Azilect

buona sera, vorrei cortesemente chiedere se la sostituzione dello jumex con l'azilect, in soggetto anziano con parkinsonismo secondario, può causare, come sembrerebbe, un brusco peggioramento della sfera cognitiva. Da tener presente che tale sostituzione (che tra l'altro comporta l'approntamento di un piano terapeutico) mirava proprio a provare un recupero motorio e cognitivo ultimamente compromessi (forse anche per una degenza ospedaliera per problemi respiratori). E' difficile capire se il peggioramento sarebbe avvenuto ugualmente ma, di fatto, la repentinità dell'evento contestualmente al cambio di terapia mi lascia perplesso. Il soggetto assume inoltre 1 cmp di requip 2 mg RP e 750 mg di Keppra/die.
Grazie mille in anticipo
P.S. Il caso sopra esposto è stato più volte all'attenzione (in termini diversi) di un neurologo dello staff che, qualora dovesse esaminare anche questo scritto, sono certo riconoscerebbe il contesto (il precedente post è "scaduto").
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

bentornato. Certamente, ho individuato la storia clinica della mamma.
Mi pare di capire che le condizioni cliniche, sia motorie che cognitive, siano peggiorate e la cosa mi rincresce.
Capisco il motivo della sostituzione del farmaco con un altro, mi sembra razionale ma purtroppo non sempre le nostre aspettative vanno a buon fine. Consideri che, nel cambio di un farmaco, ci può essere un periodo di "vacanza terapeutica" nel senso che la sospensione di un farmaco provoca un forte calo della concentrazione plasmatica dello stesso, senza che il "nuovo" possa ancora esplicare la sua azione dato che occorre qualche settimana affinchè la sua concentrazione ematica diventi costante.
Detto questo, Le devo anche purtroppo dire che l'evoluzione naturale dei parkinsonismi è gradualmente progressiva e spesso può avere anche un'evoluzione "a gradini", cioè improvvisa.
Mi auguro comunque che il problema stia nella sostituzione del farmaco.

SalutandoLa cordialmente Le invio sinceri auguri

Dr. Antonio Ferraloro

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dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Grazie dottore, non avevo dubbi che mi avrebbe "riconosciuto". Dunque mi pare di capire che Lei suggerisce di aspettare ancora un po' per far sì che l'azilect possa esplicare al meglio i suoi effetti...in caso contrario è ragionevole tornare allo jumex (visto che in quel caso si dovrebbe presumilmente ripresentare lo stesso problema da "vacatio")?
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
In linea di massima aspetterei ma si affidi al collega che segue da tempo la mamma. I miei sono soltanto discorsi teorici. Le decisioni vanno prese dal medico "operativo" sul campo.

Cordiali saluti
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
In linea di massima aspetterei ma si affidi al collega che segue da tempo la mamma. I miei sono soltanto discorsi teorici. Le decisioni vanno prese dal medico "operativo" sul campo.

Cordiali saluti
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dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Gent.mo Dott.,
desidero informarLa che il problema sembra proprio stesse nella sostituzione del farmaco e nel consequenziale periodo di scarsa concentrazione plasmatica causato dal trapasso da un prodotto all'altro. La mamma ha già da tempo recuperato, quanto meno, il grado cognitivo che manifestava prima della sostituzione (oserei dire anche con lieve miglioramento). L'aspetto motorio, viceversa, non ha palesato miglioramenti dopo l'ulteriore compromissione subita in seguito all'infezione pleurica di 4 mesi orsono e al relativo ricovero ospedaliero (tra la vita e la morte per una settimana). Mi pare doveroso, data la Sua cortesia e disponibilità, metterLa al corrente anche degli eventi che non richiedano i Suoi preziosi consigli, ma possano comunque arricchire la casistica clinica.
Cordialmente
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

La ringrazio per avermi aggiornato. Mi fa estremamente piacere sapere del miglioramento cognitivo della mamma.
Evidentemente il problema era nella cosiddetta "vacanza terapeutica". Purtroppo dal punto di vista motorio spesso nei parkinsonismi secondari i farmaci non sono molto efficaci e la malattia segue la sua storia naturale.
Tutto sommato però mi pare che la situazione sia abbastanza accettabile.

