Degenerazione articolazione tra arco anteriore dell'atlante e dente epistrofeo.

Buonasera, chiedo cortesemente un consulto per tutto quello che mi sta succedendo.
Ho 36 anni compiuti e da qualche mese soffro di bassa temperatura corporea (35.5 e anche meno), sudorazione profusa in special modo ai piedi e alle mani che sono quasi sempre gelidi, tremori in tutto il corpo (mani, braccia, gambe) che si presentano sia nelle condizioni di riposo che nelle azioni di movimento.
Da alcune settimane, avverto delle fitte che dalla zona dell’osso occipitale si irradiano a tutto il collo e mi prendono anche nella zona delle tempie e della fronte.
Quando appoggio la testa sul divano o mi sdraio nel letto ho poi iniziato ad avvertire un forte effetto di compressione sempre nella zona posteriore della testa e del collo. Le orecchie e gli occhi mi sembrano come spinti e schiacciati.
Ieri ho effettuato una risonanza magnetica alla colonna cervicale e l’esito è il seguente:

Colonna cervicale in asse. Rettilineizzata la fisiologica lordosi, con tendenza all’inversione.
Alterazioni degenerative dell’articolazione tra arco anteriore dell’atlante e dente dell’epistrofeo con irregolarità corticali e con lieve sclerosi trasecolare sottocorticale ai capi ossei affrontati.
Lievi alterazioni uncoartrosiche si apprezzano nel tratto C4-C6.
I dischi intervertebrali cervicali presentano segni di disidratazione.
Ai passaggi C4-C5 e C5-C6 i dischi intervertebrali presentano iniziali protusioni circoferenziali responsabili di lievi impronte a largo raggio sul sacco durale e di parziali impegno dei forami di coniugazione, senza segni di conflitti radicolari; ad entrambi i livelli le protusioni sono accompagnate in sede postero-laterale bilaterale da un lieve appuntimento osteofitosico somato-marginale.
Non significative protusioni ai rimanenti livelli esaminati.
Nei limiti l’ampiezza del canale vertebrale.
Nella norma morfologia e segnale del midollo spinale cervicale.
Ai limiti inferiori della norma la posizione della tonsilla cerebellare di destra, che raggiunge il livello del forame magno.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Egr. signore,
quel che bisogna curare è il paziente e non le sue radiografie.
Le cito questa "massima" per dirLe che non sempre tutto quello che il radiologo giustamente descrive è patologico o clinicamente importante.
E' necessario per la diagnosi e quindi per impostare una adeguata terapia, visitare il paziente, ascoltare la storia dei suoi sintomi, le caratteristiche ecc e, all'esame clinico, rilevare se ci sono segni congrui con quanto evidenziato agli esami effettuati.

Detto questo, posso intuire che i sintomi cui Lei accenna potrebbero avere una corrispondenza con le immagini RM, ma lo può confermare solo chi La visiterà.

Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, invio cordiali saluti