Riapertura pratica infortunio sul lavoro

in data 6 agosto 2010 ho aperto pratica infortunio sul lavoro per frattura scomposta terzo medio calivicola sx e 10^ costa sx. prognosi P.S. ospedaliero sino all'8 settembre compreso. Inail manda lettera (non raccomandata) per connvocazione visita per il giorno 8 settembre; poichè avevo già prenotato e pagato un soggiorno non rimborsabile fuori città con rientro previsto il 12 settembre, mi sono recato anzitempo presso l'Inail dove l'ortopedico Dott. .......mi comunicava che non era possibile uscire dalla città durante l'infortunio e che per ciò dovevo chiudere la pratica per poi nel caso riaprirla al rientro. Così ho fatto ma all'Inail da un medico responsabile delle pratiche mi è stato risposto che essendo stata una chiusura pratica su richiesta, non era possibile riaprirla.
Il giorno successivo alla risposta negativa da parte dell'Inail, mi sono recato presso l'ospedale per le lastre e la visita di controllo a suo tempo preventivate e doipo avermi visitato, mi hanno detto che è inconcepibile che io possa rientrate a lavorare. non appare ingiusto che ora debba mettermi in malattia? Se vado a lavorare e mi succede qualcosa chi è il responsabile? l'Inail che a suo tempo non mi ha impedito di chiudere l'infortunio? E' utile precisare che ovviamente nessuno mi ha comunicato in nessun modo che in caso di richiesta di chiusura della pratica, la medesima non si può riaprire! Ancora oggi indosso l'apposito tutore clavicolare a otto e l'ultima lastra ha evidenziato solo oggi l'inizio di formazione di callo osseo!
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Dr. Mario Corcelli Medico legale, Medico igienista 3.7k 99 53
Gentile signore,

secondo me un lavoratore infortunato non è obbligato a restare forzatamente al proprio domicilio nel periodo di infortunio; è obbligato, invece, a dare la sua disponibilità ad essere reperibile per qualsivoglia eventuale controllo, comunicando tempestivamente all'INAIL e al datore di lavoro la variazione temporanea del domicilio.
A prescindere dal domicilio abituale o temporaneo del lavoratore, l'obbligo di reperibilità nelle fasce orarie può essere previsto dai contratti collettivi.

Per esempio, una sentenza della Cassazione del 9.10.98 disponeva che è ammissibile che il domicilio del dipendente coincida non già con una abitazione, ma con un albergo. In tal caso il dipendente ha l’onere di comunicare con precisione l’indirizzo di riferimento per l’eventuale visita di controllo.

La proposta di chiudere la pratica e poi riaprirla mi pare proprio campata in aria.

Ma non ho capito: lei ha chiuso la pratica d'infortunio per recarsi fuori città?


Cordiali saluti

Mario Corcelli, MD
Milano - specialista Medicina Legale e Igiene-Tecnica Ospedaliera
http://www.medico-legale.it

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dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
si! su indicazione del Dott...... dell'Inail al quale avwevo detto che la scadenza dei giorni di referto di P.S. "cadevano" nel periodo di soggiorno e quindi sarei stato impossibilitato a fare la visita di controllo presso di loro. Da tenere presente che comunque l'ospedale, indipendentemenmte da come stia procedendo la pratica/contenzioso, ha sempre continuato a prescrivere cure, lastre radiologiche e visite ortopediche, sino a quella prevista per il 14 ottobre p.v.. gazie per la risposta!
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dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
si! su indicazione del Dott...... dell'Inail al quale avwevo detto che la scadenza dei giorni di referto di P.S. "cadevano" nel periodo di soggiorno e quindi sarei stato impossibilitato a fare la visita di controllo presso di loro. Da tenere presente che comunque l'ospedale, indipendentemenmte da come stia procedendo la pratica/contenzioso, ha sempre continuato a prescrivere cure, lastre radiologiche e visite ortopediche, sino a quella prevista per il 14 ottobre p.v.. gazie per la risposta!
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Dr. Mario Corcelli Medico legale, Medico igienista 3.7k 99 53
non doveva chiudere la pratica

in ogni caso lei poteva riaprire la pratica in qualsiasi momento
può farlo anche ora, se ancora non è guarito, come presumo, mettendosi in "ricaduta" da infortunio; è sufficiente che il suo medico di famiglia le faccia il certificato di ricaduta, con le motivazioni cliniche, da inviare subito all'INAIL

ovviamente, col pasticcio amministrativo avvenuto, perde tutta la temporanea INAIL dal giorno in cui ha chiuso la pratica al giorno in cui la riapre per "ricaduta", ma non perde alcun diritto all'indennizzo, sempre che i postumi permanenti superino il 5%