Nel rigraziarLa ancora Le auguro una buona continuazione di estate e invio un caro saluto alla mamma
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dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Grazie a Lei Dottore, buona estate (anche se Lei mi sa appartenga alla categoria di medici che le ferie le fanno con il contagocce...)
[#8]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Gent.mo dott. Ferraloro,
approfitto nuovamente della Sua cortesia per chiederLe se, a Suo avviso, può essere indicato il trattamento con "Rivotril" (2 gocce prima di dormire aumentabili sino a 4) per la mamma la quale, seppure avendo migliorato l'aspetto cognitivo (sono scomparsi anche i fenomeni allucinatori notturni) con la somministrazione dell'"Azilect" invece dello "Jumex" (in associazione con il "Requip 2 mg R.P.), manifesta una notevole difficoltà a regolare il riposo notturno. In particolare, si palesano a volte forti tremori su tutto il corpo che, sebbene non sfocianti in fenomeni di "assenza" (allo stato ben controlati dalla somministrazione di 250 mgx3 di "Keppra"), impediscono un sonno appena sufficientemente ristoratore e, com'è logico, condizionano la "qualità" della giornata successiva. Tali fenomeni sono quasi esclusivamente notturni e, comunque, non sono specificamente associati all'insonnia, che periodicamente compare anche "a prescindere". Il Suo collega mi indica, ovviamente, di sospendere il "Minias", confermando la terapia del "Keppra". Per finire, riponeva qualche perplessità sul fatto di continuare ad assumere il "Cipralex" (5 mg il pomeriggio). Può detto farmaco abbassare la soglia convulsiva (ammesso trattasi di fenomeni convulsivi)? C'è da dire, comunque, che l'assunzione di "Cipralex" ha fatto sì che, a suo tempo (allora in dose da 10 mg), riequilibrando il sistema serotoninergico, la mamma fosse in grado di "smettere" quel cocktail di farmaci che prendeva per dormire, limitandosi a qualche goccia di "Minias". Evidentemente però, la patologia parkinsoniana associata a fenomeni simil-epilettici, impone periodicamente la rivisitazione di tutta la terapia.
Grazie di cuore in anticipo
P.S. Lo specialista (che, come tanti, non effettua visite domiciliari) è stato consultato da me ma non ha visitato mia madre che, allo stato, non è facilmente deambulabile anche per patologie non attinenti allo stato neurologico.
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

se il rivotril è stato prescritto dal neurologo che segue la mamma, mi trova perfettamente d'accordo ma non superi almeno inizialmente le due gtt.
Sul cipralex avrei dei dubbi circa l'abbassamento della soglia convulsiva considerato il basso dosaggio a meno che non si crei accumulo da rallentato catabolismo dovuto all'età. Come Lei giustamente afferma, in questi casi la terapia va adattata alle singole esigenze del paziente in rapporto ai vari periodi sintomatologici.

Cordialmente saluto Lei e la Sua cara mamma
[#10]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
La ringrazio. Mi pare dunque di capire che, a dosi così esigue, Lei ritenga più "rischioso" sospendere anziché mantenere la somministrazione del Cipralex. D'altronde, più che un'indicazione precisa, la prospettiva di escludere tale farmaco mi è parsa più un'eventualità da prendere in considerazione ("Si potrebbe anche eliminare"). Un'ultima cosa: ci sono sintomi che, con l'assunzione del "Rivotril" potrebbero allarmare sì da sospenderlo e, in tal caso, la sospensione può essere immediata?
Scusi ancora, cordialità (anche da parte della mamma cui ho spiegato la natura della Sua cordiale collaborazione)...credo abbia capito...
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

sul cipralex la mia è soltanto un'ipotesi generica, teorica ma ovviamente non è possibile calarla nel contesto individuale del singolo caso.
Per quanto riguarda il Rivotril, gli effetti collaterali sul sistema nervoso centrale (sonnolenza, vertigini, incoordinazione motoria, ecc) sono dovuti a depressione dello stesso ma ai dosaggi sopra riportati non dovrebbero manifestarsi essendo generalmente dose-dipendente.
A queste dosi, l'eventuale sospensione non dovrebbe creare problemi.

