Stabilizzazione vertebrale: dolore come da nuova ernia.
Buongiorno a tutto lo Staff.
Mio figlio di 30 anni dopo essersi sottoposto 10 anni fa ad asportazione chirurgica di ernia discale L5 S1 ha vissuto fra alti e bassi e con uno di stile di vita molto limitato (niente sport niente sforzi...) con dolori costanti alla gamba sinistra che presenta lievi parastesie. Dopo l'ennesimo consulto con i neurochirurghi gli stessi collegialmente consigliano intervento di stabilizzazione vertebrale percutanea poichè il disco appare indurito nero e spesso mentre i sovrastanti sembrano in perfette condizioni. Vada per l'intervento: inseriti in questo livello due piastre e due viti in titanio bilateralmente. Intervento riuscito come da programma ci comunica il neurochirurgo. Il giorno dopo viene fatto alzare (per pochi minuti due o tre volte senza problemi di sorta) dopo due giorni viene dimesso ma già al mattino ancora a letto viene sopraffatto da dolori lancinanti alla gamba destra!!! chiede di non essere dimesso ma invano, una volta a casa il dolore per la prima volta alla gamba sana non cessa nemmeno con Toradol, torniamo in ospedale e viene fatta una rx di controllo che non mostra altro che l'impianto, Il medico che l'ha operato non sa dare una spiegazione e ritiene assai fantasioso che sia uscita un'ernia dal disco sano L4 senza sforzo alcuno se non i minuti scarsi dell'alzata del giorno prima. Dimesso nuovamente è a letto quasi immobile come nei tempi bui pieno di antidolorifici e antiinfiammatori e con una miglioramento appena appena percettibile, la cosa positiva che riesce a urinare spontaneamente e non per caduta come dopo l'episodio nuovo doloroso. Immagino che siano episodi soggettivi ma trovo frustrante il fatto che si stia perdendo tempo nel non fare nulla per indagare sull'origine del dolore visto che non viene detto che altri pazienti hanno certi tipi di reazione ma che poi si risolvono. la RMT pare non possa essere affidabile per via degli artefatti ma con una Tac si dovrebbe vedere se c'è effettivamente una fuoriuscita di materiale. Chiedo a Voi un consiglio, o una analogia con storie cliniche poi risolte con il normale decorso, che si tratti insomma solo di aspettare.
ringrazio dell'attenzione
Mio figlio di 30 anni dopo essersi sottoposto 10 anni fa ad asportazione chirurgica di ernia discale L5 S1 ha vissuto fra alti e bassi e con uno di stile di vita molto limitato (niente sport niente sforzi...) con dolori costanti alla gamba sinistra che presenta lievi parastesie. Dopo l'ennesimo consulto con i neurochirurghi gli stessi collegialmente consigliano intervento di stabilizzazione vertebrale percutanea poichè il disco appare indurito nero e spesso mentre i sovrastanti sembrano in perfette condizioni. Vada per l'intervento: inseriti in questo livello due piastre e due viti in titanio bilateralmente. Intervento riuscito come da programma ci comunica il neurochirurgo. Il giorno dopo viene fatto alzare (per pochi minuti due o tre volte senza problemi di sorta) dopo due giorni viene dimesso ma già al mattino ancora a letto viene sopraffatto da dolori lancinanti alla gamba destra!!! chiede di non essere dimesso ma invano, una volta a casa il dolore per la prima volta alla gamba sana non cessa nemmeno con Toradol, torniamo in ospedale e viene fatta una rx di controllo che non mostra altro che l'impianto, Il medico che l'ha operato non sa dare una spiegazione e ritiene assai fantasioso che sia uscita un'ernia dal disco sano L4 senza sforzo alcuno se non i minuti scarsi dell'alzata del giorno prima. Dimesso nuovamente è a letto quasi immobile come nei tempi bui pieno di antidolorifici e antiinfiammatori e con una miglioramento appena appena percettibile, la cosa positiva che riesce a urinare spontaneamente e non per caduta come dopo l'episodio nuovo doloroso. Immagino che siano episodi soggettivi ma trovo frustrante il fatto che si stia perdendo tempo nel non fare nulla per indagare sull'origine del dolore visto che non viene detto che altri pazienti hanno certi tipi di reazione ma che poi si risolvono. la RMT pare non possa essere affidabile per via degli artefatti ma con una Tac si dovrebbe vedere se c'è effettivamente una fuoriuscita di materiale. Chiedo a Voi un consiglio, o una analogia con storie cliniche poi risolte con il normale decorso, che si tratti insomma solo di aspettare.
