Ernia discale espulsa
Buonasera,
sono una giovane donna di 35 anni compiuti, conduco una vita sedentaria anche perchè il lavoro che svolgo mi costringe ore ed ore seduta.
Soffro da tempo di sciatalgia che gestisco con qualche antidolorifico.
Il 30 dicembre scorso, dopo diversi giorni in cui avvertivo diversi dolori lombari, ho un forte dolore alla gamba che dura per circa una settimana e mi impedisce una corretta deambulazione. Nel mentre prendo airtal e dopo faccio punture di voltaren. Non passa, mi reco dunque al pronto soccorso dove mi prescrivono: 3 giorni di punture di strialisin e bentelen (mattino), orudis e strialisin (sera). Allungata poi per altri tre giorni con punture di strialisin e orudis al mattino.
Premetto che in questi giorni (circa 10) ho potuto riposare (causa lavoro) solo 4 giorni pieni.
Mi vede nel frattempo un neurochirurgo che mi prescrive una risonanza e dicloreum per 7 giorni e pelexia per 3 settimane.
Inizio terapia con laser, tecar e correnti (10 sedute).
Inizio a stare decisamente meglio, il dolore localizzato alla gamba fa meno male, mi muovo più facilmente.
Faccio la risonanza da cui risulta:
Note di spondilosi a cui si associano modesti segni di artrosi interapofisaria.
Presenza di evidenti fenomeni degenerativi di disidratazione dei dischi intersomatici.
A livello l4-l5 ernia discale espulsa, localizzata in sede mediana - paramediana sinistra e migrata caudalmente per circa 7 mm lungo il muro posteriore del soma di L5.
Ernia discale mediana a livello L5-S1.
Minima protusione in sede mediana dell'anulus fibroso a livello l3-l4.
Con le limitazioni di una consulenza online, vorrei sapere è necessario in questi casi l'intervento? Io proprio ora inizio a stare meglio. Riesco a camminare per tratti più lunghi, ho meno dolore fisico.
Ho letto che proprio le ernie discali espulse possono disidratarsi.
Cosa ne pensa?
Mi scusi se mi sono dilungata.
Grazie mille
sono una giovane donna di 35 anni compiuti, conduco una vita sedentaria anche perchè il lavoro che svolgo mi costringe ore ed ore seduta.
Soffro da tempo di sciatalgia che gestisco con qualche antidolorifico.
Il 30 dicembre scorso, dopo diversi giorni in cui avvertivo diversi dolori lombari, ho un forte dolore alla gamba che dura per circa una settimana e mi impedisce una corretta deambulazione. Nel mentre prendo airtal e dopo faccio punture di voltaren. Non passa, mi reco dunque al pronto soccorso dove mi prescrivono: 3 giorni di punture di strialisin e bentelen (mattino), orudis e strialisin (sera). Allungata poi per altri tre giorni con punture di strialisin e orudis al mattino.
Premetto che in questi giorni (circa 10) ho potuto riposare (causa lavoro) solo 4 giorni pieni.
Mi vede nel frattempo un neurochirurgo che mi prescrive una risonanza e dicloreum per 7 giorni e pelexia per 3 settimane.
Inizio terapia con laser, tecar e correnti (10 sedute).
Inizio a stare decisamente meglio, il dolore localizzato alla gamba fa meno male, mi muovo più facilmente.
Faccio la risonanza da cui risulta:
Note di spondilosi a cui si associano modesti segni di artrosi interapofisaria.
Presenza di evidenti fenomeni degenerativi di disidratazione dei dischi intersomatici.
A livello l4-l5 ernia discale espulsa, localizzata in sede mediana - paramediana sinistra e migrata caudalmente per circa 7 mm lungo il muro posteriore del soma di L5.
Ernia discale mediana a livello L5-S1.
Minima protusione in sede mediana dell'anulus fibroso a livello l3-l4.
Con le limitazioni di una consulenza online, vorrei sapere è necessario in questi casi l'intervento? Io proprio ora inizio a stare meglio. Riesco a camminare per tratti più lunghi, ho meno dolore fisico.