Cordiali saluti
[#12]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Gent.mo Dott. Ferraloro,
purtroppo il Rivotril ha fatto un discreto effetto solo le prime 2 notti, dopodiché siamo (quasi) tornati alla situazione precedente (seppure limitata a uno stato di insonnia senza tremori vari). Mi chiedo adesso se sarebbe più opportuno aumentare la dose di Rivotril o ripassare al "Minias" (6/7 gocce magari aumentando). Chiederò certamente al neurologo che segue la mamma ma (mi scuserà per questo) il Suo parere mi è sempre gradito. Mi piacerebbe inoltre sapere che ne pensa di un'eventuale somministrazione sinergica di melatonina (mi è stato indicato il "Pineal notte") e se è vero che tale sostanza sia meglio assumerla all'imbrunire (ai fini di un riequilibrio del "sonno-veglia" o del ritmo circadiano) oppure sia più indicata la somministrazione mezz'ora prima di dormire, come consigliato dalla ditta produttrice. Infine, è corretto dire che il "Cipralex" possa, a seconda dei soggetti, indurre sedazione o eccitazione? In questo caso, l'orario della relativa assunzione sarebbe importantissima...
Grazie ancora di tutto, cordialmente
[#13]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

circa l'assunzione di rivotril o minias deve parlarne al Suo medico. Se i tremori sono cessati l'eventuale aumento di qualche goccia non dovrebbe creare problemi (sempre su suggerimento del medico curante). Personalmente la melatonina la prescrivo prima di andare a letto. Come Lei ben dice il cipralex potrebbe, come effetto collaterale, provocare in rari casi sedazione, più frequentemente irrequietezza ed agitazione.

Cordialmente
[#14]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
La ringrazio. Le chiedo un'ultima cosa e poi prometto di non disturbarLa per un bel po'! Come a suo tempo Le ho riferito, il cipralex fu prescritto non tanto per uno stato depressivo (tra l'altro la prima assunzione risale ad un periodo in cui ancora non era stato dignosticato il parkinsonismo nè le crisi epilettiche e il neurologo non è quello che segue adesso la mamma), bensì per provare a risolvere, con un farmaco serotoninergico, il problema atavico dell'insonnia. Decisamente questo farmaco è apparso decisivo per migliorare il sonno (inizialmente veniva preso dopo pranzo). Son passati più di 3 anni e da circa un anno e mezzo la dose è stata ridotta da 10 a 5 mg. Stante dunque la motivazione originaria della prescrizione e i sospetti non gradevoli effetti collaterali, a Suo parere la soppressione del cipralex (ovviamente graduale) potrebbe essere consigliabile? Insomma, può darsi che il farmaco abbia "esaurito" il suo compito? E, qualora si decidesse di mantenerlo, forse la somministrazione mattutina sarebbe preferibile visto che nelle prime ore della giornata la mamma tende a dormicchiare (forse "rubando" ore al riposo notturno), mentre il pomeriggio è decisamente il momento peggiore(da un punto di vista emotivo) della giornata? Non tema comunque che io prenda decisioni senza prima riferire al medico che segue la mamma.
Grazie!
[#15]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

circa l'opportunità di somministrare il cipralex al mattino, qualora il neurologo decidesse di mantenerlo, mi trova assolutamente d'accordo. Poi, vagliata la situazione clinica venuta a crearsi, anche la possibilità di una sua sospensione non la vedrei una scelta negativa. Ripeto, la clinica detta modi e tempi di un'eventuale somministrazione o sospensione.

Vi auguro una buona settimana
[#16]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Buona settimana anche a Lei e grazie ancora. Sicuramente la soggettività clinica è condizione primaria per qualsivoglia decisione terapeutica. La mia domanda era tuttavia mirata alla conoscenza di una eventuale oggettività clinica allorché, in assenza di sindromi depressive ma esclusivamente a fini di un riequilibrio serotoninergico, sia consigliabile la sospensione di un antidepressivo "rischiando", in tal modo, di rideterminare la situazione "quo ante", cioè, nella fattispecie, un'insonnia permanente e debilitante. E' chiaro comunque che, soppesando i vari aspetti del problema, si debba comunque adottare la soluzione sulla carta più adeguata, senza certezza assoluta su un esito ottimale e sperato. La Sua risposta mi fornisce, sia pure in assenza di una conoscenza diretta del soggetto coinvolto, una indicazione di massima ben precisa.
Cordialità, Gent.mo Dott., e buon lavoro!
[#17]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

più che "sulla carta" in medicina spesso bisogna agire "sul campo", cioè sulla situazione clinica contingente del paziente, spesso basarsi su criteri ex adiuvantibus quando il caso diventa di difficile soluzione. In questi casi, ovviamente, è il medico che segue il paziente che deve prendere le dovute decisioni.