ringrazio dell'attenzione
[#1]
Neurochirurgo
Gent.le Sig.re
effettivamente considerare che possa essere fuoriuscita una recidiva di ernia discale a livello della stabilizzazione è un'ipotesi possibile ma remota per due motivi:
1)il disco L5-S1 è stato operato molti anni orsono, quindi con buona cicatrizzazione ma soprattutto con probabile successiva pseudoartrosi, processo fisiologico in seguito a discectomia per ernia discale....in parole povere non ci sarebbe dovuto essere molto materiale da poter erniare...possibile ma improbabile
2) la stabilizzazione di per se è un ulteriore presidio che ostacola la formazione dell' ernia discale
tuttavia esiste a mio avviso un'altra possibilità.......tutta da verificare:
la stabilizzazione è stata effettuata per via percutanea, ossia senza rientrare "a cielo aperto" nel canale vertebrale, quindi senza liberare la radice di livello dalle possibili aderenze postchirurgiche (del primo intervento). E' possibile che la radice abbia subito così un ulteriore mini trauma dalla probabile distrazione effettuata durante l'intervento chirurgico. Tale sintomatologia dovrebbe essere trattabile farmacologicamente, in particolare con steroidi, ma se questo non accadesse ed il dolore persistesse a distanza di settimane potrebbe essere indicata una periduroscopia....ma stiamo mettendo troppa carne al fuoco.cordialmente
effettivamente considerare che possa essere fuoriuscita una recidiva di ernia discale a livello della stabilizzazione è un'ipotesi possibile ma remota per due motivi:
1)il disco L5-S1 è stato operato molti anni orsono, quindi con buona cicatrizzazione ma soprattutto con probabile successiva pseudoartrosi, processo fisiologico in seguito a discectomia per ernia discale....in parole povere non ci sarebbe dovuto essere molto materiale da poter erniare...possibile ma improbabile
2) la stabilizzazione di per se è un ulteriore presidio che ostacola la formazione dell' ernia discale
tuttavia esiste a mio avviso un'altra possibilità.......tutta da verificare:
la stabilizzazione è stata effettuata per via percutanea, ossia senza rientrare "a cielo aperto" nel canale vertebrale, quindi senza liberare la radice di livello dalle possibili aderenze postchirurgiche (del primo intervento). E' possibile che la radice abbia subito così un ulteriore mini trauma dalla probabile distrazione effettuata durante l'intervento chirurgico. Tale sintomatologia dovrebbe essere trattabile farmacologicamente, in particolare con steroidi, ma se questo non accadesse ed il dolore persistesse a distanza di settimane potrebbe essere indicata una periduroscopia....ma stiamo mettendo troppa carne al fuoco.cordialmente
[#2]
Ex utente
Gentilissimo Dr. Neri Bristot
ringrazio infinitamente per la celere e in parte rincuorante risposta in quanto c'è dal margine temporaneo per capire se questo dolore andrà via via mitigando. Posso aggiungere che mio figlio rimane costantemente a letto (anche troppo forse) sperando che il nervo o la parte coinvolta si sfiammi ma sorprendentemente riesce a fare certi movimenti in posizione eretta come se non avesse subito nessun intervento, sale i gradini, sale sul letto, riesce a sostenere dei pesi (contenuti), il dolore è solamente relativo alla gamba (ricordo che non è quella lesa da anni ma l'altra): pochi gradi di alzata, crampi alla coscia e polpaccio, fatica a portarla avanti, praticamente una sciatalgia acuta. Sta finendo il Toradol, secondo le sue indicazioni dovrebbe cominciare quindi la terapia con il cortisone? In attesa che ci sia un lento ma graduale miglioramento sperando di non arrivare alla periduroscopia, porgo cordiali saluti.
ringrazio infinitamente per la celere e in parte rincuorante risposta in quanto c'è dal margine temporaneo per capire se questo dolore andrà via via mitigando. Posso aggiungere che mio figlio rimane costantemente a letto (anche troppo forse) sperando che il nervo o la parte coinvolta si sfiammi ma sorprendentemente riesce a fare certi movimenti in posizione eretta come se non avesse subito nessun intervento, sale i gradini, sale sul letto, riesce a sostenere dei pesi (contenuti), il dolore è solamente relativo alla gamba (ricordo che non è quella lesa da anni ma l'altra): pochi gradi di alzata, crampi alla coscia e polpaccio, fatica a portarla avanti, praticamente una sciatalgia acuta. Sta finendo il Toradol, secondo le sue indicazioni dovrebbe cominciare quindi la terapia con il cortisone? In attesa che ci sia un lento ma graduale miglioramento sperando di non arrivare alla periduroscopia, porgo cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 10.2k visite dal 04/03/2013.
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