Cefalea a grappolo cronica: invalidità per accesso alle categorie protette nel mondo del lavoro

Buongiorno, scrivo dal Piemonte ed ho ventisei anni, scrivo per sapere un'opinione da un esperto in materia in relazione ad un mio problema neurologico che mi condiziona moltissimo nei rapporti sociali, di lavoro ed in linea più generale nello svolgimento di un livello di vita accettabile. Veniamo al dunque: mi è stata diagnostica una cefalea a grappolo in forma cronica da un autorevole neurologo dell'Istituto Neurologico Besta di Milano (da cui sono tutt'ora in cura e in cui sono stato ricoverato pur senza ottenere miglioramenti significativi). Il problema è esordito circa sei anni fa ma allora ero in forma episodica e avevo una buona risposta ai farmaci. Le cose sono peggiorate in maniera quasi "drammatica" con gli anni ed il calvario dura tutt'ora, la cefalea si è come detto cronicizzata, ho provato quasi tutti i farmaci di profilassi previsti nel protocollo internazionale per la CH ma i risultati sono mediocri, quasi nulli, vado da un minimo di un attacco ad un massimo di quattro crisi acute al giorno, tutti i giorni in TUTTI i mesi dell'anno ( a differenza della forma episodica). Al sintomatico l'unica cosa che mi funziona per il meglio è l'ossigeno gassoso che assumo con mascherina naso bocca ai primi segnali della crisi ad un flusso di partenza di almeno 15 lt/min per 20 min. spesso funziona ma quando gli attacchi sono killer (da suicidio) il risultato non è decisamente quello sperato e devo lasciar sfogare l'attacco. Per quanto concerne l'altro farmaco sintomatico ovvero l'Imigran iniezioni sottocute preferisco usarlo molto raramente poichè è da me mal tollerato e comunque NON sempre mi abortisce gli attacchi (così come l'O2 che uso sia a casa che sul posto di lavoro).

Ora alla luce di questo premesso che anche le attuali terapie che sto seguendo non danno i risultati sperati (900 mg di carbolithium, 1 iniezione di Soldesam 4 mg a giorni alterni per un mese, gastroprotettore 300 mg, Xanax 10 gocce mattina e sera) vorrei sapere se il sottoscritto potrebbe essere tutelato sul posto di lavoro avendo diritto ad una invalidità per categorie protette perchè la mia occupazione attuale proprio a causa di questo problema invalidante sto rischiando seriamente di perderla.

Grazie per una eventuale risposta
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Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.7k 228 26
Spett.le Utente,

I soggetti che rientrano nelle cosiddette "categorie protette" (in base alla Legge 68/99:invalidi civili con invalidità superiore al 45%,invalidi del lavoro con invalidità INAIL superiore al 33%,non vedenti con assoluta cecità o con una mancanza visiva compresa tra i 9 e i 10 decimi in entrambi gli occhi,sordomuti colpiti da sordità alla nascita o prima dell’apprendimento della lingua parlata, invalidi di guerra, invalidi civili di guerra, invalidi per servizio con minorazioni attribuite dalla prima all'ottava categoria prevista dalle norme sulle pensioni di guerra,vittime del terrorismo, vedove ed orfani di guerra, del lavoro o per servizio, invalidi del personale militare e della protezione civile) hanno dei benefici che riguardano il collocamento al lavoro.

Da quanto Lei riferisce sembra invece che Lei si trovi in attualità di lavoro, e quindi il riconoscimento di appartenenza a "categoria protetta" Le potrebbe servire solamente se ha intenzione di cambiare lavoro.

Per il conservamento del posto di lavoro, ovvero per fruire di permessi e congedi, deve far ricorso ad altro settore di tutela.
In tale caso, per fornirLe indicazioni in merito, è necessario conoscere la Sua situazione lavorativa attuale (lavoratore dipendente a tempo determinato od indeterminato, in Ente pubblico od Azienda privata, o lavoratore autonomo).

Distinti Saluti.

Nicola Mascotti,M.D.

[Si prega di non richiedere valutazioni o stime del grado di invalidità]

[#2]
dopo
Utente
Utente
Egregio Dottore, La ringrazio innanzitutto per la Sua risposta tempestiva ad un problema che per me, oltre ad essere estremamente importante, sta creando molte ansie soprattutto in prospettiva futura (non a caso vista la mia situazione per forza di cose sono abituato a ragionare sempre sul presente). Vorrei precisare, come Lei giustamente ha fatto notare e che io ho omesso di segnalare (pertanto me ne scuso) che attualmente lavoro come consulente d'azienda, sono quindi in forma "esterna" non come dipendente. Per quanto riguarda la gestione dei miei permessi ferie o come malattia io, in accordo con l'azienda stessa, godo di una formula a "forfait" però riallacciandomi al mio post precedente dal momento che questa formula contrattuale mi scade tra otto mesi circa ed in vista di un'eventuale, possibile proroga (comunque non scontata) o con questa modalità oppure come "dipendente" (non è dato a sapersi) io la domanda in questione (quella citata nel mio post precedente) penserei di farla a prescindere per tutelarmi come già detto dall'essere "lasciato a casa" e non passare come "assenteista" quando in realtà così non è. Non è da escludere comunque la possibilità che in futuro possa fare fare ulteriori ricoveri presso il Centro Neurologico.

Grazie per il tempo dedicatomi

Cordiali saluti

G.
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Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.7k 228 26
Spett.le Utente,

in previsione futura Lei può certamente presentare istanza per il riconoscimento di invalidità civile.
Tenga presente che la "cefalea a grappolo" non è specificamente compresa nelle Tabelle di Legge (D.M. 5-2-1992) per cui la Commissione che la visiterà dovrà
effettauare una valutazione "per analogia" ad altre infermità tabellate (Le modalità d'uso della Tabella recitano: "Molte altre infermità non sono tabellate ma, in ragione della loro natura e gravità, è possibile valutarne il danno con criterio analogico rispetto a quelle tabellate").
Le consiglio pertanto di procurarsi, ed esibire all'atto della visita, tutte le certificazioni specialistiche Neurologiche atte a dimostrare la menomazione derivante dall'infermità, compresa la necessità di ossigenoterapia con mascherina per le crisi acute, e la frequenza delle crisi stesse.

Distinti Saluti.
Cefalea

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