Linonodo ingrossato

Ho 25 anni, e da circa 10 mesi ho notato di avere un linfonodo ingrossato sotto l'orecchio, a dire il vero non è molto grosso, direi delle dimensioni di un pisello o u chicco di caffè, e oltretutto non mi fa neppure male, l'ho scoperto per caso toccandomi il collo.
L'ho mostrato al mio medico e ha detto che si tratta di un linfonodo infiammato perchè sta facendo il suo lavoro e di tornare a mostrarglielo se diventasse "grosso come una noce". Mi ha detto inoltre che poteva essere una cosa dovuta ad un'infezione dentale o a un ml di gola, in effetti ho avuto un'infezione alla gengiva dovuta ad un provvisorio montato male, ma l'ho curata e ora è scomparsa. Complessivamente mi sento abbastanza bene, non ho altri sintomi, (anche se in inverno sono molto soggetto a raffreddori ed allergie), ho fatto pure degli esami del sangue generali ed erano a posto.
Detto questo, il linfonodo ancora non mi è scomparso, non è diventato la "noce" di cui parlava il mio medico, ma è lì e non sembra intenzionato ad andarsene. Quanto a lungo un linfonodo può rimanere ingrossato?
Posso tenermelo oppure è necessario che chieda al mio medico di farmi fare esami più approfonditi? Quali sintomi dovrebbero eventualente indurmi a preoccuparmi seriamente?
Grazie per la disponibilità.
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Dr. Marco Catani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 3.1k 73 9
gentile utente,

vorrei solo confermare quanto il suo medico curante ha detto. i linfonodi non "vanno via" semplicemente si riducono di dimensione quando viene meno l'infiammazione del territorio che loro drenano.

per tale motivo, forse sia pur in modo ridotto persiste ancora l'infiammazione gengivale.

consideri che il sistema che siamo utilizzando (computer-internet) è piuttosto scarso per questo tipo di servizi.

quindi non mi preoccuperei e per controllo tra qualche giorno tornerei dal medico.

cordiali saluti

Marco Catani
http://www.marcocatani.it
Il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la gentile risposta, ma le chiedo, quanto tempo impiegano solitamente i linfonodi a sgonfiarsi, almeno parzialmente, terminata l'infezione? potrebbe anche non andare più via?
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Dr. Marco Catani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 3.1k 73 9
come ha già detto lei tutto questo è in relazione alla risoluzione del processo flogistico, in media dopo qualche giorno.
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dopo
Utente
Utente
Questa mattina ho fatto un'altra viita di controllo ed il mio medico mi ha confermato che il linfonodo è con ogni probabilità di natura reattiva e non patologica, ma non sa spiegare le cause del perchè sia infiammato, e mi ha successivamente palpato il collo per controllare che no ve ne fossero altri. Dopodichè mi ha prescritto esami sanguigni specifici per la tiroide, poichè ritiene che talelinfonodo possa dipendere da essa, che comunque al tatto non risultava gonfia.
Alla domanda:quando si sgonfierà il linfondo? mi è stato risposto: quando deciderà lui!

Le chiedo dunque: un linfonodo reattivo è distinguibile chiaramente da uno patologico? in quest'ultimo caso quali sono i sintomi? Quali valori sanguigni (oltre aquelli della tiroide) indicheranno evntuali problemi?
Grazie
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Dr. Marco Catani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 3.1k 73 9
le chiedo e mi chiedo una semplice cosa.

non vuole essere una scortesia la domanda è lecita educato è rispondere.

la mia però è la seguente. tutte le domande che lei mi ha posto le ha anche poste al medico che ha avuto la possibilità di visitarla?

la mia domanda deriva dalla risposta che dovrò darle, per patologico immagino lei si stia riferendo a patologie neoplastiche. solitamente il linfonodo patologico tende ad aumentare di dimensione senza però dare sintomi come il dolore. il linfonodo reattivo viceversa solitamente tende ad aumentare di dimensione e il so aumento è accompagnato da dolore, fastidio. ho scritto a volte perchè questa è la prassi ma possono esserci delle deroghe.

per quanto riguarda le analisi che le ha richiesto il collega non mi è dato sapere il tipo di analisi lei ha indicato solo che sono per la tiroide.

le mie risposte sono esclusivamente teoriche e non possono avere un fondamento con la realtà.

non porta a nulla il fatto che lei ponga domande o di conferma o domande il cui risultato verrà matchato con la realtà sua e non del collega. quello che voglio dire è che potrebbe commettere errori deduttivi tra quello che le è stato detto, quello che lei percepisce e la realtà del quadro clinico.

