Voluminosa ernia discale

Gentili medici di MedicItalia vorrei sottopormi il mio caso fiduciosa che possiate essermi d'aiuto. Ho 32 anni e dall'anno 2002 ho iniziato ad avere problemi di schiena, in seguito alla R.M. lombo-sacrale ho scoperto di avere 3 protusioni ai livelli L3-L4, L4-L5, L5-S1. Tra alti e bassi ho tirato avanti fino all'anno 2005 quando, in seguito a una forte lombosciatalgia dx che mi ha costretto a letto per circa un mese, ho ripetuto la R.M. dalla quale si evinceva che la protusione a livello L4-L5 era diventata ernia discale posteriore mediana e paramediana destra con impronta sul sacco durale e sulla tasca radicolare di L5. Ho deciso così di consultare uno specialista in Neurochirurgia che mi ha sottoposto nel Maggio del 2005 a un'intervento di Discolisi Percutanea per ridurre tale ernia.L'esito dell'intervento è stato positivo in quanto ad un'ulteriore R.M. effettuata nell'anno 2006 a livello L4-L5 l'ernia si era ridotta divenendo protusione. Nel corso del tempo ho avuto altri episodi di lombosciatalgia risoltisi sempre con riposo e antinfiammatori. Ora però sono bloccata a letto da un mese e da circa 15 giorni avverto un'intorpidimento di entrambi gli arti inferiori con difficoltà di movimento del piede sx. Il neurochirurgo ha diagnosticato una paresi dello SPE e prescritto R.M. ed Elettromiografia. Non ho ancora il risultato di quest'ultima ma il referto della R.M. che riporto per grosse linee:
A livello L5-S1 si osserva una protusione discale mediana e paramediana bilaterale che impegna lo spazio epidurale anteriore, improntando il sacco durale.
A livello L4-L5 si rileva una Voluminosa Ernia discale mediana e paramediana sx, a sviluppo discendente, contenuta dal legamento longitudinale posteriore, che comprime il sacco durale ed impronta la tasca radicolare L5 omolaterale. La suddetta radice nervosa appare lievemente rigonfia per edema.
Essendo preoccupata per quest'insensibilità alle gambe vi chiedo se in questi casi è indispensabile intervenire e, in caso di esito positivo, qual'è la tecnica chirurgica più efficace da adottare. Inoltre mi preme sapere se recuperero la funzionalità del piede.
Vi prego di rispondermi al più presto e vi ringrazio per l'attenzione prestata.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile signora,
da quanto dice, l'intervento di discectomia tradizionale (con tecnica microchirurgica)è più che urgente. L'attuale paresi dello SPE dipende dall'ernia e se ritarda l'intervento, il recupero della funzionalità del nervo sarà più difficile.
Ci tenga informati
Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta tempestiva.
Ora sono in possesso anche dei risultati dell'elettromiografia che mi sembrano buoni, infatti le riporto la parte conclusiva del referto: "I reperti elettroneuromiografici non mostrano segni elettrofisiologici di patia a carico dei muscoli esplorati e dei nervi esaminati". Sono stata anche a visita dal neurochirurgo che concorda con il suo parere circa l'urgenza dell'intervento per la paresi allo SPE. L'unico problema e che mi ha messo in lista e all'ospedale oggi mi hanno informato che potrebbero passare alcune settimane, addirittura mi parlavano dei primi di novembre. Visto che lei mi ha detto che più passa il tempo e più sarà difficile il recupero della funzionalità del nervo,mi chiedo è più difficile nel senso che ci vorrà più tempo o è a rischio il recupero del nervo stesso? Un'altra domanda, ho sentito dire che con l'intervento di discectomia si rischia di indebolire troppo la colonna vertebrale e questo può comportare ulteriori problemi futuri, è vero?
Confido in una sua risposta, Cordiali saluti.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Il rischio è che il nervo possa essere danneggiato e quindi non recuoerare più. Anche se è una eventualità un po' remota (ma poi non tanto), va tenuta da conto.
