Ernie cervicali con osteofitosi

Egregio dottore, da circa 15 anni (nel corso dei quali ho subito 4 tamponamenti) presento dolori importanti a carico del rachide cervicale e soprattutto al braccio destro...dolori lancinanti che partono appunto dal collo, si irradiano alla scapola, trapezio e deltoide, e scendono giù verso la fascia laterale esterna del braccio, sino al polso. Riduzione di forza nel braccio, che non posso sollevare più di 5 o 6 volte (rimettere i piatti nello sgocciolatoio mi provoca già stanchezza) e formicolio sia all'anulare e mignolo che all'indice e medio (in maniera separata, difficilmente ho formicolio a tutte e quattro le dita)
Lavoro da 33 anni ad una scrivania scrivendo al computer.
Qualche giorno fa, a seguito di perduranti dolori come ho descritto lancinanti (quando mi fa malissimo la mano destra diventa viola) e dopo 40 giorni di antinfiammatori, antidolorifici pesanti (oppiacei) e cortisone, ho fatto una tac. (la risonanza mi è preclusa perchè ho delle clips metalliche a seguito di un intervento di colecistectomia).
Il risultato è il seguente: Esame eseguito da C1 a C7. Riduzione della lordosi. Alterazioni degenerative diffuse spondiloartrosiche con diffusa produzione osteofitaria. Protusione discale posteriore C2 C3 e C4 C5.
Minuta ernia discale posteriore mediana C3 C4.
Altra piccola ernia discale postero-mediana C6 C7, con osteofitosi concomitante che va a improntare il retrostante margine midollare e riduzione di calibro del canale vertebrale. I dischi, compreso C7 D1, sono tutti scarsamente apprezzabili per la diffusa riduzione in spessore dovuta a fenomeni disidratativi.
Ho già consultato un neurochirurgo che intende operarmi e anche in tempi brevi.
Ho timore per il tipo di intervento. Lei può darmi la speranza di poterlo evitare?
E se non facessi l'intervento correrei qualche rischio?
La ringrazio di cuore
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Dr. Nicola Benedetto Neurochirurgo 402 9 2
Gentile utente,

Il referto di un esame non è il miglior modo per valutare se ci sia un'indicazione chirurgica o meno in un quadro come il suo visto che il punto di vista di un radiologo e di un chirurgo sono spesso differenti. Nel caso ci sia un'evidente compressione osteofitosica sulle radici eo il midollo sarebbe non solo indicato ma l'intervento rappresenterebbe anche l'unica, reale via di guarigione. Detto questo le consiglierei di eseguire una elettromiografia arti superiori prima di un eventuale intervento.


Cordiali saluti

Dr. Nicola Benedetto
Neurochirurgia
Azienda Ospedaliera Universitaria Pisa
nicola.benedetto@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimo dott. Benedetto, la ringrazio per la disponibilità, competenza e celerità della risposta.
Se ha ancora un attimo di tempo, può dirmi se posso sostituire all'elettromiografia una risonanza magnetica visto che da pochi giorni ho saputo dal chirurgo che ha effettuato l'intervento di colecistectomia che le clips che mi hanno inserito sono in titanio e quindi compatibili con la risonanza? La risonanza metterebbe in evidenza una sofferenza radicolare o midollare? E' vero che (come ha detto il neurochirurgo che mi ha visitata) che se non facessi l'intervento, rischierei una paralisi agli arti superiori e inferiori? Mi scusi ma ho sudato freddo quando me lo ha detto....mi tranquillizza?

grazie ancora
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Dr. Nicola Benedetto Neurochirurgo 402 9 2
Gentile signora

Rispondo alle sue domande in ordine:

L'elettromiografia è un esame che valuta la funzionalità dei nervi e quindi serve solo per correlare, in casi in cui non sia assolutamente chiaro, il danno neurogeno con il livello del rachide da trattare.

La risonanza è alternativa alla TC ed offre una migliore risoluzione delle strutture "molli" come i muscoli, i legamenti, i nervi ed il midollo ma studia molto male i tessuti con scarsità di acqua come l'osso, studiato appunto bene dalla TC. Se la sua TC è stata ben eseguita la riterrei più che sufficiente per porre indicazione ad un intervento.

Veniamo infine all'ultimo punto: l'invalidità.

In una situazione come la sua in cui i processi artrosici hanno già determinato un deficit parziale dell'arto è facile supporre che tali processi continueranno nel tempo producendo ulteriore nuovo osso a scapito dello spazio per le strutture nervose. Considerando la sua giovane età, in un adeguato lasso di tempo potrebbe in effetti sviluppare una tetraparesi.

Stia comunque tranquilla e faccia l'intervento.


Cordiali saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo dottor Benedetto....grazie ancora per quanto mi ha detto...E' stato chiaro ed esaudiente. Ok... mi rassegno per l'intervento (anche se qualche giorno fa, quando mi hanno telefonato dalla neurochirurgia del policlinico per il ricovero e il successivo intervento, facendo come fantozzi e mettendomi le dita sul naso ho detto.. no.. ha sbagliato numero:-).
Ora mi resta da stabilire solo il centro in cui farmi operare.
Le auguro una carriera brillante.
Grazie di cuore e buon lavoro
[#5]
Dr. Nicola Benedetto Neurochirurgo 402 9 2
La ringrazio per l'augurio.
Le auguro di risolvere a breve il suo problema.

Cordialmente