Dolore osseo, formicolio

Salve, sono una studentessa al quarto anno di medicina, ho 22 anni.
Vi scrivo per dei disturbi che si sono presentati da qualche tempo a questa parte e che non riesco a riconnettere tra loro per comprenderne le cause.
Da qualche mese soffro di un dolore che sporadicamente (ma abbastanza spesso, non proprio ogni giorno ma quasi) mi si presenta, e che avverto come un dolore molto ben localizzato alla tibia sinistra, sempre nello stesso identico punto (appena sotto l'epifisi prossimale della tibia) ; il dolore si presenta talvolta spontaneamente, altre volte in seguito ad alcuni movimenti ben precisi, principalmente quello di sfilarmi lo stivale dal piede senza slacciarlo, facendo leva con l'altro piede.
Inoltre, da circa un mesetto si è presentato un altro disturbo: solitamente dormivo sempre, senza problemi, sul fianco destro; a partire da questo lasso di tempo, dormire sia sul destro che sull'altro fianco non mi è possibile, perchè avverto una forte sensazione di compressione della spalla che dopo circa dieci minuti mi provoca fastidio, un dolore sordo e un formicolio alle mani; inoltre, quando mi sveglio la mattina, nei primi minuti dopo il risveglio, avverto debolezza muscolare, soprattutto alla mano destra, e ho difficoltà a compiere movimenti come ad esempio stringere le mani, dopo un po' di tempo dal risveglio questi sintomi migliorano.
Sono sempre stata nel complesso una persona in salute, soffro solo di asma allergica e da un mesetto a questa parte sto assumendo Tardyfer per una lieve anemia che mi provocava forte stanchezza; le compresse hanno causato un notevole miglioramento.
Non riesco a comprendere quale possa essere la causa di questi disturbi e non saprei a chi eventualmente rivolgermi o come ovviare, per cui mi piacerebbe avere qualche consiglio in merito.
Grazie in anticipo.
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Dr. Mauro Granata Reumatologo, Medico internista, Geriatra 2.7k 114
I disturbi che riferisce meritano attenzione non fosse altro che per la loro durata. Sarebbe quindi importante una visita presso il medico di medicina generale di suo riferimento. Il collega potrà così intervistarla con più precisione e ricercare eventuali segni clinici importanti per orientare la diagnosi. Eventuali visite specialistiche ed esami da lui prescritti permetteranno la determinazione delle cause all'origine del disturbo. Cordialità.

Mauro Granata
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