Cordiali saluti
[#18]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Lei ha perfettamente ragione. Tutto sta a trovarlo, uno specialista disposto a "calpestare", ogni qualvolta si palesi la necessità, il "campo" di riferimento. E' già difficile ottenere ciò dal medico di base (quest'ultimo non è il mio caso)...l'osservazione costante di un paziente, a volte (ed io aggiungo purtroppo) deve fare i conti con dei criteri (pre)selettivi (forse inconsci) che attengono all'età, alla funzione sociale del soggetto e ad altri fattori che non è il caso di elencare in questa sede. La mia stima nei Suoi confronti, a parte l'indubbia ed evidente competetenza che La distingue (aggiungerei un quasi introvabile "buon senso"), ripone soprattutto nella consapevolezza che Lei rappresenta una (sia pur non rarissima) eccezione, in tale quadro d'assieme.
Cordialmente
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

La ringrazio per le parole di stima nei miei confronti. Spero di meritarla anche se spesso, on line, non è possibile, per ovvi motivi, sbilanciarsi ed avere quel rapporto empatico per me tanto importante.
Non mi appartiene, e sono convinto che non appartenga alla stragrande maggioranza dei colleghi, la mentalità dei "criteri (pre)selettivi" a cui Lei fa riferimento e che forse ha pure sperimentato. Fallirei la mia mission se pensassi in tal senso. Sicuramente le categorie a cui Lei si riferisce rappresentano per me una priorità assoluta e lungi da me quei pensieri (anche inconsci) che vengono sottointesi.

RingraziandoLa ancora La saluto cordialmente
[#20]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Gent.mo Dott. Ferraloro, La disturbo ancora stante il solito problema di "comunicazione" con lo specialista...il problema della mamma torna ad essere quello dei tremori notturni (soprattutto alla gambe), che erano spariti dopo una brevissima somministrazione del "rivotril" al posto del "minias" e una successiva riassunzione di quest'ultimo. Il fatto è che il rivotril a bassi dosaggi non soddisfaceva l'esigenza del riposo notturno e, di contro, dopo una brevissima sospensione il minias aveva ripreso a fare il suo dovere. Lo specialista, tra l'altro, aveva osservato come non fosse un'idea peregrina l'alternanza di farmaci per il sonno. In realtà non riesco a scorgere un rapporto di causa-effetto tra il manifestarsi di questi tremori (assai invalidanti seppur non sfocianti in fenomeni di "assenza" come le capitava quasi sempre il pomeriggio) e l'assunzione di questo o quel farmaco. La somministrazione del Keppra stesso (a proposito l'assunzione 250x3 la ritiene adeguata o sarebbe meglio osservare la posologia "canonica" delle 2 somministrazioni?) non sembra decisiva nel controllo di tali crisi, vuoi perchè le crisi capitano anche a breve distanza dalla somministrazione (e dunque non sembra essere un problema di ridotta copertura "temporale"), sia perchè non sarebbe spiegabile (o sì?) il perdurare, per mesi e mesi, di latenza del fenomeno. C'è da dire però che, all'inizio della terapia con il Keppra, le crisi convulsive sembravano proprio scomparse. Adesso è come se tali episodi dovessero fare, a un certo punto, il loro corso, a prescindere da soluzioni farmacologiche. Mi scuso per queste descrizioni forse "pedestri" ma strettamente connesse all'osservazione costante della paziente (meglio non saprei spiegare). Si tratta di una forma di epilessia anomala (se di epilessia si tratta), legata al parkinsonismo e/o alla pregressa compromissione multinfartuale cerebrale e, in tal caso, il Keppra rimane un farmaco di prima scelta? Sicuramente è forse quello che crea minori problemi collaterali in relazione all'insorgere di problematiche epatiche o renali ma, di fatto, conserva una sua efficacia nel controllo, a lungo termine, di queste crisi? Per inciso: per quanto attiene ai fenomeni parkinsoniani, l'azilect (al posto dello jumex e abbinato al requip 2 R.P.) si è rivelato efficacissimo, impedendo finora(tocchiamo ferro) la progressione della malattia (le allucinazioni notturne sono sparite ad esempio). Il quadro d'insieme non è peggiorato insomma, tuttavia, come Lei può ben capire, anche una notte insonne scatena, in un soggetto così fragile, scenari preoccupanti. Cerco di fare del mio meglio senza imbottirmi di "cocktails" di osservazioni mediche ma privilegiando, come in questo caso rivolgendomi a Lei seppur coi logici limiti del mezzo comunicativo, indicazioni di "buon senso" che possano integrarsi con le prescrizioni mediche (che ovviamente non disattengo mai). Grazie mille in anticipo, mi scusi ancora per la confusione! Cordialmente
[#21]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