Il disco erniato non ha più la funzione propria e quindi è come se non esistesse per la funzionalità della colonna.
Il problema della destabilizzazione della colonna è più complesso, è va affrontato da caso a caso.
Comunque, se necessari, vi sono provvedimenti tecnici per evitare una eccessiva destabilizzazione.
Disponibile per eventuali necessità, La saluto cordialmente
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Utente
Utente
Gentile Dott. Migliaccio,
finalmente ho subito l'intervento di discectomia L4-L5 e il neurochirurgo che mi ha operata ha deciso di mettermi anche un impianto di distanziatore interspinoso in PEEKS perchè, come si evinceva dalla R.M., il disco era quasi completamente svuotato. Non ho dovuto aspettare i primi di novembre perchè, ad un'ulteriore visita, il neurochirurgo ha deciso di operarmi d'urgenza in quanto,secondo il suo parere, la paresi allo SPE stava peggiorando; di conseguenza il giorno stesso della visita (l'11 di Ottobre) mi sono ricoverata in ospedale e quello stesso giorno ho subito l'intervento. Ora, a distanza di un mese, oltre al controllo della protesi con RX devo iniziare la piscina e le terapie riabilitative per il piede sx . Sono però preoccupata perchè il fisiatra, che mi seguirà in questo percorso, mi ha prescritto 2 cicli da 10 sedute di riabilitazione motoria e elettroterapia e ha detto che se non ci saranno miglioramenti già dalle prime 10 sedute è inutile continuare perchè significa che la funzionalità del nervo non è più recuperabile; questo mi è sembrato molto strano perchè in genere le riabilitazioni durano mesi e mesi.
Inoltre non capisco come sia possibile visto che l'elettromiografia non evidenziava danni ai nervi, il fisiatra ha giustificato questo dicendo che avevo eseguito una generica elettromiografia per gli arti inferiori per cui è probabile che il nervo in questione non sia stato esaminato. Pensavo che dopo 2 mesi di sofferenze e l'intervento, con le terapie tutto sarebbe tornato come prima. Ci tengo perciò a conoscere il suo parere in merito. E' d'accordo con quanto dice il fisiatra? Pensa che le terapie che mi ha prescitto siano adeguate al recupero dello SPE?
La ringrazio in anticipo. Cordiali saluti.
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dopo
Utente
Utente
Vorrei un'ulteriore consulto circa il mio caso.
Ho subito l'intervento di discectomia L4-L5 con l'inserimento di un'impianto di distanziatore interspinoso in PEEKS da poco più di un mese. A parte nell'immediato periodo successivo all'intervento la schiena non mi fa più male ma, da circa 10 giorni, avverto un forte dolore al gluteo sinistro che si irradia sino all'altezza del polpaccio. Questo dolore compare all'improvviso, senza che io abbia fatto particolari sforzi o movimenti con la gamba, ed è molto intenso al punto tale che quando mi viene non posso nè sedermi nè stendermi perchè facendolo il dolore aumenta. Affinchè si attenui devo alzare per un pò la gamba e camminare lentamente.Preciso che questo dolore è comparso in concomitanza con l'inizio della terapia riabilitativa che stò facendo per recuperare la funzionalità del piede sinistro avendo avuto una paresi allo SPE. Sono molto preoccupata, in questo condizioni non posso riprendere a lavorare perchè un dolore così forte non l'avevo neppure prima di essere operata.
Può dipendere dalle terapie che magari sollecitano nervi o muscoli che forse sono ancora infiammati nonostante l'intervento? Posso sperare che col tempo questo dolore mi passerà?
Confido in una Vs. risposta.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile signora,
io glielo auguro di cuore, ma non ho elementi oggettivi per poter rispondere in modo esauriente alle Sue domande.
Lasci trascorrere ancora qualche mese e poi, se i sintomi dolorosi non regrediscono, qualcosa bisognerà pur fare.
Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la sua disponibilità e l'utile consulenza che fornite con questo servizio.
La saluto cordialmente e le auguro buon lavoro.