Sindrome frontale post intervento

In seguito ad un intervento chirurgico a causa di un neoplasia all’encefalo ( teratoma - germinoma) il mio fidanzato, 22 anni, soffre ( ne sono sicura ) di sindrome frontale . Presenta apatia, mancanza d’iniziativa , abbassamento della voce , ripetizione di gesti e parole, totale indifferenza nei confronti della vita. Come se fosse un bambino. Pertanto mi chiedo .... è possibile guarire dalla sindrome frontale? Ci sono delle cure o è destinato a vivere una vita senza entusiasmo, iniziativa , senza alcuna voglia? Potrei scriverle l’ultima risonanza per renderle il tutto più chiaro?
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.1k 2.3k 20
Gentile Utente,

potrebbe gentilmente copiare il referto della RM? È fondamentale per dare un parere, anche se approssimativo, a distanza. Grazie.

Cordiali saluti

Dr. Antonio Ferraloro

[#2]
dopo
Utente
Utente
Evidenti gli esiti dei pregressi interventi di asportazione di lesione espansiva della regione del III medio e posteriore del III ventricolo mediante craniotomia frontale destra alla convessità e callosotomia anteriore. Esiti di terzoventricolocisternostomia e di più recente ventricolostomia, della quale si riconosce il pregresso tramite decorso transfrontale dx sino al corno frontale omolaterale, con alcune tracce di emosiderina lungo il tramite. Le immagini in diffusione escludono segni sofferenza parenchimale di recente insorgenza. Esiti di sofferenza tissutale nella sede chirurgica, lungo il versante mediale dei talami,in sede nucleo basale sx e nel body del corpo calloso ove si inscrivono alcuni depositi emosiderinici. Tra gli esiti chirurgici si iscrivono anche alcuni tralci aderenziali, in particolare tra il corno frontale e la cella media del ventricolo di sx con consensuale ectasia/incarceramento del ventricolo laterale sx ove si associano iniziali segni di reazione periependimale. Non dico documentano aree di enhancement patologico lungo l’ependima ventricolare. Nel midollo non ci sono alterazioni di segnale ne si osservano aree di anomala impregnazione contrastografica in sede endorachidea. ( ha perdita di memoria il mio fidanzato ) non ricorda tutto quello che è successo dopo l’intervento
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.1k 2.3k 20
Gentile Utente,

in effetti l’intervento, da quanto si può rilevare dal referto della RM encefalica, è stato molto complesso e gli esiti anatomici sono evidenti. A questo punto è indispensabile una valutazione diretta da parte del neurochirurgo e del neurologo per impostare un’eventuale terapia farmacologica e riabilitativa comportamentale per vedere se è possibile un recupero delle facoltà cognitive in generale. Se il danno non è stato importante è possibile un eventuale recupero.
Oggettivamente non posso darLe una risposta certa né in senso né nell’altro ma un approfondimento del caso è doveroso farlo.
I migliori auguri

Cordialmente
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Utente
Utente
Mi scusi , per esiti anatomici sono evidenti cosa intende? C’è stata qualche lezione? Potrebbe dirmi cosa rivela la risonanza ?
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.1k 2.3k 20
Gentile Utente,

"Evidenti gli esiti dei pregressi interventi di asportazione di lesione espansiva".
"Esiti di sofferenza tissutale nella sede chirurgica, lungo il versante mediale dei talami,in sede nucleo basale sx e nel body del corpo calloso".
"tra gli esiti chirurgici anche alcuni tralci aderenziali, in particolare tra il corno frontale e la cella media del ventricolo di sx con consensuale ectasia/incarceramento del ventricolo laterale".
Sono questi gli esiti che il neurochirurgo ed il neurologo devono valutare per dare un parere attendibile, tuttavia una terapia può essere possibile.

Cordialità
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dopo
Utente
Utente
Mi scusi, forse non mi sono fatta comprendere. Intendevo chiederle , potrebbe dirmi nello specifico di cosa si tratta? In termini pratici e comprensibili, non essendo esperta nel settore .
La ringrazio anticipatamente
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.1k 2.3k 20
Gentile Utente,

è molto difficile spiegare in termini pratici queste complessità tecniche, peraltro in questa sede, diciamo che ci sono condizioni che potrebbero "frenare" il normale funzionamento del cervello.
Detto questo però, non abbiamo elementi sicuri per stabilire che questi esiti siano alla base della sintomatologia descritta, per questo Le ho consigliato di andare avanti e di provare terapie farmacologiche e non.

Cordialità
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dopo
Utente
Utente
Per terapie farmacologiche intende magari antidepressivi e non? A chi potrei rivolgermi per capire quali farmaci poter utilizzare?
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.1k 2.3k 20
Gentile Utente,

come detto precedentemente, il neurologo è il primo specialista da consultare , poi sarà il collega che, in base ai vari riscontri, potrebbe inviarla allo psichiatra.

Cordiali saluti