mi fa particolarmente piacere apprendere che la situazione clinica generale della mamma è tutto sommato stazionaria ed accettabile, venendo meno gli episodi allucinatori che presentava in passato.
Circa i tremori (o scosse) notturni, il rivotril a quale dosaggio è stato somministrato? Qual è la loro durata? La coscienza è integra? Si manifestano nel sonno o svegliano la mamma?

Cordialità
[#22]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Allora gent.mo Dott. Ferraloro:
2/3 gocce per pochi giorni. I tremori non si erano ripresentati ma l'insonnia sì (dalla seconda notte). Tenga presente che il neurologo mi aveva espressamente indicato dosaggi così bassi. Una volta riassunto il minias la situazione si è stabilizzata sotto tutti i punti di vista per poi ripresentarsi dopo un paio di mesi. Detta ciclicità si è manifestata 3 volte.
La durata delle scosse è pressoché continua per tutta la notte (a partire dalle primissime ore dopo mezzanotte). Dapprima su tutto il corpo (avverte anche una sorta di palpitazione), poi il fenomeno è circoscritto alle gambe, sino a sparire dopo le 8 (a quell'ora assume anche i farmaci).
La coscienza pare assolutamente integra (ovviamente la mamma non sempre è monitorata in tempo reale ma riferisce a posteriori). Nessun fenomeno di "assenza", sembrerebbe.
Per quanto possa essere precisa una ricognizione indiretta, mia madre riferisce (ho insistito più volte su questo punto) di essere svegliata dai tremiti (che non sembrano quindi secondari ad un'insonnia protratta).
Grazie ancora
[#23]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

potrebbe chiedere al neurologo se ritiene opportuno e corretto aumentare la dose serale del keppra, sottraendola a quella intermedia.

Cordiali saluti
[#24]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Gent.mo Dott., ok ma che ne pensa dell'alternativa minias/rivotril (fermo il keppra che mi pare di capire non abbia molte alternative)?
Cordialmente
[#25]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

se funziona ed ha il consenso del neurologo, mi trovo d'accordo.

Buona serata
[#26]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
La ringrazio. Buona serata anche a Lei.
[#27]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Gent.mo Dott., mi scusi se la disturbo ancora...
Dunque stanotte ho monitorato più attentamente la mamma. Intanto, d'accordo con il medico di base (il neurologo è assente), siamo tornati alle 2 somministrazioni equidistanti di Keppra (400 al mattino e 400 la sera verso le 22). Per tutto il giorno - da parecchio tempo è così - la mamma non ha avuto problemi di alcun tipo. Stanotte si è invece svegliata prestissimo (verso l'una). Tenga presente che le avevo somministrato di nuovo il minias (le solite 7/8 gocce ma ci sono stati periodi in cui anche 3/4 più che bastavano) perché il rivotril non le faceva neppure prendere sonno. Verso le 3 ha cominciato ad avvertire scosse su tutto il corpo - soprattutto alle gambe - e palpitazioni. Per non farle passare un'altra notte insonne, ho ritenuto (una decisione bisogna pur prenderla) di somministrarle 1/2 cmp di frontal da 0,25 da schiacciare in bocca (una dose proprio minima). La situazione è migliorata sensibilmente (seppur non si è risolta del tutto), fino a che, verso l'alba, mia madre ha ripreso sonno fino a dover essere svegliata apposta in tarda mattinata. Tutto ciò mi lascia perplesso in quanto mi appare che (parlo ovviamente da profano) l'assunzione dell'antiepilettico sia del tutto irrilevante (in positivo e in negativo) rispetto alle crisi. Infatti una dose la mattina sembrerebbe "coprirla" per tutto il giorno e la stessa dose la sera (tra l'altro aumentata) non copre neppure il ciclo di emivita del farmaco. Il fatto è che temo le conseguenze cui possa portare una prolungata situazione del genere. Che indicazioni può darmi, Dott.? Grazie e mi scusi ancora, cordialmente
P.S.: Escludo assolutamente che (in riferimento al frontal) mia madre potesse essere sensibile a un effetto placebo.
[#28]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

