Linfoadenopatia e Covid-19

Buonasera,
Intanto volevo augurare a tutti buone feste e ringraziare in anticipo tutti coloro che mi daranno una risposta.
Vengo subito al dunque: sono un ragazzo di 23 anni, senza patologie pregresse o comunque problematiche di salute rilevanti, che nel giro di due mesi ha dovuto fare i conti due volte con il Covid-19.
Il primo tampone positivo è stato il 21 ottobre, negativizzato agli inizi di novembre.
Il secondo invece è del 17 dicembre.
La malattia ha avuto un decorso lieve in entrambi i casi.
La prima volta ho accusato astenia, una cefalea molto intensa, mal di gola e congestione nasale con perdita di gusto e olfatto.
La seconda volta invece è stata lievemente più difficile da sopportare, con lo stesso mal di testa che ho avuto la prima volta (e che mi ha permesso di sospettare che si trattasse di nuovo del Covid) associato a febbre e dolori muscolari/articolari.
Da circa 2-3 giorni sono senza sintomi e aspetto di fare il tampone di fine isolamento a inizio prossima settimana, sperando nell'esito negativo.

Non capisco però come sia possibile una reinfezione a distanza così ravvicinata dalla prima.
Voglio dire, come posso essermi reinfettato dopo solo un mese e mezzo dalla prima volta?
Capisco dopo un po' di mesi, ma non mi capacito di come sia possibile nel giro di così poco tempo.
Oltretutto in entrambi i casi l'infezione ha generato una linfoadenopatia piuttosto dolorosa, che nel primo caso è regredita completamente ed era circoscritta al collo, mentre in questo caso persiste ed è più diffusa.
Per intenderci, sono palpabili un linfonodo occipitale dx, i due linfonodi giugulo-digastrici, tre laterocervicali sx e due inguinali dx.
Io credo siano assolutamente correlati all'infezione in quanto sono tutti reattivi, di recente comparsa e mi sembrano benigni: piccoli di dimensione e mobili, alcuni dolorabili, i 3 laterocervicali stanno anche regredendo spontaneamente.
L'unico che mi preoccupa è il giugulo digastrico sx che è sicuramente più grande di un cm ma spero cominci a regredire anche lui.
Aggiungo anche che tendenzialmente alcuni sono palpabili fisiologicamente visto che sono abbastanza magro.

Il punto è che non capisco che tipo di risposta imbastisca il mio sistema immunitario: esibire ogni volta grandi linfodenopatie che poi mi portano a niente di fatto mi sembra ambiguo e senza senso.
In più non è riportato praticamente da nessuna parte come segno caratteristico la linfoadenopatia.
A questo punto vi chiedo: dopo anche questa negativizzazione secondo voi sarebbe il caso di fare qualche accertamento per capire se va tutto bene o lascereste perdere vedendo se la linfoadenopatia regredisce da sé?
Terreste d'occhio i linfonodi? Fareste qualche indagine per sicurezza per vedere se va tutto bene o posso ritenermi tranquillo con il tampone negativo?
Vi ringrazio per il vostro tempo, scusate la prolissità.
Buona serata!
[#1]
Dr. Piergiorgio Biondani Psichiatra, Perfezionato in medicine non convenzionali, Medico di base, Psicoterapeuta 1.8k 57
Gentile ragazzo ,
dato il breve intervallo di tempo trascorso fra il primo e il secondo episodio si potrebbe, forse, pensare più proabilmente ad una riacutizzazione di un'infezione non totalmente trascorsa, nonostante un tampone negativo (casi già evidenziati nel corso della prima ondata)
In linea generale, infatti la negatività di un tampone (senza entrare nel dettaglio di che tipo di tampone) non sempre è totalmente attendibile per svariati motivi tecnici, umani, ed anche legati alla carica virale locale, non sempre stabilmente elevata....
L'accentuato ed evidente interessamento del sistema linfatico potrebbe essere correlato ad una spiccata reattività linfatica personale, cosa non rara.
Indubbiamente, per sua massima tranquillità potrà effetture, al termine della fase acuta tutti gli accertamenti necessari per una più approfondita valutazione del suo sistema immunitario, previa, naturalmente, una visita di persona presso un medico di sua fiducia.
Solo dopo un adeguato esame clinico e un'anamnesi approfondita sarà possibile pianificare quanto necessario affinchè lei possa ottenere dagli accertamenti le risposte più attendibili.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.

[#2]
Attivo dal 2020 al 2021
Ex utente
La ringrazio per la sua rapida risposta. Purtroppo credo più in una reinfezione, visto un contatto stretto con mio fratello 7 giorni prima dell’esordio dei sintomi. Mio fratello quel giorno era a fine incubazione e avrebbe cominciato a manifestare i primi sintomi durante quella nottata. Quindi temo di averlo preso da lui.
C’è anche da dire che io ho perso purtroppo gran parte della fiducia che avevo nel mio curante con questi due episodi, perché in entrambi i casi se non fosse stato per le pressioni che ho fatto per farmi fare il tampone io non avrei mai saputo di avere il virus. La seconda volta mi ha anche accusato di scavalcarlo perché ero andato a fare un tampone molecolare da privati senza consultarlo (dopo che mi aveva detto di aspettare 72 ore per precauzione e che secondo lui era impossibile una reinfezione). Sono stato trattato con una saccenza non indifferente e alla fine ho avuto ragione in entrambi i casi. Quindi ora ho paura di avere ragione anche sui successivi sospetti, ma non ho proprio idea a chi rivolgermi perché ormai di lui non mi fido e non ho voglia di sentirmi dire che l’ansia mi fa sentire e inventare tutti i sintomi come mi ha detto qualche giorno fa.
Mi sembra comunque di capire che questo secondo episodio lei non lo ritenga una spia così importante di un’eventuale immunodepressione o altro, visto che mi consiglia di sottopormi ad accertamenti più per una mia tranquillità piuttosto che per una reale possibilità che possa esserci sotto qualcosa. Se è così questo mi tranquillizza già molto, la aggiornerò comunque se ha piacere sugli sviluppi della situazione. La ringrazio davvero tanto per la disponibilità!
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