Radicolopatia, ernia recidiva o fibrosi?

A distanza di qualche anno, torno a chiedere un consulto alla luce dei nuovi risultati della RM e nessun miglioramento...Convivo da dieci anni con una radicolopatia lombo-sacrale molto invalidante. Ho subito un intervento per una protusione discale sx L5-S1 nel 2003, e un altro intervento per stenosi del recesso articolare dx L5-S1 nel 2008. Mentre la lombosciatalgia sx causata dalla prima protusione si è completamente risolta con l'intervento, il dolore invalidante che si irradia dalla zona lombo-sacrale destra presumibilmente causato dalla stenosi, dopo l'intervento a distanza di 4 anni è rimasto tale e quale, con un peggioramento generale specialmente nell'ultimo anno. La nuova RM evidenzia una nuova ernia "contenuta" a livello L5-S1 dx (o sarà forse una fibrosi ? ), e una protusione L4-L5. Le terapie conservative sono state costanti nell'arco di questi dieci anni, comprese terapie posturali e stretching, sedute osteopatiche e nuoto, quest'ultima l'unica attività che mi ha offerto dei minimi benefici... Nell'ultimo anno ho avuto tre pareri discordanti, un neurochirurgo ha sospettato una lieve instabilità vertebrale ed escluso l'ernia come causa del dolore perché troppo piccola, ma sconsigliando intervento di stabilizzazione; un altro neurochirurgo ritiene che la causa del dolore sia da imputare alla fibrosi cicatriziale, negando l'esistenza di ernie/protusioni ma interpretando l'ernia contenuta come una fibrosi e escludendo instabilità vertebrale (da RX); e un fisiatra non mi ha dato speranza dicendo, senza specificare, che i danni sono post-chirurgici e che non c'è nulla da fare se non prendere farmaci anti-epilettici (gabapentin, lyrica, che ho rifiutato di prendere)... Tutti e tre hanno sconsigliato un nuovo intervento, ma nessuno dei tre mi ha offerto una soluzione. Perché non prendere in considerazione il fatto che il dolore sia causato dalla nuova ernia? L'idea di un nuovo intervento mi terrorizza, ma non vedo più luce. Non sopporto più né il dolore, né il vivere come un vegetale, né 'idea che non esistano soluzioni. Qualcuno se la sente di darmi un parere/consiglio? Grazie.

Ultima RM:
Esiti di laminectomia parziale sn e discectomia L5-S1 con iposegnale in T2 del disco e riduzione di altezza dello spazio; si associa minimo tessuto di granulazione extradurale ant sn da normali modificazioni post op e piccola convessità posteriore parameridiana dx del disco come per piccola ernia contenuta.
Modesta protusione ad ampio raggio del disco L4-L5 con lieve impronta sul sacco durale.
I restanti dischi presentano regolare morfologia e intensità del segnale.

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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile signora,
l'ultima persona che deve sconsigliarLe l'intervento è il Fisiatra non avendo egli,per il proprio iter formativo,alcuna esperienza chirurgica diretta.
Detto questo, non so dirLe neanch'io se la soluzione per Lei sia chirurgica,in assenza di una visita diretta e della valutazione degli esami strumentali e radiologici eseguiti.
Sta di fatto che Lei è sofferente e che"qualcosa" c'è in sede del pregresso intervento che molto verosimilmente è la causa della sintomatologia accusata.
In considerazione che ogni terapia medico-conervativa praticata finora non Le ha dato alcun beneficio,è molto probabile che la soluzione non possa che essere quella chirurgica.
Sulla tecnica e le procedure chirurgiche da utilizzare nel Suo caso non è possibile esprimersi senza lo studio clinico diretto del caso.

Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti,La saluto con cordialità
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dopo
Utente
Utente
Gentilissimo Dr. Migliaccio, la ringrazio infinitamente della sua risposta... Non vorrei abusare del suo tempo e della sua gentilezza e mi rendo perfettamente conto che è necessaria una visita diretta per valutare la situazione, il mio problema è che tutte le visite effettuate finora non hanno fatto chiarezza e un nuovo intervento mi è stato da tutti sconsigliato per rischi futuri di instabilità o l'eventuale riformazione di fibrosi cicatriziale, e alla fine mi è stata prospettata solo la rassegnazione all'invalidità e al dolore! ..Quello che proprio non capisco è perché tutti abbiano escluso che la causa del mio malessere sia l'ernia recidiva, benché "contenuta", eppur risultante dalla RM (senza contare che nel 2003 fui operata per una piccola protusione che comprimendo la radice nervosa mi provocava una sciatalgia anche più grave di quella attuale!) Anche io ho sempre pensato che sarebbe stato necessario un nuovo intervento, ma a parte Lei, non ho trovato nessuno che la pensi così! :-) E' vero anche che l'ultimo intervento di stenosi per me è stato molto pesante e la ripresa molto lunga senza peraltro trovarne infine giovamento, e a questo pensiero e sentendo questi pareri negativi su un eventuale nuovo intervento ho sperato invano in un miglioramento nel tempo, insistendo con il nuoto... Posso dirLe però che da questi neurochirurghi non mi è stata richiesta una RM con mezzo di contrasto, che forse potrebbe chiarire meglio la situazione, ma che per via di passate reazioni allergiche ad alcuni farmaci mi è stata sempre sconsigliata (preciso però che non ho mai fatto prove allergiche sul mezzo di contrasto)... Lei pensa che una RM con MDC sia indispensabile per una diagnosi certa?...

Grazie ancora infinite per l'attenzione e le invio cordiali saluti,
Eva
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile signora,
io rispondo delle diagnosi e delle terapie che faccio e propongo io.
Non so dirLe il perchè i colleghi Le sconsigliano l'intervento dandoLe come unica prospettiva l'invalidità.
Può darsi che,valutando il Suo caso direttamente, anch'io non trovi indicazione chirurgica,ma stando a quanto Lei mi descrive lo ritengo poco probabile.
La RM col mezzo di contrasto servirebbe per valutare se il tessuto comprimente le radici sia solo fibrosi o è presente anche tessuto discale,ma potrebbe essere non determinante.
Il mezzo di contrasto per la RM è il gadolinio che non dà reazione allergica alcuna (forse in qualche rarisssimo caso).

Il rischio di instabilità futura inoltre si può prevenire con opportuni accorgimenti chirurgici e le reazioni cicatriziali sono un naturale evento biologico del nostro organismo.

Con cordialità