ritengo che la cosa fondamentale sia capire correttamente in cosa consistano le scosse notturne. Dal Suo racconto potrebbero anche non essere di tipo epilettico ma funzionali, da ipereccitabilità neuronale che insorge dopo un periodo di insonnia (almeno nell'ultima notte che Lei riferisce). E' chiaro che questa è soltanto una delle ipotesi che si possono fare a distanza e che potrebbe essere smentita dal neurologo che cura la mamma anche perchè, precedentemente, il risveglio era spesso dovuto a tali scosse. La situazione è abbastanza complicata perchè, mi pare di capire, non esista un'univoca fenomenologia. Ritengo che capire la natura del fenomeno sia fondamentale per instaurare una terapia razionale e mirata.

Cordialmente
[#29]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
questo spiegherebbe anche il perchè si verifichino solo di notte e perchè siano così diverse dai fenomeni epilettici che di norma ha avvertito (tremori, brividi più che scosse seguiti da un periodo di assenza che a volte prescindeva anche da brividi e tremori manifestandosi all'improvviso). Una patologia del genere quale tipo di terapia prevede, in genere (oltre ad una corretta terapia per il sonno)?
Cordialmente
[#30]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

Le ripeto che la mia è soltanto un'ipotesi che cerca di spiegare alcune modalità d'insorgenza di alcuni sintomi.
Una delle classi farmacologiche usate in questi casi sono le benzodiazepine.

Cordialità
[#31]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Va bene grazie mille vedrò cosa fare con il neurologo. Tra l'altro il minias serale è una benzodiazepina ma forse non è la più adatta. Mi scusi ancora se ho approfittato della Sua disponibilità.
Cordiali saluti
[#32]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Non lo dica neppure, non approfitta certamente, per quel poco che si può on line sarò disponibile sempre.

Buonanotte
[#33]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Gent.mo Dott., pare proprio che il problema della qualità e quantità del sonno, per mia madre, non sia di facile soluzione (come potrebbe essere altrimenti?). L'alternanza di mianias e rivotril non sembra porre rimedio alla situazione. Il problema non è nell'addormentamento, quanto nel risveglio molto precoce e/o nel sonno assai intermittente (anche se le "scosse" notturne sono, per il momento, cessate). Mi è stata indicata l'assunzione del "Felison" (15 mg) per un mesetto e poi eventualmente ripassare al minias. Che ne pensa? Quall'"eventualmente" devo interpretarlo nel senso "se non funziona" o comunque è consigliabile non superare i 30 gg.? La prego non mi chieda perché non ho posto al medico questa domanda...diciamo che, in merito, sono stato "congedato" senza troppi commenti. Un'ultima cosa: i 15 mg. di felison sono una dose "proporzionata" (ferma la diversità tra i 2 farmaci) alle 7/8 gocce del minias?. Tenga presente che, la sera, la mamma assume pure una cmp di melatonina e 400 mg. di "Keppra" (come Le avevo già detto, siamo tornati alle 2 somministrazioni/die).
Grazie mille, cordialità
[#34]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

il dosaggio negli anziani in genere è di 15 mg (almeno all'inizio). Quell'<<eventualmente>> dovrebbe chiederlo al neurologo che l'ha prescritto. Intuitivamente lo interpreterei nel senso di "non effettuare una terapia a lungo termine" ma è chiaro che resta una mia interpretazione che può essere completamente sbagliata.

