Pensione di invalidità per depressione e ansia sociale

Buongiorno,
ho iniziato ad avere la depressione verso i 12 anni, a 20 anni i primi psichiatri e antidepressivi e ansiolitici.
Ora ho 40 anni, e per 20 anni ho preso antidepressivi e ansiolitici, che ancora prendo.

Per altro mia Madre aveva una malattia rara, che purtroppo si manifestava tramite una forte depressione.
L'hanno diagnosticata quando ormai era pensionata.
Io ho tuttavia fatto il test del DNA e non risulto averla, non so se questo possa servire.

Dopo svariati tentativi, le ho provate tutte per inserirmi socialmente e lavorativamente, versando anche i contributi quando ho lavorato, ma sempre imbottito di farmaci, nel 2016 perdo nuovamente il lavoro, sempre per le solite cause, "parla poco" e lavoravo come informatico, sapendo che un lavoro a contatto con la clientela non me lo avrebbero mai dato.
Va da dire che il mio lavoro l'ho sempre fatto con serietà e precisione.

Nel 2016 è quindi dove sono caduto nella depressione peggiore, non mi alzavo dal letto, mi urinavo addosso e mangiavo saltuariamente una volta ogni due o tre giorni, stavo in pratica lasciandomi morire in casa.

I pensieri suicidi, che ancora ho, erano tutti ben calcolati tenendo conto delle varianti nel tentativo mi fossi divincolato, sostanzialmente erano pensieri razionali.

Con molta difficoltà sono riuscito a rialzarmi, ho consultato il mio medico di famiglia, che era anche legale ma ora in pensione, mi ha mandato dello psichiatra della ASL, il quale mi ha indirizzato ai servizi sociali che mi hanno ignorato oltre 5 volte, nonostante abbia detto che era la ASL a mandarmi.

Sono iscritto ai centri per l'impiego da 4 anni, ovviamente mi sono impoverito, lo scorso anno mi hanno dato il RdC ma lo hanno subito tolto.
Sono 20 anni che mando CV, e in questi anni ho chiesto anche per lavori come lavapiatti o aiuto cucina, avendoli ai tempi fatti come volontario nella Croce Rossa nei campi terremotati o profughi.
Neanche il lavapiatti mi fanno fare.

Mi è chiaro che ormai a 40 anni nessuno mi farà lavorare.
La nuova legge per l'inserimento lavorativo è ridicola, ho fatto in passato oltre 10 corsi professionali, mai niente, e molte delle offerte hanno un limite di età, quindi non ci posso neanche accedere.

Ormai mi resta solo la possibilità di una pensione di invalidità per seri motivi, penso che 20 anni tra psichiatri e psicofarmaci non siano pochi, o almeno entrare nelle liste di collocamento per invalidi.

E' possibile?
Ho consultato il sito INPS ma non ci si capisce quasi niente con il loro sistema di punteggio.

Potete istruirmi sui passi che devo fare?
Il mio fine è lavorare, ma ormai è inutile sbattere la testa contro il muro.
Se mi prendono nelle liste di collocamento mirato sarebbe meglio che essere mantenuto invalido, ma fa lo stesso, tanto a questo punto non vedo futuro e se continua così tra un paio di anni non sarò più qui, e forse sarà una liberazione.

Grazie.
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Dr.ssa Concetta Battimelli Medico legale, Psicoterapeuta, Dermatologo 33 3
Gentile utente,
mi dispiace molto per le difficoltà che in tutti questi anni sta affrontando. di certo, se non l'ha ancora fatta, può fare domanda per essere riconosciuto invalido civile.
Cercherò di essere breve e di darle solo le informazioni utili.
Il processo di riconoscimento dell'invalidità civile si compone di una fase sanitaria e una fase amministrativa.
La prima serve per accertare il grado di invalidità civile, cecità civile, sordità, disabilità e handicap in base alle minorazioni del soggetto richiedente.
La procedura è semplice. Vi sono due fasi: la prima è quella di farsi certificare le patologie di cui è affetto da un medico che sia stato abilitato; la seconda frase è quella della trasmissione della domanda.
Sia la compilazione del certificato che l'inoltro della domanda avvengono tramite procedura telematica, pertanto, la strada più breve che le consiglio di seguire è quella di rivolgersi ad un Patronato (o altro Ente pubblico ) che abbia in sede un medico (preferibilmente specialista in medicina legale) e farsi seguire in tutte le fasi.
Il "sistema di punteggio" come lo definisce lei non è stabilito dall'Inps ma tramite una Tabella che fa parte di un Decreto Ministeriale pubblicato il 05/02/1992.
La tabella è organizzata per gruppi anatomo-funzionali dove ad ogni menomazione viene dato un codice a cui corrisponde un punteggio, per alcune patologie esiste un codice con una percentuale (valore numerico) fissa, per altri codici possono esservi due valori di riferimento, uno minimo ed uno massimo.
Da quanto descritto, la patologia di cui lei sembra essere affetto è la depressione endogena e secondo Tabella appartiene all'APPARATO PSICHICO che prevede i seguenti codici:
il 2208 riferito alla SINDROME DEPRESSIVA ENDOGENA LIEVE che corrisponde ad una percentuale di invalidità del 30%;
il 2209 riferito alla SINDROME DEPRESSIVA ENDOGENA MEDIA con una percentuale compresa tra 41 e 50%;
ed infine il codice 2210 che corrispondere alla SINDROME DEPRESSIVA ENDOGENA GRAVE con un valore percentuale compreso tra il 71-80.
La percentuale di invalidità deriva dall'esito della vista medica integrato al dato documentale.
Il grado minimo per la qualifica di invalido civile è di avere un terzo (33%) di riduzione permanente della capacità lavorativa.
Il beneficio economico spetta a coloro che hanno un'invalidità compresa tra 74 ed il 99% ed ovviamente a chi ha il 100%; lo stesso viene corrisposto in base al reddito secondo un valore soglia stabilito ogni anno per legge (per il 2023 il valore soglia - per chi ha una percentuale tra il 74 ed il 99% - è di euro 5.391,88).
Accanto alla domanda di invalidità civile può essere presentata anche quella per la legge 104/92 e la 68/99 (quest'ultima ha quale finalità la promozione dell'inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili).
Sperando di esserle stata di aiuto la saluto con cordialità.
dott. Concetta Battimelli.

Dott.Concetta Battimelli

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dopo
Utente
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Buongiorno Dr.ssa Battimelli,

la ringrazio per le preziose informazioni fornite e le porgo i miei distinti saluti.
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