. In maniera piu generica, quali possono essere le condizioni che potrebbero permettere (o NON permettere) il ritorno all'attività fisica? Un determinato tipo di patologia? Un determinato tipo di intervento? Un determinato tipo di paziente? La patologia vertebrale e il tipo di intervento non si possono desumere dal referto delle RMN e/o dalla cartella clinica? Il tipo di paziente si puo desumere dalla struttura fisica, età, peso etc oppure ci sono delle caratteristiche che si vedono solo durante una visità di persona? Statisticamente quante persone sottoposte a questo tipo di intervento tornano a fare sport senza subire le conseguenze di una recidiva? Esistono dei parametri entro cui attenersi per evitare il ripresentarsi di tale problematica? Per es. 1 anno di inattività, poi ripresa graduale ma solo in determinati sport e non in altri. Nel caso di recidive quanto si puo complicare la situazione del paziente stesso? Grazie comunque a chi potrà/vorrà rispondere.
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Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66 47
"La patologia vertebrale e il tipo di intervento non si possono desumere dal referto delle RMN e/o dalla cartella clinica?"
- No, non basta. Quello che viene descritto in cartella o nei referti non sempre corrisponde a quanto in realta' e' presente come malattia oppure come risultato dell'intervento.

"Il tipo di paziente si puo' desumere dalla struttura fisica, età, peso etc oppure ci sono delle caratteristiche che si vedono solo durante una visità di persona? "
- Alcuni dati sono oggettivi (peso, altezza ecc.), ma altri sono soggettivi e variano da paziente a paziente come il grado di mobilita' (= ROM = range of motion). Questi dati possono essere rilevati solo da una visita come quelli riguardanti i dati neuro vascolari.
Allo stesso modo la valutazione del dolore deve essere fatta dal medico che visita il paziente.
Insomma, gia' decidere di mettere uno spaziatore a un ragazzo di 20 anni dopo un intervento di discectomia e decompressione per ernia del disco e' una decisione molto discutibile. Chiedere l'idoneita' allo sport di questo ragazzo trattato chirurgicamente a distanza, senza averlo mai visitato, senza aver mai visto di persona le immagini non le sembra poco adeguato alle esigenze del ragazzo?
Quanto al tipo di servizio qui su MI noi ci limitiamo a dare un'informazione generale in relazione alla Salute e alla Malattia, non diamo risposte per singoli casi dato che a distanza via internet diagnosi, prognosi e indicazioni terapeutiche sono proibite per legge.

"Statisticamente quante persone sottoposte a questo tipo di intervento tornano a fare sport senza subire le conseguenze di una recidiva? Esistono dei parametri entro cui attenersi per evitare il ripresentarsi di tale problematica? Per es. 1 anno di inattività, poi ripresa graduale ma solo in determinati sport e non in altri. "
- Non esistono statistiche "certificate" a livello internazionale di questo tipo.
Esistono lavori scientifici dei singoli chirurghi che mettono spaziatori a ragazzi di 20 dopo un'ernia del disco, pratica, ripeto, molto discutibile. Ma questo tipo di "risultati" non hanno il valore di linee guida e non godono del consenso delle maggiori societa' internazionali di chirurgia vertebrale.
Lei capira', pertanto, che pretendere di stabilire alla cieca (a distanza), per di piu' in casi di questo tipo, quale sia il percorso migliore per il ritorno non tanto all'attivita' quotidiana di vita normale, ma addirittura a quella di gesti atletici ad alto livello sarebbe poco serio e poco professionale da parte mia nei suoi confronti.

L'unica cosa seria da fare e' sentire il parere del chirurgo che lo ha operato e regolarsi di conseguenza.
