Decadimento psichico

Buongiorno scrivo in seguito ad una visita effettuata da mio padre.

EEG: tracciato ai limiti della norma (se servono info posso scriverle sull’esame)
Visita neurologica: sostanzialmente negativa, rammenda eventi de passato non recente anche se non definisce con precisione l’intervallo di tempo passato.
Presenta da tempo indeterminato deficit cognitivo di media entità.
Valuterei possibile colloquio neuri psicologico e programmerei l’inizio di terapia con inibitori della acetilcolineterasi.

RM ENCEFALO E TRONCO: diabete Mellito scompensato ipertensione arteriosa.
Presenta lesioni vascolari per farla breve.


DIMISSIONI:
Diabete mellito di tipo 2 mal controllato.

Encefalopatia multinfartuale.

Decadimento cognitivo iniziale.


Che mio padre avesse una vita sregolata nel mangiare si sapeva, e anche del diabete.

Ma ciò che mi terrorizza è il deficit cognitivo.

Mio padre ha solo 64 anni.
Suo padre a sua volta (cioè mio nonno) è morto di alzheimer a 73 anni.
Tutto questo che ha mio padre mi fa pensare a quella malattia.
Se fosse così sono anche io destinato ad averla?
Sono ormai due giorni che la mia vita si è fermata.
Dottori vi prego di cuore di aiutarmi a capire.
Grazie e buona giornata
[#1]
Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.5k 354 161
Egregio Utente,
nella sua ben articolata richiesta di consulto relativa a suo padre si descrive una condizione che orienta maggiormente per una forma di demenza fronto-temporale che per la malattia di Alzheimer. Le due forme si distinguono sulla base di elementi clinici e diagnostici ed implicano prognosi alquanto differenti. Per porre una diagnosi appropriata occorre procedere con indagini specifiche che vengono prescritte dallo Specialista.
Se desidera avere ragguagli più dettagliati può consultare nel mio blog di Medicitalia i miei numerosi articoli sull'argomento.
Cordialmente

Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
www.colangeloneurologo.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto dottore ci tengo a ringraziarla per la sua gentile risposta.
Non le ho risposto subito perchè avevo programmato per stamattina un colloquio telefonico con la neurologa che segue mio padre.
Ha precisato come, data la "familiarità" del problema visto che la sorella di suo padre e suo padre avevano avuto problemi simili e lui adesso si trova in questa situazione, il rischio in termini statistici per noi figli di una futura demenza è reale.
Cioè mi ha detto che non mi può quantificare una percentuale di ereditarietà, ma un minimo rischio c'è.
Dottore io ora le chiedo, come posso quantificare un rischio? Dobbiamo con mia sorella sottoporci a qualche esame?
Possiamo condurre una vita in un certo modo più specifico per evitare una condizione di questo tipo?

Grazie per i suoi preziosi consigli
[#3]
Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.5k 354 161
Gentile Paziente,
mi scuso per il ritardo nella risposta.
La valutazione pre-clinica del rischio per la malattia di Alzheimer (come può rilevare da molteplici articoli che ho scritto su questo argomento e che sono inseriti nel mio blog di Medicitalia) si effettua attraverso test neuro-psicologici, attraverso un esame genetico e, nei casi fortemente sospetti, con l'indagine PET-scan cerebrale con flutametamolo (Vizamyl). La prevenzione segue, anche nel soggetto geneticamente predisposto, delle regole che può leggere in extenso in questo mio articolo di cui le accludo il link.
Cordialmente.
https://www.medicitalia.it/news/neurologia/8605-i-fattori-di-rischio-e-le-linee-guida-per-la-prevenzione-dell-alzheimer.html

Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
www.colangeloneurologo.it

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