Dolore zona perianale e natiche.

Buongiorno, sono un maschio di 36 anni peso 73 kg e pratico sport non agonistico (calcetto) una volta a settimana. Da qualche tempo mi succede di avvertire un dolore alle natiche (proprio dove ci si appoggia quando si è seduti) non forte ma continuo, con una sensazione come di "bruciore" e intorpidimento della zona. Può dipendere dallo sport? Mi hanno diagnosticato un inizio ci coxartrosi all'anca sx più di origine genetica che altro (acetabolo antiverso 15°). Puo essere determinante? Ripeto il fastidio non è forte ma ogni tanto si ripresenta e a volte è difficile star seduti o guidare mentre se sono a riposo o sdraiato il tutto scompare e di notte non mi crea problemi. Non so se ho scritto nella giusta sezione ma ringrazio per le risposte.
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Dr. Nando Gallese Chirurgo toracico, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo 91
Si tratta di una neuropatia dei nervi pudendi che può essere dovuta a banale compressione a livello delle spine ischiatiche (in tal caso cambi la sua sedia preferita, utilizzi un ciscino per sedersi ed eviti di andare in bicicletta per qualche tempo) oppure a problemi derivanti da spondilodiscoartrosi (Rx colonna lombo-sacrale in 2 proiezioni + visita Ortopedica) o, meno probabilmente, a cause neurologiche da approfondire a livello specialistico di competenza.

Dr. Nando Gallese
www.nandogallese.com

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Dr. Carlo De Michele Medico dello sport, Medico internista, Medico osteopata 310 4
Come ogni volta che rispondo ad un quesito ripeto che quanto scritto rappresenta un parere generico e non una diagnosi. Praticare calcetto una volta a settimana non può essere considerato "attività sportiva" ma una fatica, sia pur piacevole. Mi spiego meglio. Ciò di cui ogni organismo ha bisogno è "l'allenamento" cioè l'abitudine a compiere un lavoro di entità superiore a quello della vita quotidiana, così da svolgere la normanle attività senza problemi. L'allenamento però deve sottostare a certe regole: quella fondamentale per una persona non agonista è che si ripeta almento 2 volte a settimana (cioè ogni 3 giorni e non nel fine settimana) e che abbia durata ed intensità adeguate. In caso contrario si tratta di una "fatica" che può essere più o meno sopportata e che può a lungo anfìdare procurare disturbi. Ritengo che sarebbe utile che lei consultasse un medico dello sport che tenesse anche nell'adeguata considerazione la sua postura. Cioè prima di rivolgersi a specialisti è necessario inquadrare la sua condizione generale.
Cordiali saluti

dr. Carlo de Michele
Medico Internista
Spec in Medicina dello Sport
Medicina Manuale Osteopatica
info@studiosintesis.it
www. studiosintesis.it

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Attivo dal 2009 al 2018
Ex utente
Grazie delle risposte. Capisco in punto di vista del Dr. de Michele, ma è altrettanto vero che a causa degli impegni lavorativi, famiglia, 3 figli, etc, etc, a volte fare sport più di una volta a settimana risulta difficile.
Io, da parecchi anni, sono costantemente in cura da una bravissima fisioterapista che mi segue per la postura. Infatti, a seguito rx zona lombare, c'è "qualcosina" a carico di L4-L5 che però al momento non è il caso di pensare a trattamenti chirurgici.
Quello che volevo capire è: si tratta di patologia benigna o altro? che durata può avere la fase acuta? poi si stabilizza oppure in futuro continuerà ad aggravarsi?
può coinvolgere anche il retro coscia? (quando sono seduto mi fa un pò male anche la parte posteriore della coscia). La sensazione è un pò quella che si ha dopo essere stati seduti per un'ora su un pezzo di marmo (non so se riesco a spiegarmi...) dove ci si deve alzare altrimenti il ns posteriore diventa quasi "anestetizzato".

Grazie per le risposte.
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Dr. Nando Gallese Chirurgo toracico, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo 91
Il "qualcosina" a carico di L4-L5 conferma i sospetti di neuropatia dei pudendi da radicolopatia: è il caso di approfondire con TC del passaggio lombo-sacrale + eventuale RMN. Sottoponga questi esami all'attenzione di uno Specialista Ortopedico e/o Neurochirurgo, perfezionato in chirurgia vertebrale.
Non sto dicendo, naturalmente, che sia necessario un trattamento chirurgico, ma una semplice osservazione specialistica. Se si tratta di incipienti problemi spondiloartrosici l'evoluzione peggiorativa è la regola, ma il decorso può essere notevolmente lungo e dar modo di porre rimedio ai disturbi, affidandosi al suo Fisioterapista di fiducia e a cicli di terapia medica (FANS, cortisonici, ecc.) e FKT. Se si tratta di semplice trauma compressivo acuto o di un minitrauma ripetuto, ricercando e abolendo l'origine del problema, questo stesso si risolverà.
E' necessario, comunque, precisare la diagnosi, escludendo qualsiasi altra causa, con gli esami e le consulenza specialistiche opportune.
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Dr. Carlo De Michele Medico dello sport, Medico internista, Medico osteopata 310 4
Dopo aver seguito ( e le augoro con esito negativo) gli accertamenti prorposti dal Dr Gallese torniamo ai problemi legati all'attività fisica e alla postura. Capisco perfettamente i suoi problemi che sono quelli comuni a chiunque viva oggi nella nostra società. Ma purtroppo i principi che la guidano saranno (forse!) funzionali alla produzione, ma non certo alla salute. Il nostro corpo per funzionare ha assoluto bisogno di movimento, che per essere salutare deve avere specifiche caratteristiche: Noi abbiamo la libertà intellettuale di nn rispettarle, ma questa libertà ha i suoi costi, poichè la mancaza o la scorrettezza dell'attività fisica porta a malattie di vario tipo. Immagino che lei abbia una discopatia o altra patologia disco-somatica; spesso questa patologia dipende da alterazione del carico, vale a dire che su una postura precedentemente scorretta si sovrappongono i problemi relativi ad una muscolatura volontaria insufficiente. Sottoporsi a trattamenti fisioterapici è sicuramente un valido palliativo, ma, se non si affronta la causa dell'alterazone questa si riproduce e tende ad aggravarsi. Per tanto io ritengo che sarebbe corretto verificare la possibilità di correggere la postura attraverso la stimolazione o la induzione di riflessi opportuni che possano modificarla stabilmente riportando i carichi articolari quanto più vicino agli assi di carico ideali. Contemporaneamente bisogna lavorare sui muscoli volontari, attraverso un'attività adeguata, per mantenere i risultati raggiunti.
Tra i tanti consigli non è stato dato quello di verificare la condizioni dentali: talvolta alla base di problemi posturali sono proprio misconosciute alterazioni dell'articolazione dentale. Ovviamente non so se quanto esposto si attagli al suo caso, ma rappresenta il mio atteggiamento terapeutico di fronte a casi di disfunzione posturale.
Cordiali saluti