Cordiali saluti
[#35]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Buon giorno Preg.mo Dr. Ferraloro,
Le chiedo gentilmente un parere su un argomento sicuramente non pertinente al titolo di questo post (o che addiritura forse avrebbe dovuto essere appoggiato presso la specialità "ematologia") ma che, comunque, riguarda la gestione problematica dello stato cerebro-vascolare della mamma, riguardo il quale argomento, visti i ns. svariati contatti, ritengo Lei abbia migliori "titoli". In tal modo, inoltre, faccio sì che la mia richiesta sia sicuramente da Lei visionata. Si tratta di questo:
Come sa, sicuramente le problematiche di tipo parkinsoniano ed epilettiche della mamma sono "secondarie" ad episodi infartuali cerebrali (ischemia transitoria più di 10 anni orsono ed ictus brillantemente superato circa 6 anni fa). Attualmente, la mamma prende una cmp di Flupid al giorno, dopo che per qualche anno ne prendeva 2 (la cardioaspirina non l'aveva infatti preservata dall'episodio precedente). Contemperando nel tempo le varie esigenze, si trova a assumere anche (in quel periodo sospende il Flupid) 1 fiala di Clexane 4000" sottocutanea per 6 gg. ogni 3 settimane (calcolando l'ultima somministrazione precedente).Senonchè, le ultime 2 analisi ematiche effettuate hanno evidenziato un "fibrinogeno" alto (715). Gli altri valori per ciò sigificativi sono: P.T.T. 34" - Attività protrombinica quick 83% - INR 1,10. Detti ultimi valori lascerebbero suppore un'attività coagulativa normale o comunque più lenta che veloce, stridendo apparentemente con il valore del fibrinogeno. Le chiedo cortesemente se, a Suo avviso, tale valore possa rilevare in ogni caso un'eccessiva condensazione ematica (risultando decisiva nella vatazione clinica sia pure in presenza degli altri valori citati) o, viceversa, possa essere la spia unicamente di affaticamento epatico e/o di altri organi (che pure non si palesa osservando gli altri valori relativi: got, gpt,creatinina, azotemia, glicemia etc., il tutto assolutamente normale). In una parola: Lei ritiene corretta la prosecuzione della terapia così come attualmente predisposta? So bene che l'osservazione diretta del paziente è tutt'altra cosa ma, nella fattispecie, forse anche la lettura di dati oggettivi potrebbe consentire una valutazione ponderata e puntuale, com'è Sua abitudine.
Grazie sempre di tutto, con stima
[#36]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

valori elevati di fibrinogeno costituiscono fattore di rischio per malattie coronariche e cerebrali (ischemie). Il suo aumento può essere dovuto anche a manifestazioni infiammatorie in genere. La Ves, se testata, è normale?
Per quanto riguarda l'attuale terapia deve parlarne col Suo medico curante, se continuare così o variare qualcosa. On line non è possibile farlo.

Cordialmente
[#37]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Gent.mo Dr, quindi mi pare di capire che, a prescindere dalla causa di innalzamento, il fatto in sé che questo valore sia alterato in alto dovrebbe indurre, teoricamente, a una corretta terapia antiaggregante e/o anticoagulante...ma i dati elencatili in relazione a INR, PTT e attività protrombinica sono "coerenti"? Grazie!
[#38]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

mi sembra che ci sia una dicotomia tra il fibrinogeno e gli altri valori riportati.
Il caso andrebbe studiato dal Suo medico curante e/o dallo specialista che segue la mamma per una valutazione ed interpretazione corretta.
Un esame di controllo di questi valori potrebbe essere utile.

Cordialmente
[#39]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Ok gent.mo Dr., immaginavo...comunque è la seconda volta, a distanza di pochissimi mesi, che questi valori si presentano più o meno così, e nel frattempo il ciclo di Clexane è passato da ogni 4 a ogni 3 settimane. La Ves non è stata monitorata, onestamente, ma comunque uno stato infiammatorio acclarato da una VES alta potrebbe essere cauato da svariate altre patologie di cui soffre. Attualmente ha crisi acutissime relative all'ernia iatale (lo stomaco è risalito nella cassa toracica) e questo credo comporti una serie di problematiche correlate. Non so...eventualmente consulto un ematologo, semmai. Grazie ancora di tutto, cordialmente
[#40]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20


Grazie a Lei ed auguri per la mamma
Allergia ai farmaci

Allergia ai farmaci: quali sono le reazioni avverse in seguito alla somministrazione di un farmaco? Tipologie di medicinali a rischio, prevenzione e diagnosi.

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