Ho letto che proprio le ernie discali espulse possono disidratarsi.
Cosa ne pensa?
Mi scusi se mi sono dilungata.
Grazie mille
[#1]
Gentile signora,
per valutare l'indicazione a un intyervento chirurgico è essenziale l'esame clinico del paziente, oltre a valutare le caratteristiche dell'ernia discale.
Il miglioramento dei sintomi soggettivi (cioè quelli avvertiti da Lei) a seguito di assunzione di farmaci non deve rassicurare su una possibile evoluzione peggiorativa.
Per questo è essenziale che lo specialista, visitandoLa, sappia cogliere anche minimi segni di danno delle radici nervose che si distribuiscono agli arti inferiori.
Le ernie discali col tempo possono, diciamo così, perdere la loro azione compressiva e quindi diventare asintomatiche.
Tale periodo però non è predeterminabile e per questo è importante valutare il rischio di danni radicolari lasciando in situ l'ernia.
Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, invio cordiali saluti
per valutare l'indicazione a un intyervento chirurgico è essenziale l'esame clinico del paziente, oltre a valutare le caratteristiche dell'ernia discale.
Il miglioramento dei sintomi soggettivi (cioè quelli avvertiti da Lei) a seguito di assunzione di farmaci non deve rassicurare su una possibile evoluzione peggiorativa.
Per questo è essenziale che lo specialista, visitandoLa, sappia cogliere anche minimi segni di danno delle radici nervose che si distribuiscono agli arti inferiori.
Le ernie discali col tempo possono, diciamo così, perdere la loro azione compressiva e quindi diventare asintomatiche.
Tale periodo però non è predeterminabile e per questo è importante valutare il rischio di danni radicolari lasciando in situ l'ernia.
Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, invio cordiali saluti
[#2]
Utente
Grazie mille dottore per la risposta tempestiva.
Vorrei aggiungere (ieri ho dimenticato) il referto dell'ortopedico risalente al 7 gennaio di quest'anno (prima ovvero, di iniziare il ciclo di punture e la fisioterapia descritta ieri):
E. o. rachide lombo sacrale: lievemente ipomobile e contratto, dolente alla digito pressione sulla spondiloidea su l5 s1, Lasegue positivo a sx ai massimi gradi, non deficit di forza muscolare agli arti inferiori ne deficit dei rot agli arti inferiori. Circolo periferico conservato.
Vorrei chiederle un'altra cosa: in questa fase è consigliabile camminare per 15/30 mn ("spezzati") al giorno o potrei arrecare un danno maggiore? Un leggero e non costante formicolio al piede è un sintomo preoccupante?
Può essere indicato farmi visitare da un Fisioterapista Osteopata e nel caso iniziare un trattamento con lui, avendo concluso il ciclo di fisioterapia giorno 4 febbraio?
Un'ultima cosa che mi tormenta: la sindrome della cauda equina. Può essere il mio caso?
Grazie mille per la disponibilità e la gentilezza
Vorrei aggiungere (ieri ho dimenticato) il referto dell'ortopedico risalente al 7 gennaio di quest'anno (prima ovvero, di iniziare il ciclo di punture e la fisioterapia descritta ieri):
E. o. rachide lombo sacrale: lievemente ipomobile e contratto, dolente alla digito pressione sulla spondiloidea su l5 s1, Lasegue positivo a sx ai massimi gradi, non deficit di forza muscolare agli arti inferiori ne deficit dei rot agli arti inferiori. Circolo periferico conservato.
Vorrei chiederle un'altra cosa: in questa fase è consigliabile camminare per 15/30 mn ("spezzati") al giorno o potrei arrecare un danno maggiore? Un leggero e non costante formicolio al piede è un sintomo preoccupante?
Può essere indicato farmi visitare da un Fisioterapista Osteopata e nel caso iniziare un trattamento con lui, avendo concluso il ciclo di fisioterapia giorno 4 febbraio?
Un'ultima cosa che mi tormenta: la sindrome della cauda equina. Può essere il mio caso?
Grazie mille per la disponibilità e la gentilezza
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.9k visite dal 11/02/2019.
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