Rottura de vasto esterno e alterazione del segnale del tendine del quadricipite

26 febbraio 2009
Ringrazio anticipatamente ed espongo il mio problema:a luglio 2007 a causa di una caduta sono stato portato al PS dove mi e' stata riscontrata la "probabile rottura del muscolo quadricipite". a distanza di un mese circa, un traumatologo (privato) mi ha mandato all'ospedale con richiesta per " valutare chirurgia per possibile rottura del muscolo" (non meglio identificato!!!). Il traumatologo dell'ospedale mi ha consigliato riabilitazione, e dopo 25 sessioni il risultato e' stato NULLO.
Premetto che fino a questo punto nessuno si era preoccupato di richiedere una ecografia o una risonanza magnetica. Siamo ormai a dicembre e il primo traumatologo (per capirci quello della richiesta di intervento) mi manda a fare
una risonanza magnetica.(in proiezione sagittale, assiale e coronale. Sequenze T1,T2 e densita' protonica) Il risultato dice quanto segue:

"Si apprezza una marcata alterazione dell'intensita' del segnale del quadricipite, con immagine suggestiva di rottura del vasto esterno e alterazione del segnale del tendine del quadricipite che, anche se si trova inserito nella rotula, presenta edema accompagnante, senza evidenziare retrazione dello stesso.Non si identifica alterazione del segnale a livello del resto della muscolatura che indichi attualmente la presenza di un edema."

Visto il risultato, il primo traumatologo si e' "arrabbiato" perche' invece di operarmi si era ricorsi alla riabilitazione. Oggi,26/02/2009 il traumatologo che a settembre mi aveva ordinato la riabilitazione, mi ha detto che devo continuare (la riabilitazione) per rinforzare quello che rimane del muscolo.A questo punto la mia domanda e' la seguente: visto che ci sono due pareri discordi, uno per la chirurgia e uno per la riabilitazione, quale e' (o quale sarebbe) il trattamento migliore da seguire?
Ancora grazie per l'attenzione che mi volete prestare e continuate con il buon lavoro.Un cordiale saluto.
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Dr. Mirko Parabita Medico fisiatra 296 4 1
Egregio Utente,
le lesioni muscolari prevedono un approccio conservativo o chirurgico in relazione all'entità della lesione ed al tempo intercorso dalla lesione. Il tempo trascorso (2 anni) dall'evento traumatico ha sicuramente indotto la formazione di una vasta cicatrice a livello muscolare, che è concausa di un inefficiente funzionamento del muscolo, quadro peggiorato dal suo sovraccarico ponderale (Lei riporta un peso di circa 120 Kg per una altezza di 175 cm). Pertanto le consiglierei di chiedere maggiori informazioni al Collega che la sta seguendo, in merito a "quanto" sia vasta la lesione, di che grado sia ed eventualmente completare l'aspetto diagnostico con un esame elettromiogafico. Per quanto attiene l'aspetto riabilitativo, comunque, l'approccio conservativo si potrebbe avvalere, a mio giudizio, di un ciclo di tecarterapia tanto capacitiva, quanto resistiva, dovendo coinvolgere sia l'aspetto muscolare che tendineo. Un controllo ecografico, in ogni caso, è un esame assolutamente valido di per sè, senza dover ricorrere alla RMN, per valutare l'evoluzione del quadro rigenerativo muscolare e tendineo
Cordiali saluti

Dr. Mirko Parabita

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Dr. Cosimo Savoia Medico fisiatra, Medico termale, Medico dello sport, Perfezionato in medicine non convenzionali, Cardiologo, Medico osteopata, Reumatologo 90 7
L'approccio chirurgico dipende dall'entità del danno della lesione e dall'impatto sulla funzionalità residua.
Dopo quasi due anni mi sembra inutile rimpiangere il latte versato, probabilmente a questo punto una valutazione chirurgica non è prioritaria ma sarebbe opportuna una valutazione globale della situazione e programmare una riabilitazione che tenga conto della attuale condizione anatomica e posturale.
Come ben ha fatto notare il collega Parabita, a questo punto si sarà formata una cicatrice importante che sicuramente influisce in modo determinante sulla funzione muscolare (sia statica che dinamica).
Bisognerà quindi allungare e rinforzare il muscolo e normalizzare i parametri infiammatori; oltre ai rimedi terapeutici proposti dal Collega che mi ha preceduto valuterei la possibilità di infiltrazione della cicatrice, della mesoterapia, degli ultrasuoni, della jonoforesi, oltre che della fisioterapia di rinforzo e stretching; naturalmente con una valutazione posturale globale (potrebbero emergere siti diversi di intervento) e con il supporto di controlli ecografici.

saluti
Consigli accessori: calo ponderale.

Dr. med. Cosimo SAVOIA