Hanno riscontrato metastasi epatiche
Gent.li dottori,
un mese fa mio padre (67 anni) è stato sottoposto ad un intervento per asportazione di un polipo nell’intestino. Nel corso dell’intervento (che è riuscito perfettamente) hanno riscontrato metastasi epatiche. Una volta dimesso da chirurgia le carte sono state passate a oncologia. A seguito di un primo incontro con gli oncologi vi riporto qui il referto che ci stato consegnato:
"Egr collega abbiamo visitato in data odierna il suo paziente sottoposto il 24/08/09 ad intervento chirurgico di emicolectomia dx e biopsia escissionale di lesione epatica sub-glissoniana per adenocarcinoma scarsamente differenziata del colon dx, pT3pN2 (9/33)M1 (localizzazione secondaria di origine colica), la neoplasia giunge a ridosso del margine chirurgico, aspetti di angioinvasione vascolare extramurale. Omento indenne.
La TAC torace-addome completo post-operatoria ha evidenziato in corrispondenza del parenchima epatico formazione nodulare di 12 mm nel II segmento sospetta per secondarismo, altre due piccole millimetriche formazioni ipodense in sede sottoglissoniana nel VII e VI segmento epatico. In corrispondenza dei lobi inferiori (segmento apicale) e LIdx sono presenti alcune nastriformi di addensamento parenchimale a cui si associa lieve ispessimento della pleura parietale adiacente; concomita ispessimento parenchimale di tipo reticolare (iniziale PID?).
ECO: n.d.s.
In considerazione del referto istologico e dello stadio IV di malattia si propone trattamento chemio-immunoterapico della durata di circa 6 mesi. Il tipo di terapia e la scelta dei farmaci (Folfox o Folfiri in associazione a Bevacizumab o Cetuximab) sarà fatta dopo aver preso visione della positività o meno dell’EGFR e della presenza d K-ras wide –type o mutato. Inoltre per la presenza delle note lesioni epatiche si programma per il momento trattamento della durata di circa 3 mesi ed a seguire nuova rivalutazione strumentale con TAC per considerare eventuale intervento chirurgico di asportazione delle lesioni epatiche."
Le mie domande sono le seguenti:
- condividete la scelta di trattare tramite chemioterapia e immunoterapia (e con i farmaci indicati sul referto) auspicando di poter poi effettuare un intervento chirurgico per eliminare le metastasi? E’, a vostro parere, la tecnica che ha maggiori possibilità di successo?
- La seconda domanda è quali sono le prospettive a questo stadio della malattia. Gli oncologi mi hanno fatto intendere che le possibilità di guarigione sono molto remote e mi hanno parlato di una aspettativa di vita che potrebbe variare da 6 a 26 mesi.
In alcuni siti medici ho però visto che la sopravvivenza dei pazienti operati dopo 5 anni dall’intervento supera il 30%. Capisco la necessità degli oncologi di non sbilanciarsi dando false speranze ma quali sono obiettivamente, allo stato attuale della ricerca, le prospettive che un malato nelle condizioni di mio padre potrebbe avere?
Vi ringrazio fin d’ora per la consulenza
Cordiali saluti
un mese fa mio padre (67 anni) è stato sottoposto ad un intervento per asportazione di un polipo nell’intestino. Nel corso dell’intervento (che è riuscito perfettamente) hanno riscontrato metastasi epatiche. Una volta dimesso da chirurgia le carte sono state passate a oncologia. A seguito di un primo incontro con gli oncologi vi riporto qui il referto che ci stato consegnato:
"Egr collega abbiamo visitato in data odierna il suo paziente sottoposto il 24/08/09 ad intervento chirurgico di emicolectomia dx e biopsia escissionale di lesione epatica sub-glissoniana per adenocarcinoma scarsamente differenziata del colon dx, pT3pN2 (9/33)M1 (localizzazione secondaria di origine colica), la neoplasia giunge a ridosso del margine chirurgico, aspetti di angioinvasione vascolare extramurale. Omento indenne.
La TAC torace-addome completo post-operatoria ha evidenziato in corrispondenza del parenchima epatico formazione nodulare di 12 mm nel II segmento sospetta per secondarismo, altre due piccole millimetriche formazioni ipodense in sede sottoglissoniana nel VII e VI segmento epatico. In corrispondenza dei lobi inferiori (segmento apicale) e LIdx sono presenti alcune nastriformi di addensamento parenchimale a cui si associa lieve ispessimento della pleura parietale adiacente; concomita ispessimento parenchimale di tipo reticolare (iniziale PID?).
ECO: n.d.s.
In considerazione del referto istologico e dello stadio IV di malattia si propone trattamento chemio-immunoterapico della durata di circa 6 mesi. Il tipo di terapia e la scelta dei farmaci (Folfox o Folfiri in associazione a Bevacizumab o Cetuximab) sarà fatta dopo aver preso visione della positività o meno dell’EGFR e della presenza d K-ras wide –type o mutato. Inoltre per la presenza delle note lesioni epatiche si programma per il momento trattamento della durata di circa 3 mesi ed a seguire nuova rivalutazione strumentale con TAC per considerare eventuale intervento chirurgico di asportazione delle lesioni epatiche."
Le mie domande sono le seguenti:
- condividete la scelta di trattare tramite chemioterapia e immunoterapia (e con i farmaci indicati sul referto) auspicando di poter poi effettuare un intervento chirurgico per eliminare le metastasi? E’, a vostro parere, la tecnica che ha maggiori possibilità di successo?
- La seconda domanda è quali sono le prospettive a questo stadio della malattia. Gli oncologi mi hanno fatto intendere che le possibilità di guarigione sono molto remote e mi hanno parlato di una aspettativa di vita che potrebbe variare da 6 a 26 mesi.
In alcuni siti medici ho però visto che la sopravvivenza dei pazienti operati dopo 5 anni dall’intervento supera il 30%. Capisco la necessità degli oncologi di non sbilanciarsi dando false speranze ma quali sono obiettivamente, allo stato attuale della ricerca, le prospettive che un malato nelle condizioni di mio padre potrebbe avere?
Vi ringrazio fin d’ora per la consulenza
Cordiali saluti
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Gentile Utente,
condivido l'approccio in chemioterapia per la condizione sopra indicata. Le percentuali riportate si riferiscono a pazienti con metastasi epatiche o polmonari macroscopicamente rimosse completamente. Non mi sembra che in questo caso si possa parlare di radicalità chirurgica. Direi che si potrebbe pensare anche di abbinare ipertermia sul fegato durante il trattamento chemioterapico (vedi sito www.ipertermiaroma.it ).
un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
condivido l'approccio in chemioterapia per la condizione sopra indicata. Le percentuali riportate si riferiscono a pazienti con metastasi epatiche o polmonari macroscopicamente rimosse completamente. Non mi sembra che in questo caso si possa parlare di radicalità chirurgica. Direi che si potrebbe pensare anche di abbinare ipertermia sul fegato durante il trattamento chemioterapico (vedi sito www.ipertermiaroma.it ).
un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
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