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Utente
Utente
Intanto la ringrazio per avermi dato una spiegazione leggermente piu esaustiva. Io non sto chiedendo nessuna idoneità (ci mancherebbe altro!) ma sto solo cercando di avere qualche parere in piu rispetto a quello del chirurgo che lo ha operato e non "pretendo" diagnosi, prognosi e indicazioni terapeutiche a distanza (è scritto da tutte le parti "Nota:informazione web richiesta dall'Utente senza visita clinica; non ha valore di diagnosi, trattamento o prognosi che si affidano al medico curante). Gia il fatto che lei ritiene "discutibile" l'utilizzo di spaziatori per un ragazzo di 20 anni fa capire il perchè delle mie domande....ogni medico ha una sua prospettiva, parere, opinione, io mi sono fidato delle indicazioni avute dal chirurgo che evidenzia i pro di un tale impianto ma quali sono i "contro"? Questo sito dovrebbe servire anche a questo, avere un "consulto" significa avere pareri da piu medici, anche discordanti, su tecniche e valutazioni concettuali, senza entrare in merito al caso personale. Tutto questo senza voler denigrare il lavoro e/o i pareri di un altro medico. Il chirurgo che lo ha operato sostiene che, indipendentemente dalla situazione di mio figlio, chi ha subito questa operazione NON debba fare sport tipo il calcio, corsa, pallacanestro etc etc, magari l'esperienza di un medico sportivo puo portare a sostenere che invece possa continuare a farlo a patto che.... oppure possa avallare la tesi del neurochirurgo, tutto qua. E' chiaro che nel caso avessi sentore che la pratica sportiva non fosse un'utopia, sarebbe mia cura (ma anche della società per cui è tesserato) avere un ok formale sulla sua idoneità, fatta di persona. Leggendo in rete si trovano decine di esperienze di gente operata che è tornata a fare sport, anche a livello agonistico, chi dopo 3 mesi chi 6, chi dopo un anno, ma anche di chi ha dovuto mollare completamente, da un punto di vista scientifico invece com'è la situazione? Questa è la domanda che io mi pongo. A proposito mio figlio è gia tornato ad una vita quotidiana "normale" come la intendiamo tutti noi (non ha dolori, cammina, balla, canta, nuota, va in auto, in metro etc.) ma la "sua normalità" è anche tornare a fare gli sport che ama. (Le ricordo che ha 20 anni!) prima di togliergli del tutto questa speranza o dargli una illusione mi piacerebbe sentire qualche altro parere, possibilmente autorevole.
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Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66 47
Desiderio legittimo, ma non esaudibile per ogni singolo caso via internet.
Le diro' di piu'.
1. Anche se io fossi il migliore (piu' autorevole) chirurgo vertebrale del mondo, qualsiasi mia opinione o parere su un caso come quello di suo figlio, se espresso via internet, non dovrebbe in nessun modo essere preso in considerazione da Lei nell'interesse del ragazzo.
2. Inoltre, anche se Lei ottenesse da me una informazione generale adeguata ( = trasparente, comprensibile, esaustiva) su questo tipo di problemi, non sostituirebbe comunque la valutazione diretta da parte del medico che lo esaminera'.
3. Lei scrive
"Leggendo in rete si trovano decine di esperienze di gente operata che è tornata a fare sport, anche a livello agonistico, chi dopo 3 mesi chi 6, chi dopo un anno, ma anche di chi ha dovuto mollare completamente, da un punto di vista scientifico invece com'è la situazione? Questa è la domanda che io mi pongo."
A questo Le ho gia' risposto (non esiste una letteratura scientifica di riferimento univoca) e le esperienze pubblicate via internet non hanno valore scientifico (= universale) . In ogni caso Lei e' una persona intelligente e comprende perfettamente che se esistono da parte mia riserve sul tipo di intervento, potra' comprendere perfettamente, al di la' delle limitazioni del nostro mezzo di comunicazione a distanza, che ogni tipo di valutazione sull'uso di spaziatori, sui postumi e sull'abilita' agonistica post operatoria da parte mia sara' sempre espressa solo ed esclusivamente dopo aver visitato il paziente e aver valutato tutte le immagini necessarie per un bilancio clinico adeguato.
Cordialita'
Dr. A. Valassina
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Utente
Utente
Prendo atto della sua riposta e ribadisco che (probabilmente non mi sono espresso correttamente) NON sto ripudiando o mettendo in discussione quanto mi è stato detto dal chirurgo ne dal fisiatra che sta seguendo la riabilitazione di mio figlio. Pertanto ogni parere espresso da altri medici per me avrebbe il valore di un "consulto a distanza" che, nel caso, DEVE essere approfondito con visite e/o ulteriori esami. Sto cercando di capire se esistono delle possibiltà, delle aperture delle esperienze che possano aiutarci a capire meglio quale può essere lo scenario futuro.
Detto questo rispetto la sua opinione e la ringrazio per la risposta, anche se credo ne potesse fare a meno visto che la mia richiesta non era personalmente rivolta a lei e la sua risposta è: "non posso rispondere se non a seguito di una visita". Visto che ho chiesto un "consulto a distanza" in una sezione dove possono rispondere diversi medici se non puo dare una risposta non lo faccia, magari c'è qualcun'altro che non la pensa come lei ed ha voglia di esporsi. Saluti.

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Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66 47
Forse non riesco a spiegarmi. Non esistono "consulti a distanza" e' proibito per legge dall'Ordine dei Medici e dall'OMS. Non si tratta dunque di aspettarsi una risposta da un altro medico "che abbia voglia di esporsi". Personalmente non nessun problema ad "espormi" nel reale come nel virtuale. Ma il rapporto su Internet deve restare medico-utente e non puo' essere medico-paziente!
Quello che si puo' fare, qui su MI siamo all'avanguardia in Italia e nel mondo, e' fornire informazioni corrette e offrire una comunicazione in grado di rendere fruibile i dati e le informazioni offerti agli utenti. Tanto vale per me come per tutti i miei colleghi consulenti del sito.
Inoltre Le ho risposto piu' volte riferendole che non esiste una letteratura scientifica che supporti in modo univoco un indirizzo in questa chirurgia. Per due ottime ragioni.
