Riabilitazione motoria dopo grave trauma
Gentilissimi Dottori,
a seguito di un gravissimo shock, mio padre è stato in rianimazione immobile ed incosciente per molte settimane.
n sintesi, mio padre ha combattuto una sepsi grave ed uno shock settico, 52 giorni di degenza (di cui 37 in rianimazione), tanti antibiotici ed un grave stato di debilitazione alla dimissione. I dettagli dell'accaduto potete leggerli in questo consulto: https://www.medicitalia.it/consulti/anestesia-e-rianimazione/343927-fascite-necrotizzante.html
Alla dimissione, abbiamo portato mio padre a casa, abbiamo instaurato un regime dietetico teso a migliorare la funzione epatica e renale e tanto riposo.
Sono quasi 15 giorni che papà è tornato a casa, gli esami di laboratorio migliorano, il suo umore pure, è ben sveglio e lucido, e ha cominciato fin da subito la fisioterapia per la riabilitazione motoria. Ha perso moltissimi chili e l'allettamento ha causato un'atrofia muscolare molto importante. Inoltre, la sede primaria dell'infezione da cui ha avuto origine la sepsi è il muscolo sottofasciale, con interessamento del pettorale e del braccio sinistro. Mio padre ha quattro importanti ferite in queste regioni che si stanno rimarginando veramente bene. La sede della lesione è rimasta edematosa per tutto il tempo dell'ospedalizzazione, l'edema si è risolto dopo un paio di giorni dal ritorno a casa. Mio padre muove pochissimo il braccio, non lo sente parte del suo corpo e per consentirgli piccoli movimenti ha bisogno di toccarsi la gamba con la mano, in questo modo, lui spiega, ha la consapevolezza spaziale di dove si trovi il braccio.
In meno di 10 sedute fisioterapiche, tutte domiciliari, papà ha recuperato un minimo di movimento al braccio leso, ha cominciato a deambulare per pochi metri con il nostro aiuto e si muove molto nel letto, pranza con noi a tavola e da solo (prima andava imboccato). Ma ho qualche dubbio riguardo all'attività che sta facendo. Il fisioterapista che lo segue (su cui non ho riserve, è riuscito a farlo camminare alla quarta seduta!) viene 3-4 volte a settimana, per 20-30 minuti. Io non riesco a capire se questo sia sufficiente oppure no. Da un lato penso che un corpo così devastato debba riprendersi con cautela e gradualità, dall'altro lato penso che più i muscoli lavorino, più veloce sarà la ripresa. Non vorrei sovraccaricarlo di fatica, non lo sopporterebbe, ma vorrei dargli tutte le possibilità per una ripresa ottimale.
Qual è il vostro giudizio a riguardo?
grazie
a seguito di un gravissimo shock, mio padre è stato in rianimazione immobile ed incosciente per molte settimane.
n sintesi, mio padre ha combattuto una sepsi grave ed uno shock settico, 52 giorni di degenza (di cui 37 in rianimazione), tanti antibiotici ed un grave stato di debilitazione alla dimissione. I dettagli dell'accaduto potete leggerli in questo consulto: https://www.medicitalia.it/consulti/anestesia-e-rianimazione/343927-fascite-necrotizzante.html
Alla dimissione, abbiamo portato mio padre a casa, abbiamo instaurato un regime dietetico teso a migliorare la funzione epatica e renale e tanto riposo.
Sono quasi 15 giorni che papà è tornato a casa, gli esami di laboratorio migliorano, il suo umore pure, è ben sveglio e lucido, e ha cominciato fin da subito la fisioterapia per la riabilitazione motoria. Ha perso moltissimi chili e l'allettamento ha causato un'atrofia muscolare molto importante. Inoltre, la sede primaria dell'infezione da cui ha avuto origine la sepsi è il muscolo sottofasciale, con interessamento del pettorale e del braccio sinistro. Mio padre ha quattro importanti ferite in queste regioni che si stanno rimarginando veramente bene. La sede della lesione è rimasta edematosa per tutto il tempo dell'ospedalizzazione, l'edema si è risolto dopo un paio di giorni dal ritorno a casa. Mio padre muove pochissimo il braccio, non lo sente parte del suo corpo e per consentirgli piccoli movimenti ha bisogno di toccarsi la gamba con la mano, in questo modo, lui spiega, ha la consapevolezza spaziale di dove si trovi il braccio.
In meno di 10 sedute fisioterapiche, tutte domiciliari, papà ha recuperato un minimo di movimento al braccio leso, ha cominciato a deambulare per pochi metri con il nostro aiuto e si muove molto nel letto, pranza con noi a tavola e da solo (prima andava imboccato). Ma ho qualche dubbio riguardo all'attività che sta facendo. Il fisioterapista che lo segue (su cui non ho riserve, è riuscito a farlo camminare alla quarta seduta!) viene 3-4 volte a settimana, per 20-30 minuti. Io non riesco a capire se questo sia sufficiente oppure no. Da un lato penso che un corpo così devastato debba riprendersi con cautela e gradualità, dall'altro lato penso che più i muscoli lavorino, più veloce sarà la ripresa. Non vorrei sovraccaricarlo di fatica, non lo sopporterebbe, ma vorrei dargli tutte le possibilità per una ripresa ottimale.
Qual è il vostro giudizio a riguardo?
grazie
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Gentile signore credo che un programma di rieducazione funzionale globale vada eseguito da un Fisiatra dopo aver visitato suo padre e raccolto tutte le informazioni che riguardano i suoi valori (siero-ematici - cardiorespiratori e metabolici). Suo padre non deve riprendersi da un trauma ma da una pesante stasi fisica essendo sato colpito da un'importante infezione.
20-30 minuti per 3-4 volte la settimana mi sembrano abbastanza esigui se poi suo padre non si esercita da solo. Comunque il mio consiglio è di farlo visitare da uno specialista che stabilisca la tipologia degli esercizi rieducativi, l'intensità e la frequenza .... e anche, eventualmente, di riabilitarlo in una struttura specialistica adeguata.
Saluti
20-30 minuti per 3-4 volte la settimana mi sembrano abbastanza esigui se poi suo padre non si esercita da solo. Comunque il mio consiglio è di farlo visitare da uno specialista che stabilisca la tipologia degli esercizi rieducativi, l'intensità e la frequenza .... e anche, eventualmente, di riabilitarlo in una struttura specialistica adeguata.
Saluti
dr Pasquale Bergamo
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 13.1k visite dal 02/05/2013.
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