Caduta in clinica dopo intervento

Buonasera, vorrei che valutaste la responsabilità di una clinica privata della mia città in relazione ai fatti occorsi a mio padre, e che così espongo: il giorno 10 agosto 2009, successivamente a visita oculistica ed adeguata preparazione preoperatoria, mio padre, classe 1925, veniva ricoverato presso una clinica privata per essere sottoposto ad intervento di cataratta. Tale intervento si era reso necessario per superare l'esame per la revisione della patente di guida, regolarmente utilizzata fino al giorno del ricovero. L'intervento è stato regolarmente eseguito e, malgrado ci fosse da parte di mio padre la volontà di tornare a casa, in via precauzionale è stato trattenuto in clinica, dove ha trascorso la notte senza la presenza di noi familiari. L'indomani mattina presto, gli infermieri addetti al reparto gli comunicavano la necessità di sgombrare la stanza in attesa dell'arrivo del medico oculista che avrebbe dovuto effettuare la medicazione. Preso dal panico, mio padre svendeva al piano terra della clinica, in pigiama e senza aver neanche fatto colazione in quanto non gli era stata somministrata, per attendere l'arrivo del medico. Di lì a poco giungeva mia madre (classe 1932) che, vedendolo tremante ed in agitazione, lo accompagnava in reparto e effettuava veementi rimostranze nei confronti della caposala, la quale disponeva immediatamente per la somministrazione della colazione e dei farmaci che abitualmente erano assunti. Ciò nonostante, all'arrivo del medico, nessuno accompagnava il paziente per la medicazione (mia madre era vicina ma non poteva sostenerlo), e per cause non ben chiarite, cadeva violentemente al suolo provocandosi la frattura del collo del femore. Racconto brevemente il seguito: l'intervento di artoprotesi anco femorale è stato eseguito in altra struttura ospedaliera, seguito da 45 giorni di riabilitazione e rientro al domicilio. Le difficoltà di deambulazione sono state sempre più marcate, tanto da rendere necessario un nuovo ricovero per controlli il giorno 28 novembre u.s..Il mattino dopo, mio padre presentava un improvviso stato febbrile e di semi incoscienza, con due episodi di tosse con espulsione di materiale ematico (il medico di turno, molto rassicurante, disse che probabilmente erano residui di verdura nascosti chissà dove nel corpo di mio padre ?!?) che lo ha condotto al decesso avvenuto alle ore 14,00.
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La mia domanda si riferisce solo all'episodio della caduta, e cioè se è ravvisabile responsabilità nel comportamento della clinica nella gestione del paziente, se cioè doveva essere trattenuto in camera, gli si doveva somministrare per tempo la colazione e i farmaci, e se doveva essere accompagnato da personale ed eventualmente con mezzi di ausilio alla medicazione, visto che il suo campo visivo era fortemente limitato sia per la benda sull'occhio operato che per la cataratta all'altro occhio, che sarebbe stata operata in seguito.
Ringrazio in anticipo per l'aiuto.
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Dr. Andrea Mancini Medico legale 742 29
Gent. Utente,
la mia personale risposta è che vi sono gli estremi per una richiesta danni.
Chiaramente occorre conoscere nel dettaglio i vari passaggi clinici e la documentazione.
Buona fortuna

Andrea dott. Mancini
Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Mancini,
La ringrazio per la pronta risposta. Parlerò con il nostro legale per recuperare i documenti.Riferirò all'esito.

Cordiali Saluti
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Medico legale, Chirurgo d'urgenza, Ginecologo attivo dal 2007 al 2010
Medico legale, Chirurgo d'urgenza, Ginecologo
tenga presente che la casa di cura ha certamente un'assicurazione specifica.Vi è una sola parte oscura (ed importante) nella sua descrizione: gli infermieri per invitarloa sgombrare la stanza parlavano con un paziente già dimesso o era solo la necessità della visita?
Le cose potrebbe cambiare parecchio nel primo caso.
Ha ragione il collega quando chiede maggiori delucidazioni e, comunque, convengo nel giudizio di massima dato dal dott Mancini