mi preoccupo solo di non generare apprensioni immotivate che potevano essere direttamente sopite nel corso della visita con il collega.

rimango comunque in attesa delle novità

cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Gentile dottor Catani,
la mia non voleva essere una mancanza di rispetto nei suoi confronti, e neppure intendevo servirmi di lei per essere tranquillizzato o terrorizzato. Semplicemente mi sembrava saggio cercare un consulto medico aggiuntivo (che per ovvie ragioni non terrò nella stessa considerazione di quello dal vivo),ed ovviamente non potevo fargli perdere l'intera mattinata per farmi istruire sul tema linfonodi, ecco perchè sono tornato a rivolgermi a lei.
Le rispondo che sì, queste domande al mio medico le ho fatte e le risposte che mi ha dato non sono esattamente uguali alle sue: lui sostiene che un linfonodo reattivo mantenga un diametro inferiore al centimetro (com'è il mio caso) e che dovrei preoccuparmi se lo vedessi crescere fino a superare tale dimensione. Riguardo al dolore non mi ha detto nulla, anzi non mi ha neppure chiesto se fosse dolorante o meno (comunque non lo è), e mi sembra che nel corso di un anno (quando lo rilevai la prima volta) non sia aumentato di dimensioni (se non di pochissimo). L'esame che dovrò sostenere riguarda un valore che si chiama tiroidotropina, ma non so dirle di più. Magari potrà spiegarmi lei la relazione tra tiroide e linfonodi.
Come lei dice un consulto online non sostiuisce una visita vera e propria, ed ovviamente non è questo che le chiedo, ma vorrei sapere che idea si è fatto lei della mia situazione in base agli elementi (pur insufficienti, me ne rendo conto) che le ho fornito. Il mio medico non ha parlato di neoplasie o altre infezioni, dunque non so se ho ragioni di temere per un linfoma, non so neppure quali sintomi abbia tale patologia (se così fosse, quali esami sanguigni lo rileverebbero?).
Tenga presente che le chiedo un consulto, non una diagnosi, per cui risponda pure senza timori particolari, terrò in considerazione le sue risposte, ma ovviamente delegherò poi la diagnosi al mio medico.
Distinti saluti.
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Dr. Marco Catani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 3.1k 73 9
mi spiace abbia non interpretato in maniera corretta le mie parole.

con un sol colpo, avrebbe potuto, facendo le domande al collega che ha avuto la possibilità di visitarla, avere informazioni decisamente più precise e personalizzate rispetto a quelle estremamente generiche che inevitabilmente siamo costretti a dare sia per il mezzo che stiamo uilizzando, sia per il ruolo che ci compete in questo ambito.

per esempio la richiesta da lei fatta su quali siano le analisi nell'ipotesi di un linfoma, non posso soddisfarla. molte persone e lei non farà certamente parte di questo folto gruppo, spesso tentano autodiagnosi eseguono analisi di loro iniziativa, talvolta privatamente altre volte con richieste del curante, senza una regia di un medico.

quando parlo di medico, parlo di un medico reale e non virtuale. cioè un medico come noi che però prima di richiedere una qualunque indagine prima interroga il soggetto, lo visita e poi in base a tutte le rilevazione sospetta una diagnosi e decide il successivo iter diagnostico, in seguito ai risultati se necessario deciderà una terapia.

ne vedo nel lavoro reale e ne leggo in quello virtuale di tutti i colori, è per questo che cerco di essere prudente ed etico, non solo per me ma soprattutto per la persona dall'altra parte del video che non conosco affatto.
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dopo
Utente
Utente
è chiaro che non otterrò da lei consigli e risposte più precise in quanto capisco che lei non ritiene saggio trattare simili argomenti via web. Comprendo la sua posizione e non insisto.

Spero mi permetterà però di porle dei quesiti di carattere generale:1) per un linfonodo ingrossato è sempre necessaria o consigliabile un'ecografia di approfondimento? anche quando questo non raggiunga dimensioni preoccupanti? 2)ho sentito dire che il linfoma si manifesta con prurito persistente, bene le chiedo quali siano le caratteristiche di tale prurito, e come esso si differenzi dai pruriti normali, ma soprattutto vorrei sapere se appaiono bolle e pomfi in tale eventualità.
La ringrazio della cortesia di rispondermi.
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Dr. Marco Catani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 3.1k 73 9
generalmente è l'evoluzione del linfonodo, in considerazione della situazione clinica che di solitoorienta per l'approfondimento o no con esami diagnostici.

per quanto riguarda il prurito questo è generalizzato e non presenta alterazioni cutanee come quelle da lei descritte.

cordiali saluti
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