Un glioblastoma nell'emisfero destro, zona fronto-laterale,

A seguito di RM, a mio padre (71 anni, ottimo stato di salute) è stato diagnosticato un glioblastoma nell'emisfero destro, zona fronto-laterale, con grossa massa cistica e parte carnosa, per un totale di circa 7 centimetri. Non c'è estensione nell'altro emisfero, né nel posteriore. I neurochirurghi di Cesena si sono espressi per una inoperabilità (adducendo la seguente motivazione: "come uscirà dall'intervento?"), mentre quelli di Cotignola (RA) sono di parere opposto, asserendo che viste le sue attuali buone condizioni e la collocazione della neoplasia, si tratterebbe di un'operazione fattibile senza troppi rischi. Il mio problema, a questo punto, è capire quanto sia accreditabile il parere di Cotignola (Villa Maria Cecilia, famosissima per le eccellenze raggiunte per le patologie del cuore), ovvero quanto affidabilità abbia l'equipe del Dott. Vitale (primario di Cotignola); lungi da me lo screditarli, anzi, mi hanno fatto un'ottima impressione. Il mio solo cruccio nasce dal parere opposto espresso da Cesena, centro con cui ho avuto ottime esperienze negli ultimi tre anni per aneurismi (tre, di cui uno sanguinante) nelle due cerebrali medie, capitati a mia madre (due operati a caldo, uno, dopo un anno e mezzo, a freddo). Ringraziando anticipatamente e comunque, porgo i miei saluti.
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Dr. Marco Mannino Neurochirurgo 604 21 5
Caro Signore,
senza entrare nel merito dei pareri espressi dai colleghi.
Innanzitutto per poter dire che trattasi di glioblastoma deve esserci una diagnosi istologica, anche se le immagini neuroradiologiche sono nella maggior parte dei casi inequivocabili. A tale diagnosi si può arrivare o mediante un intervento chirurgico classico o mediante una biopsia stereotassica.
Il trattamento chirurgico dipende dall'estensione della malattia. Raramente si può essere radicali nella sua asportazione e comunque, anche in quei casi, tale malattia ha il 100% di recidiva.
Inoltre, come si evince dall'analisi della letteratura internazionale la prognosi "quoad vitam" della malattia non cambia mentre l'aspettativa di vita cambia di poco. Per tale motivo il razionale di eseguire un intervento chirurgico sul glioblastoma deve essere valutato caso per caso prendendo in considerazione le condizioni cliniche, le patologie associate e soprattutto l'estensione della lesione. A mio parere ha senso se l'intervento può essere ragionevolmente legato ad unmiglioramento delle condizioni neurologiche o della qualità di vita.
Spero di averle dato uno spunto di riflessione.
Cordialmente

Dr. Marco Mannino
Neurochirurgo
http://www.studiomannino.com

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Dr. Nicola Benedetto Neurochirurgo 402 9 2
Gentile signora

Non può chiedere un parere sull'affidabilità dei colleghi.

Pronunciarsi verso l'operabilità o meno della lesione resta un prerequisito di chi vede le lastre e visita il paziente attingendo alla propria professionalità ed esperienza. i colleghi hanno espresso pareri discordanti ma non necessariamente uno dei due è sbagliato.

Cordiali saluti

Dr. Nicola Benedetto
Neurochirurgia
Azienda Ospedaliera Universitaria Pisa
nicola.benedetto@gmail.com