1) Questa indicazione chirurgica (spaziatore dopo intervento di discectomia per e.d.) e' molto discutibile gia' di per se'. Traduzione: non esiste una letteratura dotata di "evidenza" scientifica che dimostri la necessita' di questi spaziatori interspinosi in quanto non sembrano modificare la storia naturale della malattia discale post-operatoria.
2) Il recupero post-operatorio diventa dunque molto difficile da valutare essendo possibili sovrapposizioni tra sintomatologia residua della malattia di base con eventuali segni e sintomi dovuti allo spaziatore.
3) I modelli di spaziatore sono molto diversi in termini di geometria e dunque di stabilita'/ rapporti anatomici.
4) Non abbiamo nessuna informazione sul quadro clinico e delle immagini pre e post.
Se Lei e' convinto che un medico possa esprimere una qualsiasi valutazione, anche solo di tipo generale, in queste condizioni di totale disinformazione forse allora deve rivolgersi ad altri siti non cero a Medicitalia. "Uno scenario futuro" di un ragazzo di 20 anni appena operato per ernia del disco e con inserimento di uno spaziatore interspinoso non e' certo il tipo di risposta che si possa dare via internet. L'unica informazione seria che Le potevo dare era strutturata in due elementi:
a) non e' un intervento condiviso da molti chirurghi;
b) non esiste una letteratura scientifica di riferimento che "predica" con certezza l'esito di questi interventi tanto da consigliare una sorta di "tabelle di recupero" atletico post-operatorio.
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Utente
Utente
Beh se non altro ora qualche informazione me l'ha data (Punti 1, 2, 3, a, b), sulla 4 mi permetta di osservare che qualche altro suo collega, sempre su MI, a fronte di richiesta di consulto per un problema simile al mio ha chiesto all'interessato di fornirgli immagini e referti.......se potevano essere utili (o indispensabili) poteva chiedermelo o dirmi che senza questi referti non poteva esprimere pareri, piuttosto che dire "A distanza è impossibile rispondere", a mio avviso avrebbe dimostrato un po piu di interesse verso i mio caso e probabilmente le avrei chiesto io un appuntamento. Torno a ringraziarla ancora, però chiudiamola qui se no piu che un consulto diventa un teatrino. A proposito, per inserire la richiesta, come tutti gli altri utenti, devo cliccare su "CONSULTI" e nella mail che ricevo ad ogni sua risposta è scritto: "Uno specialista ha risposto alla tua richiesta di CONSULTO,....". Fatto on-line come lo chiamerebbe se non "consulto a distanza"? Saluti
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Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66 47
Questo settore dell'informazione online sulla Salute e' tutto in divenire. Le normative codificate riguardano la pubblicita' online e hanno un approccio antiquato al problema del consulto on line on time come quello che di fatto si svolge tra medico e utente di un sito.
Ho personalmente sollevato il problema di fronte alla Societa' Nazionale di Ortopedia (SIOT) gia' dal Congresso nazionale di Roma del 2012, al Congresso mondiale Doctors 2.0 tenuto in primavera a Parigi e di nuovo lo faro' al Congresso Nazionale 2013 ormai prossimo di Genova. In particolare ho denunciato la mancanza di regole e di un codice etico che consenta una corretta informazione senza abusi o vere e proprie truffe.
Tra gli abusi le segnalo che non e' nemmeno consentito farsi inviare via email immagini e dati su cui poi esprimere un parere per ragioni di sicurezza e di certezza dei dati (problema enorme su cui sarebbe lungo soffermarsi). Se poi qualche collega lo fa, sara' sotto sua esclusiva responsabilita', ma con notevoli possibili problemi medico-legali.
Dopo di che se si vuole chiamare l'informazione online "consulto", non e' un problema. Ma codesto contenitore puo' riguardare solo aspetti generali e non diagnosi, prognosi e terapie per un caso specifico (comprese indicazioni alla riabilitazione e al ritorno all'attivita' agonistica).
Pensi solo al problema dell'errore medico che dal nostro incontro online con tanti utenti ogni tanto vediamo affiorare. Ebbene anche in questi casi, date le condizioni giuridiche in cui si svolge il "consulto online" ci e' impedito di intervenire esplicitamente e solo con un'intensa azione di informazione trasparente e comprensibile siamo riusciti ad ottenere che l'utente ridiscutesse la prima diagnosi o indicazione con un secondo o terzo parere rilasciato da altri colleghi nella citta'/regione di residenza di quell'utente.
Mi creda, non e' affatto semplice regalare un servizio online come questo in una situazione di estrema indeterminatezza dal punto di vista etico e giuridico.
In questo senso e in questo contesto mi sembra di aver dedicato tutta l'attenzione e informazione possibile al caso da lei segnalato.
Ricambio i cordiali saluti.
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Utente
Utente
Grazie. Saluti